Le uova sono da sempre una portata del pranzo di Pasqua. Ma quelle di cioccolato?
Pare che alcuni prototipi fossero già presenti alla corte francese di Luigi XIV, anche se l’uovo di Pasqua così come lo conosciamo fu un’idea di alcuni maestri cioccolatai torinesi ai primi del ‘900.
Del resto fu la duchessa Caterina, moglie del duca Emanuele Filiberto di Savoia, a portare il cacao a Torino dalla Spagna. Mario Marsero, storico delle industrie dolciarie piemontesi, scrive nel libro Dolci delizie subalpine che nel 1700 la vedova Giambone, che gestiva una una bottega in quella che oggi è via Roma, riempì i gusci vuoti delle uova di gallina con dolce cioccolata. Poi, negli anni ’20 del Novecento la Casa Sartorio di Torino brevettò un metodo per modellare con il cioccolato le forme vuote, degli stampi a cerniera messi nella macchina dove un movimento di rotazione permette alla pasta contenuta di distendersi uniformemente su tutta la superficie interna. Nel 1925, animaletti in zucchero o confetti vengono messi all’interno come piccole sorprese. Successivamente sono stati impiegati regali sempre più preziosi. E il boom fu immediato.
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