Scuola, i nuovi criteri per migliorare l’offerta formativa ed educativa

Gli uffici dell’assessorato regionale all’Istruzione hanno elaborato un’unica proposta di delibera che approverà dei macro-criteri che permetteranno la programmazione degli interventi per garantire e migliorare i livelli di qualità dell’offerta formativa ed educativa,

a sostenere le azioni per la prevenzione e contrasto dei fenomeni del bullismo e cyberbullismo, la promozione per il riconoscimento per la lingua italiana dei segni e per la piena partecipazione delle persone sorde alla vita collettiva. Il documento, comprensivo dell’approvazione dei criteri, dovrà essere discusso presso la commissione consiliare competente.

È questa la risposta dell’assessore Elena Chiorino  all’interrogazione del Partito Democratico che chiedeva con precisione i tempi di approvazione del provvedimento di Giunta che deve individuare criteri e modalità per realizzare progetti di sperimentazione organizzativa, didattica, educativa e per ampliare l’offerta formativa.

La successiva interrogazione proposta dal Partito Democratico e dai Moderati, chiedeva quale sia il destino per la formazione accreditata, in particolare per le realtà che stanno erogando la formazione a distanza e per quelle impossibilitate a farlo.
Dopo la dichiarazione dello stato di emergenza – ha risposto l’assessore – che prevedeva la sospensione di molte attività, compresa quella dei corsi di formazione professionale, “ è stato individuato e formalizzato un gruppo di lavoro che ha gestito la predisposizione dei provvedimenti connessi all’emergenza in coordinamento con la Giunta e la Protezione civile. Ha approvato una serie di atti che hanno chiarito le modalità e le condizioni per la ripresa delle attività formative attraverso lo svolgimento di lezioni a distanza sia in modalità sincrona che asincrona, rendendo così disponibile ai cittadini la continuità dei servizi già programmati per il 2020”.

Per la formazione professionale sono state elaborate nuove modalità flessibili di erogazione della formazione a distanza anche dove non previste dalle specifiche direttive e sono state fornite le prime istruzioni operative per consentire l’avvio delle attività in corso e di nuove.
I gruppi Partito Democratico, Moderati e Monviso hanno poi chiesto quali provvedimenti siano stati presi per la riapertura dei servizi educativi e quali azioni s’intendano attuare per garantire una accessibilità più ampia possibile.
L’assessorato, ha chiarito l’assessore, “ha posto subito l’attenzione alle esigenze provenienti dai servizi e dalle famiglie con bambini da zero a tre anni e sull’opportunità di una riapertura straordinaria, avvenuta in seguito all’emanazione delle normative nazionali a cui la Regione non ha posto correttivi permettendo la ripresa delle attività con un rapporto educatore/bambino di tipo ordinario.” Dal 31 agosto scorso è ripresa l’attività ordinaria, tenuto conto di quanto approvato dalla Conferenza Stato-Regioni e dal governo, mentre la Regione ha avviato una apposita rilevazione informatica a cui hanno partecipato i Comuni piemontesi che hanno servizi educativi da zero a due anni con la ripartizione di risorse ministeriali e con la quota di cofinanziamento regionale tra i 343 Comuni per un totale di 21.707 bambini.

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