Reale Mutua Torino – Tortona: 77-89, che brutta partita

Il basket visto da vicino.

Il punteggio non importa, Torino ha perso ma questo non è un basket spettacolo; è una strana commistione tra calcio e pallamano con giocatori che si spingono e colpiscono sempre e comunque gli avversari.  Ormai esiste probabilmente la regola del vantaggio (che nel basket non c’è…) e la possibilità di tirare o spingere o trattenere sempre l’avversario senza incorrere in penalità fallose. Torino ha giocato male, e su questo, pur avendo piovuto fuori, non ci piove.

Ma non è educativo per le nuove generazioni di atleti e allenatori pensare che il modo di giocare di Tortona sia il modo giusto.

Il basket è, o forse è  meglio dire era, un gioco tecnico, elegante e con stile. Ora sembra una specie di rissa dove il lavoro sporco paga e il pubblico è contento se la squadra vince e dispiaciuto se perde, ma non guarda cosa effettivamente accade in campo.

Far leggere la Divina Commedia ad un computer permette a tutti di ascoltarla, ma se la legge un bravo attore la stessa prende vita e dà emozione e calore. E questo è quello che si vede dagli spalti.

Giocatori esaltati che urlano contro i tifosi locali, pur giocando come dei fabbri, o gesti volgari mai sanzionati dagli arbitri che ormai consentono tutto ciò che non consentirà più di veder giocare a basket. Naismith inventò il gioco per evitare i contatti e penalizzare l’eccesso di violenza. Se fosse stato presente ieri sugli spalti avrebbe preferito nascondere il suo merito dell’invenzione.

La partita. Che dire. Nulla di bello da entrambi i lati. Perpochissimi minuti si è giocato a basket e poi nella “rissa” creata dalla difesa di Tortona la Reale Mutua si è persa, non riuscendo più neanche a fare le cose semplici e quindi hanno subito una sconfitta decisa. C’è chi dice che le partite di calcio belle sono quelle che finiscono 0-0. E chi dice che nel basket vince chi fa segnare un canestro in meno all’avversario o chi preferisce segnarne uno in più.  Ma questo gioco, non è bello.

Che fare? Tornare a giocare a basket. Cercando di segnare i tiri aperti e non farsi sopraffare dalla aggressione sportiva avversaria.

Sperando che Diop voglia tornar a giocare da MVP del campionato,  che Pinkins giochi almeno al suo livello e che Cappelletti riesca a superare i limiti del dolore. Ieri ha giocato solo e da solo Clark. Troppo poco per lamentarsi della sconfitta, meritata tra l’altro.

La vera sconfitta è nella mancanza di qualcosa di bello, che scaldi i cuori e infiammi gli animi.

A volte mi perdo nel comprendere il motivo di questo regresso nello sport, dove ormai è tutto fisicità ed essenziale.  Si vince o si perde, ma poco importa se l’arte e il bel gesto sono meno importanti del risultato.  Ma questa è la città di dove nacque il detto “vincere non è importante, è l’unica cosa che conta”.

E allora, almeno, vinciamo…

ForzaTorino, non si può perdere in questo modo abbassando la guardia regalando partite a chi avendo meno qualità utilizza le armi che ha.

C’è ancora tutto il tempo per vincere bene. La serie al meglio delle 5 partite è sull’1 a 1.

Sempre che vuolsi così colà dove si puote ciò che si vuole… .

Paolo Michieletto

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