CCNL rider, Grimaldi: “contratto ‘pirata della strada’

“Conte fermi i furbetti della gig-economy, e prenda in mano la nostra Proposta di Legge al Parlamento: no al cottimo, sì a tutele di un vero contratto di lavoro”

“È un contratto ‘pirata della strada’, ditemi se vi sembrano condizioni dignitose. Sapevamo che le aziende, pur di mantenere i privilegi dello sfruttamento del caporalato digitale, avrebbero firmato un contratto di comodo con qualsiasi sindacato disponibile, e così è stato: il CCNL rider sottoscritto nelle scorse ore è ai limiti della decenza. Noi crediamo che il pagamento a cottimo sia una pratica fuori dal tempo e molto pericolosa per i lavoratori perché, per un fattorino in bicicletta, essere pagato a consegna significa sentirsi obbligato a correre più veloce e mettersi in pericolo per fare più consegne possibile. Invece nel contratto firmato il pagamento a cottimo rimane e, nonostante quanto si legge, è addirittura più penalizzante di quello attualmente in vigore: una consegna da 15 minuti (più o meno la norma) viene pagata 2,50€ e tutte le consegne al di sotto dei 15 minuti vengono penalizzate; una consegna da 7 minuti verrà pagata la miseria di 1,16€” – è il pensiero di Marco Grimaldi, capogruppo di Liberi Uguali Verdi in Regione Piemonte, in merito alla firma del primo Contratto Collettivo Nazionale del Lavoro firmato da AssoDelivery , associazione che rappresenta l’industria italiana del food delivery, e il sindacato UGL.

“Se nella situazione attuale, per riuscire a guadagnare 10€ in un’ora (con una piattaforma che pagava 2.50€ per ogni consegna) un fattorino deve riuscire a fare quattro consegne in quel lasso di tempo – prosegue nel suo ragionamento Grimaldi –, con le regole del CCNL il rischio è che un rider debba correre come un disperato nella speranza di riuscire ad effettuarne più del doppio, sempre che gli arrivino gli ordini: a me – attacca Grimaldi – non pare proprio un contratto a tutela dei lavoratori, ma che avvantaggia solo le piattaforme del food delivery”.

“La nostra posizione è sempre stata agli antipodi – continua Grimaldi, da sempre impegnato nella battaglia a tutela dei ‘fattorini’ – fin dal novembre del 2018, quando in Consiglio regionale è stato approvato un nostro emendamento che vieta il cottimo nei servizi di consegna a domicilio in Piemonte, prima regione a farlo. Ma questo non bastava, per questo abbiamo successivamente presentato una proposta che riscrivesse le regole del gioco, ridefinisse il concetto di subordinazione e garantisse le tutele del lavoro, regolarizzando i lavoratori della gig economy a livello nazionale, e prevedendo di estendere a rider, fattorini e a tutti i lavoratori delle piattaforme tecnologiche i diritti da cui erano, e saranno anche dopo la firma di questo CCNL, esclusi: condizioni contrattuali formulate per iscritto, il riconoscimento delle spese commisurate all’utilizzo dei propri mezzi, il diritto a godere di tutele assicurative e previdenziali, l’accesso alla formazione, il divieto della retribuzione a cottimo e un orario di lavoro settimanale non inferiore alle otto ore e, soprattutto, un salario (minimo orario legale) dignitoso”.

“Purtroppo ci aspettavamo questo epilogo – conclude Grimaldi – stiamo infatti ancora aspettando che il Ministero del Lavoro e le Commissioni parlamentari ci chiamino in audizione, questo perché la legge per regolamentare la gig economy è rimasta in qualche cassetto. Ma mentre da Roma si prende tempo, le aziende invece corrono, o meglio fanno correre i rider per le strade, e firmano contratti capestro con sindacati che non rappresentano nessuno, sfruttando una scappatoia che purtroppo è presente nella legge uscita dalla conversione del decreto: le parti avevano 12 mesi per raggiungere un accordo e questa firma last minute serve solo per continuare lo sfruttamento dei fattorini”.

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