L’etichetta parlava di “Made in Italy”, di fatto però, i milioni di articoli sequestrati dalla Guardia di Finanza di Torino erano interamente prodotti ed importati dalla Repubblica Popolare Cinese.
L’operazione, condotta dai Finanzieri del Gruppo Pronto Impiego con l’ausilio dei colleghi della Tenenza di Lanzo Torinese e coordinata dalla Procura della Repubblica Torinese, ha avuto inizio nei scorsi giorni quando, in alcuni negozi del capoluogo piemontese, i Finanzieri hanno notato esposti sugli scaffali, prodotti per la casa di una nota azienda italiana, le cui etichette e le indicazioni merceologiche erano palesemente contraffatte. Gli articoli, reclamizzati come “Made in Italy”, erano di fatto falsamente etichettati circa la loro provenienza e origine, il tutto incorniciato dalla simbologia inequivocabile della bandiera tricolore.
Le successive indagini hanno portato gli inquirenti sino al deposito della merce, individuato in un piccolo centro del Canavese.
Oltre 8 milioni i coltelli, pronti per essere venduti come articoli “Made in Italy” ma di fatto prodotti in Cina, sequestrati per quella che appare come una gigantesca frode in commercio da oltre 5 milioni di euro.
Un ingente sequestro che ora vede tre imprenditori italiani denunciati all’Autorità Giudiziaria Torinese per frode in commercio.
Gravi irregolarità sono state accertate all’interno dell’azienda anche in materia di sicurezza sul lavoro: macchinari in precarie condizioni, tra l’altro alcuni muniti di lame taglienti senza alcuna protezione a tutela del lavoratore, sversamenti di liquami, capannoni interrati senza illuminazione; criticità queste che hanno indotto i Finanzieri a richiedere l’intervento da parte dello Spresal di Ivrea.
Gli stessi imprenditori coinvolti, fin da subito di fronte ai militari che effettuavano la perquisizione, si sono impegnati a modificare le indicazioni merceologiche in previsione delle successive importazioni.
L’attività della Guardia di Finanza oltre a contrastare tutte quelle forme di concorrenza sleale è anche mirata alla tutela dei “Distretti Industriali”, che da tempo è uno dei principali obiettivi strategici dei compiti di polizia economico finanziaria esclusivi del Corpo
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