Sono passati ormai 77 anni da quel 5 gennaio 1944 quando si consumò uno dei tanti drammi della seconda guerra mondiale.
In quel giorno lontano 27
civili innocenti, rastrellati nei campi e nelle case vennero uccisi dai nazi-
fascisti nella piazzetta della frazione Ceretto di Costigliole Saluzzo, proprio
al confine con il comune di Busca. Per questo episodio i Comuni di
Costigliole Saluzzo e di Busca vennero insigniti della Medaglia d’Argento
al Valor Civile dall’allora presidente della Repubblica Carlo Azeglio
Ciampi. Quest’anno, il 10 gennaio, a causa dell’emergenza sanitaria i due
comuni hanno organizzato la cerimonia di commemorazione, per la prima
volta in forma non pubblica, alla presenza delle sole autorità comunali dei
due centri interessati, con i sindaci Fabrizio Giacomo Nasi di Costigliole
Saluzzo e Marco Gallo di Busca e dell’Associazione 5 febbraio che ricorda
l’eccidio, come sottolinea Ivo Sola, assessore del Comune di Costigliole
Saluzzo che evidenzia anche come è stato dato proprio in questi giorni alle
stampe un volume di Livio Berardo “Ceretto 5 gennaio 1944: Cronaca di
un eccidio”.
Il volume, pubblicato da Fusta, riaggiorna il lavoro originale del 1974
approfondendo gli antefatti della strage di 27 civili di 77 anni fa e cerca di
spiegare perché i sopravvissuti non ebbero giustizia. Al suo interno anche
carte processuali e documenti del progetto
italo-germanico dell’“
Atlante delle stragi nazifasciste in Italia”.
Le due amministrazioni comunali hanno commissionato un lavoro di
riedizione a Berardo, storico e già presidente dell’Istituto storico della
Resistenza di Cuneo.
PRESENTAZIONE ON LINE
Il libro, pubblicato da Fusta editore di Saluzzo, con il sostegno dei due
comuni e impreziosito da una copertina disegnata da Araldo Cavallera, sarà
presentato online nelle prossime settimane, con gli interventi di Paolo
Pezzino (Università di Pisa), Guido Neppi Modona (già membro della
Corte Costituzionale) e Carlo Gentile (Università di Colonia, Germania).
Sperando di poter presto organizzare una serata pubblica.
I sindaci di Busca e Costigliole Saluzzo, Marco Gallo e Fabrizio Nasi
dicono: «Siamo grati al ricercatore Livio Berardo, che ha preso a cuore la
storia dell’eccidio di Ceretto, frazione al confine trai nostri due territori, e
ora torna con una nuova edizione arricchita da fatti e testimonianze inedite
e importanti. A noi amministratori il compito di rinnovare alla memoria il
sacrificio di vite umane e il valore della libertà».
RISVOLTI LOCALI E INGIUSTIZIE
Al centro dell’opera rimangono le testimonianze che l’autore raccolse
nell’autunno-inverno del 1973, con l’intermediazione del partigiano
Giovanni Sola, nelle case dei parenti, vedove e orfani, delle vittime del
rastrellamento del 5 gennaio 1944.
Spiega il curatore Livio Berardo: «Cambia la prima parte, quella che tratta
degli antefatti, con nuovi approfondimenti sui risvolti locali. Se ne
aggiunge integralmente una terza, che cerca di spiegare perché i
sopravvissuti non ebbero giustizia, malgrado il sostegno dei partigiani e
l’impegno della magistratura cuneese».
CARTE INEDITE DAI TRIBUNALI E DALLA GERMANIA
Ne deriva, perciò,
un volume più consistente, aggiornato non soltanto
bibliograficamente, tenendo conto delle ricerche condotte con il progetto
italo-germanico dell’ Atlante delle stragi nazifasciste in Italia , quanto nella
base documentale. Se il lavoro del 1974, immodificato, tranne che per
aspetti marginali, con la riedizione per il quarantennale (1994) e quella del
2006, anno del conferimento ai due Comuni della Medaglia d’argento a
Valor civile per quei fatti, era essenzialmente un esempio di storia orale,
questa ultima versione approfondisce diversi documenti inediti, che
anticipa lo storico: «Utilizziamo gli Atti del processo
svoltosi dall’8 al 10 ottobre 1946 contro Corrado Falletti di Villafalletto e quattro componenti
della squadra “E. Muti” di Villafalletto davanti alla II sezione della Corte
d’assise straordinaria di Genova. Attingiamo inoltre ai documenti tedeschi,
a cui oggi è finalmente possibile e indispensabile ricorrere per ricostruire i
movimenti delle unità impegnate nei presidi territoriali o nelle operazioni
di rastrellamento».
«Dall’incrocio – conclude Berardo – tra passi di delibere e di lettere
presenti negli archivi comunali con le carte del Bundesarchiv e le
dichiarazioni dei testimoni, emerge oggi l’identità degli autori dell’eccidio,
fascisti e tedeschi, impuniti, se non addirittura premiati nella carriera
militare del dopoguerra».
Massimo Iaretti