Il cucchiaio di Teodorico

Teodorico, Ravenna e il mausoleo del re ostrogoto. A scuola, almeno ai miei tempi, si studiava velocemente quel periodo storico per arrivare in fondo a tutti i costi al programma di studio dell’anno in corso e di strada da fare per i prof ce n’era tanta.

Si trascurava l’Alto Medioevo forse per non perdere troppo tempo con dei barbari sanguinari che uccidevano solo e si comportavano in modo selvaggio, per esempio strappando con le mani la carne da mangiare, divorando il cibo come animali, un po’ come si vede nei film. Ebbene, oggi sappiamo qualcosa di più. Teodorico e la sua corte gota erano tutt’altro che barbari e già 1500 anni fa mangiavano a tavola con forchette, cucchiai e coltelli. Usavano le posate, perbacco, come noi.
La “scoperta” è stata fatta a Ravenna, mitica città, la Bisanzio sull’Adriatico, tre volte capitale d’Italia. Le posate degli Ostrogoti sono state trovate durante un campagna di scavi nella zona di Classe di Ravenna, sede della flotta romana e porto commerciale che rese la città una potenza mediterranea, e ora sono esposti nel nuovo Museo Classis vicino alla basilica di Sant’Apollinare. I preziosi reperti emersi dal fango non erano gioielli e monete d’oro ma una coppa e sette cucchiai d’argento con disegni, dorature e soprattutto un monogramma speciale, il sigillo di Teodorico. Nato in Pannonia, parte dell’attuale Ungheria, Teodorico si allea con i romani, assedia Ravenna occupata da Odoacre e la conquista. Governerà l’Italia per una trentina d’anni e morirà a Ravenna nel 526. Le stoviglie del sovrano ostrogoto sono state rinvenute nel 2005 ma inizialmente non si pensava che appartenessero a un personaggio così importante.
Secondo gli archeologi il ritrovamento del “tesoretto” di Classe va fatto risalire all’arrivo dei Longobardi che nel 751 cacciano i bizantini da Ravenna. Le truppe di Liutprando occupano la città e molta gente fugge e tra loro ci sono anche i discendenti dei goti che fanno in tempo a mettere al sicuro in una buca l’argenteria da tavola. Passano i secoli, il territorio subisce profonde trasformazioni, il porto di Classe sparisce e tra le rovine gli studiosi trovano anche sette delicatissimi cucchiai insieme a un piccolo piatto. Inizialmente si parla di “tesoretto bizantino” ma ulteriori più dettagliati studi datano quel prezioso materiale all’epoca di re Teodorico che sigla il manico di un cucchiaio. Una firma reale tutta speciale con una croce e sei lettere.
Tutto ciò si può vedere nel museo Classis di Ravenna (un ex zuccherificio) che presenta al visitatore la storia millenaria della città, dalle origini etrusco-umbre fino all’Alto Medioevo con centinaia di reperti archeologici. Un viaggio che spazia dall’epoca romana a quella gota, dai bizantini al medioevo ravennate. Oltre ad anfore, vasi e lucerne emersi dagli scavi del porto di Classe si vedono statue, mosaici, lapidi funerarie, un mosaico pavimentale del Palazzo di Teodorico, ricostruzioni 3D e filmati. Gli orari per visitarlo: da martedì a venerdì 10-17, sabato e domenica 10-18, lunedì chiuso.
Filippo Re
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