Comprare oro a 2000 dollari?

In questi giorni dal deposito di Paperon de’ Paperoni le urla di gioia soffocano il rumore del caotico traffico di Paperopoli: sono quelle del papero più ricco del mondo che, tuffandosi nelle sue monete d’’oro, vede il loro valore crescere di un fantastiliardo al giorno…

, perché il metallo giallo, che lo zio di tutti i paperi tesaurizza,cresce apparentemente senza limiti ed ha sfondato il “muro” che sembrava invalicabile di 2.000 dollari l’oncia (una misura inglese che vale 28,35 grammi).

Uscendo dai fumetti e tuffandoci nella realtà, conviene fare alcune riflessioni sul fenomeno.

ALTI E BASSI: NON SEMPRE UN AFFARE

Tesaurizzare l’oro è una forma d’investimento che risale alla notte dei tempi; perché mettere da parte il metallo giallo ha affascinato milioni d’investitori.

E chi accumula sterline auree, marenghi o krugerrand, oggi si frega le mani guardando con commiserazione chi preferisce comprare un appartamento o sottoscrivere BTP…

Ma vale veramente la pena tesaurizzare l’’oro o non è meglio usarlo come ogni altra forma d’investimento, cercando di sfruttare periodi positivi, ma vendendolo, invece, quando l’onda del rialzo rischia di creare una bolla speculativa?

Per rispondere è bene guadare fatti e cifre.

Dall’inizio del millennio ad oggi il prezzo è salito da 270 a 2.050, un rialzo impressionante del 650%; ma dal 1995 al 2001 il prezzo è sceso da 400 a 270 (con una flessione del 32%). E nel più lungo periodo, notiamo che nel 1981 la quotazione era (guarda caso…) 400 dollari, quindi nei 14 anni dal 1981 al 1995 il rendimento è stato nullo!

Diverso il discorso per uno speculatore attento e capace: nel 1860, ad esempio, durante la guerra civile americana, la quotazione dell’oro passò da 22 a 60 dollari l’oncia, triplicando il valore in pochissimo tempo. Ma, appena sopraggiunta la pace, la quotazione tornò sui precedenti livelli

Alla fine della seconda guerra mondiale (dopo ottanta anni) il prezzo era arrivato a 35 dollari l’oncia (guadagno del 50%, niente rispetto ad investimenti alternativi in un periodo così lungo!) e restò immutato fino alla fine della convertibilità in oro del dollaro, quando il prezzo balzò, in quattro anni, fino ad oltre 150 dollari.

Un altro grande boom si verificò negli anni Ottanta, con un prezzo cresciuto fino a 850 dollari l’oncia, livello rimasto, però, isolato fino al 2007…

Sì, l’oro trasmette valore attraverso i secoli ed i millenni, ma non è un affare nel lungo periodo, anzi. Dal 1700 ad oggi il metallo giallo si è incrementato, in termini reali, dell’1,5% anno.

Insomma, non è tutto oro quel che luccica; nemmeno l’‘oro…

E guadagna chi non tesaurizza ma specula, comprando e vendendo (sperando di azzeccare i momenti giusti!).

 

COME COMPRARE ORO: LE MONETE

Per investire in oro il sistema classico è quello di comprare monete auree, che possono essere vendute anche per piccole quantità, in caso di necessità.

Il vantaggio delle monete è che possono essere custodite in una cassetta di sicurezza in banca, in forma totalmente anonima, consentono di accumulare un grande valore in poco spazio, sono un bene “incorruttibile” e facilmente trasferibile tra privati, sfuggendo alla tassazione su redditi e plusvalenze.

È importante non confondere le monete in metallo prezioso con le monete commemorative o numismatiche, il cui valore dipende dal disegno e dalla finitura più che dal contenuto in oro, e che non convengono come investimento (quando andate a venderle, scoprirete che non valgono nulla in più dell’‘oro contenuto…).

Le monete più trattate sul mercato sono le sterline inglesi (“vecchie” e “nuove”), i marenghi di vario conio (francese, italiano, belga), i krugerrand sudafricani, i dollari USA (aquila o indiano), i cileni, i pesos messicani. Per l’‘acquisto ci si può rivolgere a negozi specializzati, stando attenti a richiedere un certificato di garanzia per eventuali necessità di rivendita.

I prezzi delle varie monete sono pubblicati dai principali quotidiani finanziari.

UN’’ALTERNATIVA: TITOLI MINERARI

In un mondo in cui il “bene fisico” sembra sparire, ci sono le alternative all’acquisto dell’oro: si tratta delle azioni delle società minerarie che estraggono il metallo giallo oppure i fondi comuni che investono esclusivamente in oro.

La prima alternativa è basata sulla considerazione che il rialzo del prezzo dell’’oro porta maggiori utili per chi lo estrae (perché i costi sono fissi, ma i ricavi aumentano). La maggior parte delle società è quotata in Sudafrica, ma ce ne sono quotate anche nelle Borse di Svizzera, Gran Bretagna, Stati Uniti ed Australia. La scelta naturalmente va fatta con molta attenzione, avvalendosi del consiglio di esperti in grado di selezionare i titoli migliori. E’ un investimento tipico per speculatori e per chi conosce abbastanza bene le regole della Borsa e dell’acquisto di titoli all’estero.

Sarebbe fuorviante equiparare l’investimento in azioni ordinarie di un’azienda mineraria specializzata in estrazione aurifera con un investimento diretto in oro, poiché vi sono differenze significative. Il potenziale di rivalutazione di un’azione di un’azienda mineraria dipende dalle aspettative per quanto riguarda il prezzo futuro dell’oro, il costo dell’estrazione, la probabilità di ulteriori scoperte d’‘oro e vari altri fattori. Il successo dell’investimento dipende quindi, in una certa misura, dai profitti futuri e dal potenziale di crescita dell’azienda e non solo dal prezzo del metallo.

MA CI SONO ANCHE GLI ETF

La seconda alternativa apparentemente è migliore, perché si tratta di acquistare quote di un ETF che investe in oro. Come noto, gli ETF sono fondi comuni quotati in borsa, facilmente comprabili e vendibili con costi irrisori, che riflettono passivamente l’andamento della Borsa o del bene cui sono indicizzati.

Nessun problema di cassetta di sicurezza, ricerca dell’eventuale compratore in caso di necessità di ricuperare i soldi, nessun problema di incappare in truffatori che ti rifilano patacche con l’immagine della regina Elisabetta…

Ma attenzione!

Non tutti i fondi investono effettivamente in oro (acquistandolingotti ed immagazzinandoli). Si sono, purtroppo, diffusi anche ETF “finti” che non comprano l’oro, ma certificati rappresentativi dell’oro o addirittura speculano attraverso futures o contratti derivati. In certi casi si è verificato che alcuni fondi non hanno beneficiato dell’’enorme rialzo del prezzo del metallo giallo, perché i costi di continuo rinnovo dei contratti di futures erodeva in misura rilevante gli utili teorici conseguiti.

Attenzione, quindi, a scegliere un fondo “vero” che detenga sul serio l’‘oro e che quindi ne segua perfettamente l’andamento.

 

I VANTAGGI DELL’INVESTIMENTO IN ORO

Aggancio dell’investimento al dollaro

Mercato mondiale

Possibilità di forti guadagni nel breve periodo

Massima riservatezza

Nessuna tassazione (neanche di successione, se conservato in casa

GLI SVANTAGGI DELL’INVESTIMENTO IN ORO

Nessun reddito

Alto costo di commissioni

Rischio di acquistare pezzi falsi

Possibilità di forti perdite

Gianluigi De Marchi

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