Omosessuali e nozze benedette

IL COMMENTO di Pier Franco Quaglieni

Il responsum della Congregazione per la dottrina della fede sulla impossibilità di benedire in Chiesa le coppie omosessuali, avallato dal Papa che in un’intervista si era dichiarato “aperturista “ sulle famiglie gay, non cessa di sollevare polemiche specie in Europa,  mentre in Italia l’interesse è oggi di nuovo rivolto soprattutto all’aborto che per alcuni è diventato un normale contraccettivo. 

Omosessualità ed aborto sono temi su cui la Chiesa non può modificare le sue posizioni, al di là delle battute polemiche di qualche prete progressista e magari omosessuale e di qualche cattolica femminista. A parere di chi scrive la Congregazione per la dottrina della fede ha molto opportunamente affermato l’impossibilità di equiparare il matrimonio cristiano tra uomo e donne e le Unioni civili tra persone dello stesso sesso. E questo senza intenti omofobi di sorta che condanno senza riserve. Per altri versi, anche la famiglia laica a cui si richiama l’articolo 29 della Costituzione Repubblicana  si fonda sul matrimonio tra uomo e donna perché quell’aggettivo “naturale“ non può avere altre letture. I Padri costituenti discussero a fondo il tema della famiglia, ma nessuno dei costituenti, magari omosessuale, si pronunciò per una famiglia gay. I tempi non erano maturi, diranno alcuni, ma anche oggi quel testo resta un punto fermo della Costituzione. Concordo con Massimo D’Alema che richiamo’  quell’articolo, prendendosi gli improperi della Concia e della Cirinna’. Un omosessuale come lo scrittore Gian Piero Bona che ebbe una lunga convivenza gay era fermamente contrario ad ogni vincolo e soprattutto ad ogni esibizione così frequenti nei giovani gay. Ne parlammo a volte e un giorno si scagliò con violenza contro il Gay Pride che definì sguaiato e volgare. Anche Angelo Pezzana che fu il primo a rivendicare l’ orgoglio omosessuale, non si confuse mai con certe manifestazioni estremiste. Pezzana fu monarchico nella sua giovinezza ed un certo stile gli è rimasto innato.
Questo tentativo recente di forzare la mano e di voler il matrimonio tra persone dello stesso sesso benedetto da un prete è  un vero e proprio arbitrio e un non senso. In Germania c’è un vescovo che si è schierato decisamente contro la Congregazione, come hanno fatto 350 sacerdoti austriaci che continueranno a benedire le coppie omosessuali, affermando che l’amore non è mai peccato. Anche il vescovo di Anversa ha preso una posizione ribelle contro il responsum.  Anche nella Svizzera calvinista serpeggia la protesta. Nessuno però prende in considerazione il problema dei figli di coppie gay,  ottenuti con pratiche che la legge italiana non consente.  La Corte costituzionale si è pronunciata su questo tema con una sentenza che invita il Parlamento a cambiare le leggi vigenti che restano in vigore e andrebbero fatte rispettare. Anche il solito Wladimiro Zagrebelski ha voluto dire la sua a favore naturalmente delle coppie omosessuali.  Da un punto di vista esclusivamente laico ( non invoco motivazioni religiose ) ritengo la famiglia omosessuale con figli un’aberrazione altamente diseducativa che impone a dei minori modelli di vita che sono una vera e propria violenza nei loro confronti. Il genitore uno e il genitore due e’ cosa aberrante.

Che la fortissima “lobby gay” sia riuscita addirittura a sfondare in una parte del mondo ecclesiale lascia molto perplessi perché si rivelano “laici” solo su quel terreno, forse perché l’accusa che molti preti abbiano tendenze omosessuali ed abbiano problemi a rapportarsi con le donne, non è infondata. Non c’è bisogno di essere credenti per avere dei forti dubbi etici su certe pretese. Esigere poi anche la benedizione appare una richiesta davvero inconcepibile. I maggiori teorici delle diverse etiche laiche, quelli seri e non i finti pensatori d’oggi, avrebbero un atteggiamento fortemente critico sulle nozze omosessuali benedette in Chiesa. E sia chiaro che queste idee non sono omofobe, ma sono opinioni che hanno diritto di piena cittadinanza in una Repubblica democratica, non prigioniera di minoranze faziose e intolleranti.

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