IL PUNTASPILLI di Luca Martina
Nel film “Il cielo sopra Berlino” si racconta la storia di due angeli, Damiel e Cassiel, che si aggirano per la città con lo scopo di ascoltare i pensieri dei vivi.
Uno di loro si affeziona così tanto alla città ed alla sua gente che decide di diventare umano e di abbandonare la sua esistenza spirituale.
A questo mi ha fatto pensare la “Italian Tech Week” tenutasi a Torino il 23 e 24 settembre.
L’evento ha ospitato molti “angeli” che per due giorni si sono aggirati nella nostra città per osservarla e coglierne le potenzialità.
Si sono succeduti sul palco giovani imprenditori (“startuppers”) e meno giovani esperti e visionari, a testimoniare il nostro dinamismo e la capacità di innovare senza lasciarsi scoraggiare dalle tante difficoltà poste dal nostro ecosistema.
Non è certo difficile innamorarsi del nostro Paese e la stessa Torino possiede un grande fascino ma perché esso possa sfociare in vero amore occorre una maggiore consapevolezza delle nostre potenzialità ed un progetto concreto che lo possa sostenere.
La due-giorni di respiro internazionale (tra gli ospiti, in diretta dalla sede di SpaceX nel Texas, anche Elon Musk) ha fatto da virtuale introduzione alla settimana che ha condotto alle elezioni del prossimo sindaco.
Chi prenderà il testimone di Chiara Appendino dovrà sostenere il fardello di rilanciare il ruolo della prima capitale italiana, più che mai in cerca di una sua nuova identità (dopo la crisi del settore automobilistico che l’aveva sostenuta nel secolo scorso).
Ma il peso sulle spalle del nuovo primo cittadino potrebbe anche tramutarsi in un paio di possenti ali se saprà gestire il suo incarico con una chiara visione del futuro e la volontà (e capacità) di coinvolgere le, per fortuna numerose, eccellenze cittadine.
Tra queste possiamo già annoverare, dopo il successo della sua seconda edizione, proprio la Tech Week che ha acceso i riflettori sulla nostra città, mettendo bene in luce come le nuove iniziative, le “startups”, possano diventare un importantissimo volano di crescita.
Forse non è davvero un caso che i soggetti privati che aiutano, investendo il proprio denaro, le imprese nascenti siano chiamati “angel investors” (o “business angels”): proprio come gli esseri che nel film di Wim Wenders vigilano su Berlino, si innamorano delle storie (aziendali) umane più interessanti e le accompagnano nel loro percorso.
A fare il punto sulla situazione del settore è stato l’intervento di Yoram Wijngaarde, il fondatore di @Dealroom.co, un formidabile archivio di dati globale che punta ad intercettare (investendoci) ed a seguire le aziende più promettenti.
L’imprenditore olandese ha ben sottolineato il contributo economico ed occupazionale che possono fornire le aziende innovative.
Negli Stati Uniti le startups, principalmente tecnologiche, sono già il maggiore generatore di occupazione, con il 24% del totale.
Nella Baia di San Francisco (nei dintorni della quale si trova la “Silicon Valley”) quasi il 70% dei posti di lavoro sono creati da aziende di nuova costituzione.
In Italia oggi il loro peso è pressoché inesistente ed anche il numero di potenziali “unicorni” (imprese innovative con un valore stimato superiore al miliardo di dollari), 12 in tutto, impallidisce di fronte quello britannico, 213, francese, 104, tedesco, 94, e spagnolo, 25.
La buona notizia è che l’Italia sta crescendo e si trova nella stessa posizione della Francia 7 anni fa o della Spagna 4 anni orsono.
E’ confortante, inoltre, sapere che nella tecnologia una strategia vincente può consentire di bruciare le tappe e scalare le classifiche con estrema velocità.
Si tratta, ad esempio, di quanto è successo alla Germania, con l’affermazione di Berlino come una delle capitali mondiali dell’innovazione, negli ultimi anni.
L’auspicio è che la nuova amministrazione cittadina possa consentire a Torino di (tornare a) giocare, per l’Italia, lo stesso ruolo trainante nelle tecnologie assunto dalla capitale tedesca.
Le OGR (Officine Grandi Riparazioni) che hanno ospitato la Tech Week sono un simbolo vivente, e molto vitale, di come si possa rigenerare un luogo abbandonato e mi piace reinterpretare la sigla come un imperativo, che ben si confà alla nostra città: “Ogni Giorno: Rinascere!”
Dal cielo sopra Torino gli angeli ci guardano ma dovremo essere noi a fare il massimo per convincerli a scendere… e ad aiutarci a volare.
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