IL COMMENTO di Pier Franco Quaglieni
Ieri sera ho visto un giallo non entusiasmante in Tv, talmente poco entusiasmante che la mia attenzione si è spostata su un elemento del tutto marginale del film: un aborto della giovane figlia della commissaria di polizia, affrontato con una indifferenza morale che mi ha turbato: l’ aborto in sostanza visto come la cosa più normale del mondo, una sorta di contraccettivo a cui ricorrere per correggere gli effetti di una distrazione precedente.
Non voglio sollevare vespai di polemiche perché l’aborto può ancora essere usato come una clava tra credenti e non credenti. Ma voglio invece evidenziare che non è un tema che possa eludere a priori la riflessione morale. E allora mi è tornato alla mente uno dei maestri più cari che ritengo davvero decisivi per la mia formazione: Norberto Bobbio . Il filosofo che viene considerato il papa laico della cultura italiana del secondo ‘900 come lo fu Croce nella prima metà del secolo scorso , nel 1981 alla vigilia del referendum sulla legge 194 che legalizzo ‘in Italia l’aborto , nel corso di una intervista, ebbe il coraggio di andare controcorrente rispetto a tutto il fronte laico e sollevo’ delle perplessità che mi fecero riflettere e mi portarono a votare in modo diverso da quello che ritenevo, anche se non ebbi mai il coraggio di dichiararlo pubblicamente e questo resta un mio rimorso e un mio atto di viltà . Illuminante fu un lungo colloquio con il filosofo che ebbi sotto casa sua, quando lo stavo riaccompagnando in macchina a casa dopo una conferenza .
Bobbio dopo aver detto che ci si trovava di fronte ad un problema “molto difficile“ perché c’era un conflitto di diritti e di doveri , ribadiva il diritto
fondamentale del concepito, “quel diritto alla nascita sul quale non si può transigere “. Ed ancora : “ Si può parlare di depenalizzazione dell’aborto , ma non si può essere moralmente indifferenti di fronte all’aborto“. Se penso alle posizioni di Emma Bonino e di tutto il movimento femminista di allora devo invece rilevare una sostanziale indifferenza morale di fronte al problema in base allo slogan che il corpo della donna e’ soltanto della donna. Una frase che e’ sicuramente in parte vera, ma non totalmente. Pochi sostenitori della legge 194 riconobbero che abortire rappresentava comunque una tragedia innanzi tutto per la donna. Il Partito comunista ebbe questa posizione che ben si inscerisce nella storia di quel partito La stessa legge 194 ,se applicata interamente, non era e non è una legge solo abortista ma che prevede interventi preventivi .
Bobbio non invocava ragionamenti religiosi, ma si richiamava ad un’etica esclusivamente laica .
Certo il problema è molto complesso e riguarda anche la mancanza di un’educazione sessuale in primis famigliare e il rigore della Chiesa contro i contraccettivi ribadito da Paolo VI nell’enciclica “Humanae vitae”.
Non mi permetto di dare giudizi, ritengo, ad esempio, che la battaglia di Giuliano Ferrara del 2008 sull’aborto sia stata una farsa un po’ grottesca imbastita su un problema molto serio sul quale l’ultima parola tocca alla donna. Ma certo l’indifferentismo morale dei tempi che viviamo, non è neppure accettabile. Su certe scelte va sempre rispettato il pensiero di tutti che è poi un caposaldo del pensiero laico, almeno di quello di matrice liberale. Ma l’indifferenza disinvolta di fronte alla vita non è facilmente accettabile. E questo a prescindere da valutazioni religiose che ciascuno di noi, nell’intimo della sua coscienza, può più o meno accogliere.