I numeri di questi giorni certificano che il sistema è in crisi e che occorre riaprire l’unità di crisi 24 ore su 24.
Gli ospedali necessitano di coordinamento continuo sulla gestione della pandemia e dei ricoveri: tra poche settimane, se il trend non si arresta, saremo in crisi.
La Giunta regionale continua a dichiarare, ancora ieri, una capacità di 15.000 tamponi al giorno. Un numero mai raggiunto fino ad oggi e che pare smentito anche da un documento del DIRMEI del 25 settembre 2020.
In questo documento si fissa a 12.000 l’obiettivo, ancora da raggiungere, precisando che i laboratori del SSR sono capaci di arrivare a 6500 tamponi, se non fosse che per la carenza di reagenti, sempre secondo il DIRMEI, la loro capacità va considerata dimezzata del 50%. Si arriva a 12.000 ricorrendo al privato per 3500 tamponi (convenzionandosi però per 5000) e ai due nuovi laboratori di Novara e La Loggia, che hanno un potenziale di 1000 cadauno mai ancora raggiunto.
Ieri si è toccato il fondo.
Con 5967 tamponi, la metà della Toscana, un terzo dell’Emilia Romagna e un quarto del Veneto, il Piemonte dimostra tutta la sua fragilità. Non è solo il numero assoluto che colpisce, ma anche la straordinaria incidenza di positivi: 499, il 10% sui tamponi effettuati, contro i 339 (2%) dell’Emilia, i 657 del Veneto (3%) e i 575 (5%) della Toscana.
Vuol dire che da noi il virus sta circolando in maniera incontrollata.
D’altronde anche i dati dei ricoveri lo indicano: a pari popolazione e numeri simili di ricoverati in terapia intensiva, il Piemonte ha 562 ricoverati non intensivi, contro i 383 dell’Emilia, i 229 della Toscana e i 271 del Veneto.
C’è poi un altro dato che preoccupa e che l’Assessore dovrebbe spiegare: l’incremento delle persone messe in isolamento domiciliare è inferiore addirittura all’incremento giornaliero delle persone contagiate. Ma se il contact tracing serve a interrompere la catena di trasmissione anche questo dato ci dice che c’è qualcosa che non funziona.
Dalle segnalazioni che riceviamo una risposta è da cercare nei tempi, sempre di più lunghi, tra identificazione di un caso positivo e l’indagine epidemiologica sui suoi contatti stretti. Molto spesso si arriva alla fine del periodo di quarantena con la conseguenza che il virus ha continuato a girare. Non basta, quindi, potenziare la rete dei laboratori, ma anche la rete del personale sanitario che opera sul territorio. I SISP non sono più in grado di rispondere o di rispondere in tempi ragionevoli.
Martedì ci aspettiamo finalmente un’informativa chiara da parte del Presidente Cirio e dell’Assessore Icardi. Il Consiglio e i cittadini piemontesi, oltre agli annunci, meritano la massima trasparenza.
Domenico Rossi, Vicepresidente Commissione Sanità
Daniele Valle, Coordinatore Gruppo di indagine sul Covid19
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