In caso di forte accesso agli hotspot scolastici, ho chiesto che se ne aprano immediatamente di nuovi e che comunque ci sia un prolungamento dell’orario di servizio”.
Così l’assessore alla Sanità Luigi Icardi ha risposto a Marco Grimaldi (Luv) che nel corso del question time in Consiglio regionale lo ha interrogato su “Ritardi e problemi hotpost scolastici nella città di Torino”.
Grimaldi ha domandato se sia vero che in alcuni casi “una volta terminati i tamponi a diposizione nell’hotspot, si mandino a casa persone che hanno fatto ore e ore di coda, senza eseguire le analisi. Peraltro – ha detto – al momento ci vuole più di una settimana per ottenere i risultati, poi si chiede di prenotare, ma è proprio il contrario di quello che un hotspot dovrebbe essere. All’Amedeo di Savoia, per esempio, dichiarano di riuscirne a fare la metà del necessario”.
L’assessore ha ribattuto che non ritiene verosimile il caso di mancanza di tamponi ma che in effetti l’accesso agli hotspot scolastici, con l’arrivo della stagione fredda, è aumentato sensibilmente. “La Regione Piemonte per ridurre i tempi d’attesa ha previsto appunto l’accesso libero, oltre la prenotazione, ed è possibile che proprio per questo si verifichino dei disservizi. Il caso che lei ha presentato, è stato sottoposto all’assessorato e ho chiesto una relazione. Ho chiesto che quando si verifichino situazioni del genere, come successo anche a Settimo, si aprano immediatamente nuovi hotspot e si proceda con il prolungamento dell’orario degli stessi”.
Sono state anche discusse le interrogazioni di Daniele Valle (Pd) sulla riapertura poliambulatorio di via Gorizia, di Silvio Magliano (Moderati) sui tamponi gratuiti per i volontari anti-Covid, di Domenico Rossi (Pd) sulle Conseguenze relative alla scelta dell’Ospedale di Borgosesia come ospedale Covid di quadrante, di Francesca Frediani(M5s) sul Potenziamento del servizio Tpl per le scuole.
Di Mauro Salizzoni, infine, (Pd9) l’interrogazione “Erogazioni liberali per sostenere il Sistema Sanitario durante l’emergenza Coronavirus. Perché in Piemonte non sono stati impiegati circa 7 milioni di euro di donazioni?”. A questa interrogazione Icardi ha risposto che non si tratta di un’informazione corretta. Sinora sono stati introitati circa 20 milioni di euro di donazioni. La Regione ha stabilito le modalità per distribuire alla Sanità questi fondi. Sei milioni per le mascherine, 8 per attrezzature e materiali alle Asl. 1,5 milioni è in corso la distribuzione alle Asl e per 5,8 è stata avviata una ricognizione per acquistare ventilatori polmonari e attrezzature necessarie alla terapia anti Covid.