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Aveva 80 anni il grande attaccante argentino dai piedi buoni che producevano sublimi giocate.
Insieme a Maschio e Sivori formava il trio degli ‘Angeli dalla faccia sporca’.Questo soprannome fu coniato da un massaggiatore che li vedeva sempre con i visi sporchi di terra dopo i lunghi allenamenti. Attaccante argentino naturalizzato italiano, approdò all’Inter nel ’57 e con i nerazzurri rimase per quattro anni, poi per i cattivi rapporti con Helenio Herrera fu ceduto e passò alla Roma. In giallorosso conquistò una Coppa Italia e una Coppa delle Fiere mentre nel ’68 al Milan vinse lo scudetto pur giocando solo tre partite.E’ stato il primatista di reti segnate in un campionato di serie A a 18 squadre, con 33 gol.Grande giocatore ma da allenatore non ebbe grande fortuna:da ricordare soltanto le sue esperienze al Pescara che portò in serie A nel ’79 e all’Arezzo con cui sfiorò l’approdo nel massimo campionato.Angelillo confermò,se mai ce ne fosse stato bisogno,che non esiste l’equazione grande giocatore uguale grande allenatore,anzi!Sono rarissimi i casi in cui un grande allenatore è stato un grande calciatore e viceversa.
Enzo Grassano
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