Orangogo, il motore di ricerca degli sport che aiuta a scoprire il proprio talento

Il punto di vista / Le interviste di Maria La Barbera

Giulia Pettinau, fondatrice e Ceo della startup a vocazione sociale, ci racconta come è nata la sua creatura digitale.

Torinese, trentanove anni, una laurea in Marketing Territoriale, Giulia Pettinau è la fondatrice di Orangogo, motore di ricerca degli sport, primo in Italia nel suo settore dopo una costante ascesa iniziata nel 2018 e 22.500 società sportive iscritte.
Determinata, entusiasta e vulcanica, la fondatrice di questa start up di successo destinata a diventare una PMI innovativa, ha le idee chiare su cosa vuole per la sua creatura digitale e ci racconta quale è stato il cammino che l’ha portata a dare vita ad un’impresa che, attraverso lo sport e la sua approfondita conoscenza, migliora la vita delle persone.
Il successo di Orangogo si deve all’intuizione della sua fondatrice, capace di intravedere opportunità concrete al di là delle proprie inclinazioni e dei propri desideri, ma anche alla volontà e al duro lavoro delle persone che inizialmente insieme a lei, quando l’azienda percorreva i primi passi, hanno creduto in questo progetto. I risultati positivi sono anche il frutto, come afferma Giulia Pettinau, di un modello di business gentile, del rispetto e dell’entusiasmo che evita di ricorrere ad un atteggiamento aggressivo che erroneamente viene associato alla competenza e alla sicurezza. Una azienda che innova il sistema legato allo sport, dunque, ma che vuole rilanciare, allo stesso tempo, valori come la disponibilità e la cortesia, un progetto che cerca di scardinare quei luoghi comuni che legano troppo spesso il successo unicamente ad una condotta imprenditoriale cinica.

3 domande a Giulia Pettinau

Dottoressa Pettinau come è nata l’idea di creare un motore di ricerca dello sport?
Orangogo è il prodotto di un percorso complesso e ricco, il frutto di diverse esperienze professionali, dalla consulenza aziendale agli incarichi come marketing manager in differenti ambiti come la robotica o il mercato immobiliare, ma anche del cambiamento avvenuto dopo una pausa di riflessione durante la quale il desiderio di stare a contatto col mare ed insegnare surf ai bambini mi ha fatto capire cosa volevo fare e cosa non doveva mancare più nella mia vita: lo sport. E’ stata una rinascita che mi ha portato ad una maturazione interiore, una evoluzione personale che ha determinato anche la mia carriera professionale come imprenditrice.

Cosa è esattamente Oragogo, come funziona?
E’ il motore di ricerca degli sport che fa scoprire alle persone i propri talenti. Lo sport diventa lo strumento per capire cosa ci piace veramente e per cosa siamo naturalmente portati. Lo sport, inoltre, ti fa vivere meglio e anche “performare” meglio, questo lo vediamo ad esempio nel lavoro. Abbiamo cominciato occupandoci esclusivamente dei bambini e dei centri estivi, poi ci siamo allargati e dedicati anche agli adulti. Attraverso il nostro sistema gli utenti possono cercare le attività a cui sono interessati, scoprirne le caratteristiche e le abilità che aiutano a sviluppare, sia fisiche che mentali, anche grazie a schede dedicate complete di ogni informazione. Ai centri sportivi membri, invece, siamo in grado di fornire un sistema per coordinare le diverse attività professionali, dalle iscrizioni ai pagamenti, dai documenti ai tornelli virtuali (durante la pandemia abbiamo creato integrazioni tecnologiche per essere conformi alle norme vigenti).
In sostanza mettiamo in contatto le persone con lo sport e con chi lo gestisce, siamo promotori del benessere che passa attraverso la pratica di discipline che favoriscono molteplici capacità e attitudini.

Ci sono novità all’orizzonte per Orangogo?

Intanto stiamo procedendo con il fund rising per l’aumento di capitale ed è molto seria l’intenzione, il prossimo anno, di allargare il nostro business espandendoci in Europa. Un’altra novità a cui teniamo molto e che conferma la nostra vocazione sociale è il miglioramento della questione delle disabilità. Stiamo lavorando con molto impegno affinché nel nostro motore di ricerca la distinzione delle disabilità abbia una connotazione netta, che le diverse capacità di praticare le varie discipline siano divise in categorie chiare così da poter fornire agli utenti indicazioni su quanto ogni struttura sia in grado di assistere ogni singola problematica. Il mio sogno è che un giorno i Giochi Paralimpici si svolgano all’interno delle Olimpiadi, naturalmente con tutte le cautele e gli interventi del caso, perché lo sport sia un punto di riferimento per una società inclusiva e garante di pari opportunità.

 

 

 

 

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