Sanitari vaccinati, 325mila dosi in Piemonte

L’obbligo vaccinazioni per il personale medico-sanitario è stato oggetto in commissione regionale Sanità  del question time che il consigliere di Forza Italia, Carlo Riva Vercellotti ha posto all’assessore alla Sanità Luigi Icardi.

Secondo i dati forniti dal Dirmei al 23 marzo 2020, poco meno di 325.000 dosi di vaccino contro il SARS-CoV-2 sono state utilizzate a beneficio del personale sanitario in Piemonte, creando le condizioni per garantire la continuità nell’erogazione dei servizi sanitari e un ambiente di lavoro sicuro per gli operatori e pazienti. Nonostante la massiccia adesione del comparto medico-sanitario alla campagna di vaccinazione, si sono registrate alcune situazioni di resistenza tra coloro che, per scelta personale, hanno deciso di non sottoporsi alla profilassi.

“Rispetto all’obbligo di vaccinazione contro SARS-CoV-2/COVID-19 – ha puntualizzato attraverso una nota scritta l’assessore alla Sanità Luigi Icardi – è fondamentale un pronunciamento normativo nazionale che possa rendere obbligatorie alcune vaccinazioni o,  in alternativa, adibire gli operatori ad altre mansioni in modo da rimuovere  il rischio di contagio dei pazienti. Si tratta di un provvedimento fortemente richiesto dalle Regioni e proprio in queste ore è al vaglio del governo. In assenza di previsioni di legge nazionale non si può al momento obbligare nessuno a trattamento sanitario neppure con finalità preventiva, cosi come previsto dall’articolo 32 della nostra Costituzione”.

“Il vaccino contro il Covid è doveroso sul piano etico e obbligatorio sul piano deontologico per quelle categorie di professionisti che vivono accanto ai malati e che hanno come missione quella di proteggere i loro pazienti – ha dichiarato il consigliere Carlo Riva Vercellotti – A livello nazionale, risulta che oltre il 90% degli operatori sanitari abbia aderito alla campagna vaccinale. Nonostante l’elevata percentuale di adesioni da parte del comparto medico-sanitario alla campagna di vaccinazione, sono diversi i casi di rinuncia alla profilassi. Tali operatori sanitari continuano però a svolgere regolarmente la propria professione all’interno delle strutture ospedaliere, rappresentando un possibile vettore di contagio per sé stessi, i pazienti e l’intera comunità. In caso di contagio, oltre al grave danno arrecato nella guerra contro il covid19, gli operatori in questione risultano essere destinatari dell’indennità di infortunio”.

Durante il question time sono state discusse anche le interrogazioni di Federico Perugini (Lega) su misure a sostegno delle aziende vitivinicole; di Silvio Magliano (moderati) su richiesta di inclusione del personale ostetrico nell’esecuzione dei tamponi naso faringei e nella campagna vaccinale anti Covid-19 a sostegno del Servizio Sanitario Regionale; di Maurizio Marello (Pd) su Indagine su compost inquinante, traffico illecito di rifiuti; di Diego Sarno (Pd) sulla progettazione definitiva ed esecutiva ospedale unico ASL TO5; di Sarah Disabato (M5S) sull’eseguire a domicilio il test molecolare per casi di infezione da SARS-CoV-2 a chi non può raggiungere in sicurezza gli hotspot; di Marco Grimaldi (Luv) su richiesta di chiarimenti in merito al presunto grave atto censorio da parte dell’Assessora alle Politiche della Famiglia, dei Bambini e della Casa, al Sociale e alle Pari Opportunità; di Domenico Ravetti (Pd) su Dimissioni della Presidente dell’Ente di Gestione dei Sacri Monti Piemontesi; di Francesca Frediani (M4O) su utilizzo ospedale quinto padiglione dell’ex area esposizioni del Valentino.

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