Diario minimo urbano. Vedere e ascoltare… per credere
Di Gianni Milani
Non raccontatemi che, almeno una volta, nella vita non sia capitato anche a voi! Non ci crederei. Del resto, niente di che! Si dice anche che pestare la cacca (più fine, popò?) di un cane porti fortuna. Anch’io, le non poche volte che m’è successo, l’ho pensato. E sperato. Pur non esimendomi di lanciare anatemi e cazzute imprecazioni contro gli incivili screanzati padroni (che brutto termine!) degli innocenti Fido a quattro zampe. Che nulla possono d’essersi “imparentati” con gli incivili, di cui sopra. Io credo che, se avessero il dono della parola (il solo che gli manca), sarebbero loro stessi ad invitarli di brutto a pulire marciapiedi e giardini dove, non essendosi ancora inventate toilettes e bagni per cani con tanto di sciacquone, sono dai tempi dei tempi costretti a depositare (forse loro malgrado) pipì e popò . Per carità, non tutti gli umani cani-muniti sono di tal pasta? Ci sono perfino, e sempre più, quelli che oltre a paletta e sacchetto si portano appresso, ogni qual volta, scendono a “pisciare il cane”– come diceva la mitica Lucianina Littizzetto – una bottiglietta d’acqua al fine di nettare il passaggio degli umani dalla fisiologica minzione canina. Certo! Può talvolta capitare di dimenticare a casa paletta e sacchettino. Ma anche in questo caso, pur comprensibile, sabbe davvero atto di civiltà rimuovere con altri mezzi di fortuna i pur santi “ricordini” canini. E’ proprio quanto m’è capitato di vedere, con gioia, qualche giorno fa. In breve. Ecco i fatti. Via Duchessa Jolanda, a pochi passi da via Palmieri (zona mercato piazza Benefica), le 10 del mattino. Una ragazza in preda al panico è ferma in centro al marciapiedi, al guinzaglio un cagnolino, anche lui dall’espressione incredula. Che stiamo a fare qui?, sembra chiedere, mentre la padroncina dirige il traffico dei passanti. Scusate, scusate – ripete – attenzione alla cacca del cane. Scusate, ho dimenticato a casa paletta e sacchetto. Qualcuno può per favore prestarmi un sacchetto della spesa o un fazzolettino? Incredibile ma vero! La giovane avrebbe potuto lasciare, con aria indifferente, il malloppo tutto lì e andarsene alla chetichella, fischiettando, non appena il via vai (neppure troppo intenso) della gente si fosse smaltito. E invece no! Brava. E’ così che s’haddafà! Ricordo che con la mia povera Peggie, una dolcissima e indimenticata Labrador scomparsa a 14 anni, il giorno di San Ventino di tre anni fa, andavo quasi a raschiare l’asfalto per raccogliere tutta la mercanzia da lei depositata. Perfino con la strada innevata. Affondavo la paletta in cumuli di neve per non lasciarne traccia. Alla giovane civilissima ragazza di via Duchessa Jolanda, una signora ha offerto un gran sorriso (se lo meritava proprio) e un fazzolettino. L’oggetto del reato è stato così rimosso. Da applausi. Perfino il cagnolino le ha rivolto un dolce bau bau di ammirazione. E pensare che poco prima, appena svoltato dalla piazza Bernini, quasi davanti all’ex scuola “Giovanni Pascoli” (oggi Istituto Comprensivo “Rita Levi Montalcini”) avevo visto – meglio rivisto, perché è lì da giorni senza che nessuno pulisca – una bella “spatasciata” ricoperta (pensate un po’!) da due biglietti del “Gratta e Vinci”. Forse il bizzarro buontempone pensava che quella popò portasse, così semioccultata, ancor più fortuna al malcapitato che avesse la ventura di inciamparvisi sopra. Ma che bella pensata. Complimenti!
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