Igor Boni: “Damilano farebbe tutte le parti in commedia” 

L’intervento di Igor Boni (Presidente di Radicali Italiani): “Chi dà le concessioni e chi le riceve”

“Il Sindaco di Torino sarà anche il Sindaco della Città metropolitana. Uno dei contendenti della prossima competizione elettorale, Paolo Damilano, ha sulle spalle un conflitto di interesse che è una incudine pesantissima, che purtroppo continua a rimanere nell’oblio dell’informazione.

L’imprenditore Damilano, della Famiglia Damilano che è a capo della Società Pontevecchio srl, proprietaria di ben 7 marchi di acque minerali (tra cui la nota Valmora), vuole diventare sindaco della nostra città. Il Piemonte è la regione italiana che ha il maggior numero di concessioni attive per l’imbottigliamento delle acque minerali; le concessioni attive sono 46, 26 quelle effettivamente utilizzate, 4 fanno riferimento a Fonti di Vinadio, 4 a San Bernardo e 6 a Pontevecchio srl. Si tratta per la società Pontevecchio di un businnes assai redditizio (oltre 50 milioni di fatturato per oltre 4 milioni di utili) a fronte di concessioni dal prezzo irrisorio. Nulla di illegale s’intende, anzi: viva gli imprenditori capaci di creare lavoro e reddito.

Tuttavia la nota dolente c’è quando Damilano da imprenditore delle acque vuole diventare Sindaco. Delle concessioni una componente fissa calcolata sull’estensione della superficie dell’area oggetto di concessione viene introitata dalla città metropolitana, una parte variabile rapportata ai quantitativi di acqua minerale imbottigliata va alla Regione Piemonte, che gestisce anche il rinnovo delle concessioni. Le acque minerali sono soggette alle disposizioni della L.R. 25/1994. Il loro utilizzo è in regime di concessione che viene rilasciata dalla Città metropolitana. Il rilascio della concessione presume un permesso di ricerca, che ha durata di 3+2 anni mentre la concessione ha durata 20 anni.

Quindi se Damilano dovesse divenire sindaco sarà a capo dell’ente che fornisce permessi e concessioni alla Pontevecchio srl dove lui oggi risulta essere parte del consiglio di amministrazione (fino a poco fa Amministratore delegato) e suo fratello Presidente.

Credo che di questo ci si debba occupare e che Damilano sarebbe utile non si trincerasse dietro al solito no-comment. Io, come ho già detto e scritto, sono pronto a confrontarmi pubblicamente con lui per chiedergli come potrebbe essere libero con questi due ruoli sulle spalle e come potrebbe trattare liberamente e duramente con la regione Piemonte con questo conflitto di interesse. Damilano farebbe tutte le parti in commedia: chi dà le concessioni e chi le riceve. A mio modesto avviso si tratta di una questione dirimente”.

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