L’isola del libro

Rubrica settimanale a cura di Laura Goria

Brigitte Riebe “Giorni felici” -Fazi Editore- euro 18,50

E’ il secondo volume della trilogia al femminile “Le sorelle del Ku’damm” in cui la scrittrice tedesca narra la storia della famiglia Thalheim, proprietaria degli omonimi grandi magazzini.
E lo fa attraverso le sue componenti femminili, che saranno determinanti per la ripresa dopo la devastazione della Seconda Guerra Mondiale e i bombardamenti che hanno raso al suolo anche il lussuoso negozio di famiglia sul viale centrale di Berlino.
Nel primo capitolo “Una vita da ricostruire” avevamo letto di come le sorelle Thalheim avevano ricostruito dalle macerie il loro futuro. Più di tutte era stata trainante la maggiore Rike: pragmatica, lungimirante, organizzata e lavoratrice instancabile.

Ora siamo nella Berlino del 1952, il boom economico ha favorito anche la ripresa dei magazzini di famiglia e gli affari stanno andando a gonfie vele.
In questo capitolo della saga l’autrice si concentra su Silvie, altra sorella Thalheim; passionale, assetata di vita che intende godersi al massimo. E’ una delle voci radiofoniche più seguite e amate, è dinamica, emancipata, se ne infischia delle convenzioni sociali e il suo motto è “vivi la vita come una danza”.
Sfreccia per la città a bordo di una vespa e all’inizio del romanzo ha una storia tormentata con un giovane attore sfuggente, Wanja, dedito più alla sua carriera che alla fanciulla. Ma è la stabilità affettiva quella che lei va cercando….

Abiti e tessuti dei magazzini Thalheim sono di gran moda, molto ambiti dalle berlinesi e vanno a ruba. Però con il rientro dalla guerra dell’unico figlio maschio, Oskar (gemello di Silvie) le dinamiche di potere all’interno dell’azienda cambiano. Per il padre Friedrich, patron dell’impresa, spetta al rampollo la tolda del comando.
Così Rike – che tanto aveva fatto per risollevare l’attività- viene esautorata; mentre Oskar si rivela incline più ai bagordi che agli affari. Non ha esperienza, ferito nel corpo e nell’anima dall’esperienza della guerra, si piange addosso; viene facilmente raggirato da concorrenti, banche e affari fasulli. E finisce per combinare un enorme pasticcio che rischia di rovinare tutta la famiglia.
E’ allora che Silvie si lancia al salvataggio dei magazzini e dei beni dei Thalheim.
Magari non conosce a fondo le stoffe come sua sorella Rike, né ha il talento per i modelli della collaboratrice Miriam, e neppure disegna abilmente come la sorellastra Flori; ma ha una dote unica e strategica. Osserva, ascolta ed è avanti agli altri nell’individuare desideri e aspettative delle clienti. Riesce pure a risolvere il problema dei debiti e a frenare i ricatti di un odioso concorrente.
Poi c’è la sua vita affettiva, che sembra volgere al meglio quando alla Fiera del libro di Francoforte conosce l’editore Peter van Ackern, vedovo e padre della giovanissima Greta.
I due si innamorano e finalmente Silvie trova in Peter un compagno solido, affidabile, con cui progettare la vita insieme.
Ma la magia e la gioia del “Si nuziale” -pronunciato nella favolosa cornice di Anacapri- si offusca presto perché il destino ancora una volta si mette di traverso.
La figlia 16enne di Peter combatte contro una leucemia acuta, dapprima cure pesanti, poi il trapianto di midollo osseo,…..poi……

Il romanzo è ricco di colpi di scena, sviluppi imprevisti e imprevedibili, e scoprirete anche cosa accade ad altri membri della famiglia; da Rike che aspetta due gemelli alla sorellastra Flori che cerca a modo suo la felicità……

Ann Patchett “La casa olandese” -Ponte alle grazie- euro 18,00

E’ magnifico e potente l’ultimo romanzo –lodatissimo- della scrittrice americana che entra nella storia di una casa e della famiglia che vi abita, racconta gli alti e bassi del destino, soprattutto narra un legame tra fratelli indissolubile.
La casa è una sfarzosa dimora costruita dalla coppia di ricchi olandesi van Hoebeek in quella che nel 1922 era la campagna intorno a Philadelphia; un’opera d’arte finita male per le disgrazie che avevano colpito la famiglia (i loro ritratti sono ancora appesi sui muri di casa).
Nel 1946 viene acquistata da Cyril Conroy che ha creato dal nulla un impero immobiliare e pensando di coronare il sogno di una vita la compra per fare una sorpresa alla moglie.
Ed ecco l’inizio dello sgretolarsi degli equilibri familiari in un romanzo struggente e profondo. La casa da luogo che protegge diventa covo di serpi…dal quale però è difficile staccarsi perché ormai fa parte dei personaggi.

La moglie Elna, nata e cresciuta in povertà, dedita a continue opere di bene, non sopporta il lusso della nuova dimora che stride con le corde più profonde del suo animo. Così abbandona il marito e i due figli ancora piccoli Maeve e Danny (all’epoca ha solo 3 anni e nessun ricordo della madre) e vola in India dove può dedicarsi agli ultimi della terra.
Maeve è quella che soffrirà di più l’abbandono materno e si lega in modo assoluto al fratellino per il quale è madre, sorella, amica, compagna…

Poi irrompe la classica matrigna, che più carogna, odiosa e subdola non potrebbe essere. Si chiama Andrea, è una giovane vedova con due figlie …e quasi di soppiatto entra nella famiglia Conroy. Riesce a farsi sposare da Cyril e ad impossessarsi non solo di Casa Olanda che desidera quasi in modo ossessivo.

Le cose precipitano quando improvvisamente Cyril muore e Andrea gioca tutte le sue carte.
Di più non vi anticipo perché questo è un libro che va assaporato passo per passo, sorpresa per sorpresa, giravolte del destino e colpi di scena magistrali.
A raccontare la vicenda che ha cambiato la sua vita e consolidato ancor più il legame con la sorella, senza mai staccarsi completamente dal passato, è 50 anni dopo Danny. E scoprirete come due fratelli possano fare famiglia, ma anche come sia difficile staccarsi dai ricordi e dalle mura dell’infanzia, e quanto sia possibile perdonare chi ci ha fatto del male.

Miguel Bonnefoy “Eredità” – euro 16,00

Ha i toni affascinanti e coinvolgenti del realismo magico questo romanzo breve -ma intensissimo- di Miguel Bonnefoy. Il 35enne scrittore francese -di padre cileno e madre venezuelana, cresciuto cittadino del mondo tra Francia, Venezuela e Portogallo- in “Eredità” riannoda i fili della storia della sua famiglia tra Francia e Cile. E lo fa con delicatezza, sensibilità e bravura evocativa, tracciando anche pagine di Storia che hanno finito per incidere sui destini dei personaggi.

Due continenti, due guerre mondiali, 4 generazioni di uomini e donne incredibili, fino agli anni della dittatura di Pinochet. Una magia di racconto condensata in 178 indimenticabili pagine, intrise di destini, misteri, un fantasma che arriva dal passato, sciamani mapuche, passioni profonde, amori, lutti e ribellioni.

Tutto ha avuto inizio con il patriarca Lonsonier che nel 1873, quando i suoi vigneti vengono distrutti dalla filossera, decide di emigrare. Dalla Francia parte alla volta della California con in tasca l’unico ceppo di vite sopravvissuto, una manciata di franchi e il grande sogno di un futuro. Ma la rotta subisce un cambiamento per il tifo e Lonsonier viene sbarcato a Santiago del Cile.
E’ lì nella casa di calle Santo Domingo che creerà il suo nuovo mondo e che si snoderanno le vite di tre generazioni.
Il suo primogenito, Lazare, nel 1914 decide di andare a combattere in Europa durante la Prima Guerra Mondiale. Viene ferito gravemente e poi imbarcato su una nave diretta al porto di Valparaiso dove ad attenderlo sul molo c’è la madre Delphine. A 52 anni è una donna distrutta perché di 3 figli partiti per la guerra l’unico a tornare sarà Lazare.

Lazare ignora tutto delle donne, ma quando un’aquila blu delle Ande lo scambia per una preda e vola in picchiata su di lui, ecco che nella sua vita irrompe l’affascinante padrona del rapace. E’ Thérèse Lamarthe, esile e delicata, ha 18 anni, lentiggini, capelli rosso scuro, occhi neri, e la sua famiglia è francese. E’ uno dei personaggi forse più indimenticabili della storia. E’ un’addestratrice di rapaci ed ha un’intesa assolutamente unica con il mondo degli uccelli.
Lazare la sposa e le costruisce il sogno di una voliera alta 4 metri che diventerà il mondo magico di Thérèse, il fulcro e il nido protettivo della sua vita. In una settimana vi trasferisce quasi 50 uccelli di 25 specie diverse. Ed è lì circondata dai suoi pennuti che viene colta dalle doglie e partorisce la sua Margot, i cui occhi videro per prima cosa al mondo svolazzare uccelli coloratissimi.

Proprio il volo è ciò che determinerà la vita di Margot, attratta dagli aerei (cercherà anche di costruirsene uno insieme all’amico Ilario Danowsky)), diventerà una pilota della Raf durante la Seconda Guerra Mondiale e scamperà per un soffio alla morte. Concepirà un figlio “dal sangue mistico” che crescerà da sola, chiamandolo come l’amico che si è sacrificato per lei, Ilario, a cui aggiunge Da: e fin dalla sua nascita appare chiaro che non si inginocchierà davanti a nessuno. Sarà lui il rivoluzionario arrestato, detenuto e torturato a Villa Grimaldi, pozzo profondo della dittatura cilena.

 

Chistopher Bollen “Il gioco della distruzione” -Bollati Boringhieri- euro 20,00

E’ il terzo romanzo del 45enne Christopher Bollen, scrittore, editore e giornalista che non sbaglia un colpo e ancora una volta imbastisce una sorta di thriller letterario.
Ian Bledsoe e Charlie Konstantinou sono i giovani rampolli di due famiglie ricchissime e potenti, si conoscono fin da piccoli quando si dilettavano nel gioco della distruzione; ovvero una fantasia in cui inventavano situazioni limite e si sfidavano a chi riusciva a districarsi.

Il più bravo era Charlie, fascinosi tratti mediorientali, di famiglia greco-cipriota ricchissima, amante della bella vita e con uno stuolo di fanciulle disponibili. Ha incrementato la sua fortuna fondando una compagnia di noleggio di yatch sull’isola di Patmos in Grecia, e lì conduce una vita piacevole, leggera e divertente, mentre amministra abilmente il suo impero.
Ian, capelli pel di carota, si è sempre sentito un po’ inferiore rispetto all’amico, ma anche lui è nato nel lusso e negli agi. Solo che ora a 30 anni si ritrova in un mare di guai. Ha fatto di tutto per togliersi di dosso il cliché del rampollo milionario viziato e perdi giorno. Ha vestito i panni del nobile idealista e fatto fuoco e fiamme contro l’imprinting capitalista. Ha denunciato e contestato le disumane condizioni dei dipendenti della fabbrica di omogenizzati di famiglia, tanto da essere sospettato di fiancheggiamento di narcos e terroristi.
Risultato: è stato diseredato dalla famiglia, bandito dalla matrigna e grazie alla sua nomea nessuno gli offre più un lavoro.

E’ così che distrutto, senza un soldo e zero prospettive, Ian si rivolge al vecchio amico Charles che sembra aver gestito più saggiamente le sue risorse e il suo futuro. A Patmos vive alla grande, manda avanti la sua società, ed è circondato da una nutrita e fascinosa corte di donne, a partire dalla sua attuale fidanzata, l’ex attrice Sonny, per arrivare alla vecchia fiamma Louise che sembra indirizzare tra le braccia di Ian.
Charlie accoglie l’amico in disgrazia e lo aiuta dandogli un tetto sulla testa e un lavoro.

Poi Charlie scompare e l’isola – dove poco prima dell’arrivo di Ian qualcuno aveva fatto esplodere una bomba e ucciso 8 persone- non è il paradiso terrestre in cui condurre una vita agevole, o almeno rivela una seconda natura più insidiosa.
Patmos diventa teatro di un noir tra natura, amori, trafficanti internazionali, emigranti sui barconi, in un gioco mefistofelico e spietato, in cui la perdizione è più che mai vicina e ci si salva solo a spese del prossimo.

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