Nucleare, Ruffino (Fi): “Il caso scorie non sia la nuova Tav”

Il governo che si è presentato sempre in ascolto del Paese e del Enti locali, impegnato nella comunicazione trasparente e tempestiva, ha tirato fuori dai cassetti la mappa con l’individuazione dei siti idonei ad ospitare il deposito nazionale delle scorie nucleari senza avere consultato nessuno dei soggetti interessati.

Non è stato un bell’esempio di coesione istituzionale, visto che quella mappa è rimasta chiusa nei cassetti del ministero per molti anni non avendo nessuno il coraggio di tirarla fuori per avviare una discussione e un confronto pubblico all’altezza dell’impegno chiesto ai territori.

     Il question time  da me presentato per ottenere una proroga dei termini, e accolto dal governo, è solo il primo passo nella direzione di un dibattito che andava avviato anni fa. Non vorrei che accada per la costruzione del deposito nazionale delle scorie nucleari quello che in tempi remoti era accaduto per la Tav, anche se sull’Alta Velocità va dato atto ai governi Berlusconi di aver sempre coinvolto gli enti locali e le popolazioni locali. Dico la Tav perché, nonostante tutto, a distanza di 30 anni siamo ancora alle prese con le resistenze di chi si dice contrario. Si pone il problema degli indennizzi da erogare ai Comuni eventualmente coinvolti, indennizzi da riconoscere anticipatamente o in parallelo all’avanzamento dei lavori. La proroga dei termini del confronto pubblico va anche utilizzata per acquisire eventuali manifestazioni di interesse da parte di Comuni e territori non censiti nella mappa del ministero. Quello che si chiede al governo che verrà è di seguire una via all’insegna della trasparenza e del coinvolgimento, ricordandosi che ANCI, ANPCI e la Conferenza delle Regioni sono articolazioni dello Stato e come tali hanno il diritto-dovere di esprimersi su una vicenda importante come il deposito nazionale delle scorie nucleari.

Daniela Ruffino, deputata di Forza Italia

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