La grande sceneggiata

Matteuccio (Salvini) il Comandante proprio non ce la fa ad essere il numero due.

Più la Meloni alza la voce e aumenta nei sondaggi più lui alza la voce sperando di riaumentare nei sondaggi. Un po’ assomiglia alla parabola dell’altro Matteuccio (Renzi  il Toscanaccio, massimo risultato alle Europee e poi la parabola discendente. Una cosa è certa: al Sud non ha sfondato. Addirittura,  secondo i sondaggi a Napoli se la giocano centro sinistra e centro destra con il mitico Bassolino che supera il 15 % . Non fa brodo polemizzare con Lamorgese.  Tanto Lei ha la copertura di Mario Draghi. Furibondi quelli di destra che sanno un po’ di razzismo con Malogo’ che vuole dare la cittadinanza agli sportivi non italiani capaci. E subito Enrico Letta vuole varare una legge sulla cittadinanza,  giusto per beccarsi il solito no da Salvini che, almeno per ora, ha già fatto saltare la legge Zan, giusto per gradire. Sembra una grande sceneggiata da destra come da sinistra. Chi,  a queste elezioni si gioca tutto, è il Pd con la segreteria di Enrico Letta. Un partito,  ops, un gruppo di persone, decisamente inguaiato. Addirittura c’è chi sostiene che Enrico Letta potrebbe non essere eletto. Rischia di brutto pagando le colpe di altri sul Monte dei Paschi di Siena.
A Torino,  bene che vada se ne riparla al secondo turno,  contando sui voti pentastellati.  Con Calenda che conferma il suo appoggio a Lorusso a condizione che non ci siano nei paraggi i pentastellati. Ergo: non è detto che noi ci siamo al secondo turno. Anzi per l’esattezza è molto probabile che non ci siamo al secondo turno. Con un’altra probabilità che non ci siano anche i pentastellati al secondo turno,  sia a Roma che a Torino. Che dire  poi di Milano.  Se Sala perde perde anche il Pd.  Se Sala vince ha vinto solo Sala che è uscito o perlomeno ha lambito il Pd. Insomma, concludendo, questo PD è proprio malmesso.  Il canto del cigno? Probabile. In fondo il pd è rimasto solo il brutto anatroccolo partorito da un matrimonio solo d’ interesse tra Ds e Margherita. Per capirci non ha sfondato nei cuori degli italiani rimanendo solo un insieme di “famiglie” e comitati elettorali. Mette in moto se stesso solo in prossimità delle elezioni. I cosiddetti militanti sono la decina di amici di chi si presenta alle elezioni. Continua ad essere preoccupante la situazione di Torino. Vero che in pochi mesi non si poteva fare il miracolo di una risurrezione. Mario Draghi continua ad essere un grande. Ma i suoi Ministri, soprattutto quelli scelti da lui,  mi pare che pochi contano. Aspettano sue direttive. Emblematica la situazione della Val di Susa. Oramai è ufficiale: lo Stato italiano non c’è più. È soli terra di nessuno.  Terra per i No tav di tutta l Europa. Deprimente. Come è deprimente la vicenda del commissario Tav.
Sono di fatto tre anni che non c’è. Prima il devastante Toninelli.  Poi l’ignavia della Demichelis.  Poi la farsa di nominare il Prefetto alto commissario Tav.  Nella vita è sempre bene fare un mestiere. Quando si dice di volerli fare tutti e due, non si fa nessuno dei due. E se si parla di Tav si parla di Torino. Non a caso  Chiaretta tra le prime cose che ha fatto ha ritirato il rappresentante del comune dall’osservatorio Tav mandando l’allora vicesindaco Montanari a sfilare con i no global. Anarchici che hanno trovato facile terreno nel disastro Torino. Verissimo,  i veri responsabili sono Castellani , Chiamparino ed in ultimo Piero Fassino. La parola tragicamente sintesi di questi ultimi trent’anni di subalternità alla Fiat e se sei subalterno ad un potente,  qualche briciola c’è anche per il subalterno. Ma quando anche il potente non è più potente il subalterno è solo dannoso perché inutile. Torino vuole cambiare pagina?
Non so.  Vedremo con quel solito scetticismo che da molti anni, da alcuni decenni ci accompagna.

Patrizio Tosetto

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