Lo stupido sfregio al murale in piazza Risorgimento

Diario minimo urbano. Vedere e ascoltare…per credere

Di Gianni Milani

 

Che inutile sgarbo lo stupido sfregio al murale in piazza Risorgimento a Torino dedicato a Teresa Noce! Piccolo sfregio… eppure nessun si muove

Non so quando sia successo. Ma certamente è opera vandalica di uno stupido (o più stupidi; la stupidità si fortifica se esercitata a bande!) buontempone/i, lo sfregio – una sorta di incomprensibile, insulsa firma e qualche scritta altrettanto insulsa – che mortifica il coloratissimo, eseguito ad arte, murale realzzato nell’aprile del 2017 da Karim Graffiti Cherif in piazza Risorgimento a Torino in memoria di Teresa Noce (Torino, 1900 – Bologna, 1980) fra i primi leader del Pci, nelle cui file fu deputata durante le prime due legislature, antifascista, partigiana, prigioniera in ben tre lager nazisti e madre costituente, attentissima alle esigenze e ai diritti delle donne nonché firmataria della prima legge sulla tutela della maternità delle lavoratrici. Suo nome di battaglia (conferitogli da Palmiro Togliatti), Estella, e moglie “ripudiata” –a sua insaputa – nel 1953 dell’allora presidente del Pci Luigi Longo, Teresa è  simbolicamente rappresentata nel grande murale realizzato sul lato – via Buronzo del Rifugio antiaereo, fra i più grandi degli oltre quaranta scavati in periodo bellico a Torino e riaperto nel ‘95, come un grande fiore rosso, un grande papavero con petali svolazzanti che, nel linguaggio floreale vuole raccontarci di una vita ricca di amori profondi, passioni e orgoglio tristemente sopito. La politica, il marito, i tre figli. Le sue grandi e sofferte vittorie. Le su cocenti sconfitte. La più dolorosa, la cacciata dalla direzione del Pci per salvare, dopo lo scioglimento (nella Repubblica di San Marino) del matrimonio con Longo, la reputazione di uno dei suoi “sommi sacerdoti” e, di conseguenza, dello stesso partito. Un omaggio doveroso, quindi, quell’opera di street art realizzata nella sua città (dove a lei è stata anche dedicata una piazza e una panchina in piazza Arbarello), nel vecchio Borgo Campidoglio, sede del MAU il primo in Italia Museo di Arte Urbana diretto da Edoardo Di Mauro che conta a oggi circa180 murales realizzati sui muri esterni delle case. Suggestivo, glorioso Museo a cielo aperto. Lo stupido “ingombro” compiuto sull’opera di piazza Risorgimento ci sembra anche per davvero cosa da poco. Basterebbe un’esperta pennellata (magari dello stesso autore) a rimettere a posto le cose. Perché non si fà? L’invito è diretto al MAU. E (mi pare il colmo!) alla sezione ANPI – Martiri del Martinetto che si trova a poche centinaia di metri, nella vicina via Bianzé. Ripeto. Costerebbe poco. Tutte le volte che passo lì davanti, se avessi pennelli e colori, sarei tentato a metterci mano io. Ma credo che farei ulteriori disastri. E allora – nonostante la madre degli imbecilli sia sempre incinta – avanti chi può. E deve. Chi ha orecchie per intendere, intenda!

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