Con “Sinfonie d’amore” Graziella Minotti Beretta raggiunge il traguardo dell’undicesima silloge poetica. Anche in quest’ultima raccolta i sentimenti espressi ( amore, amicizia, l’affascinato sguardo sulla natura, il profondo senso dell’amicizia e i legami del sangue, i mai dimenticati valori e il grumo a volte tenero, a volte doloroso dei ricordi) seguono il ritmo delle emozioni. L’etimologia stessa della parola emozione va ricondotta al moto.
Smuove, nel senso più largo del termine, scuote, agita e fa vibrare l’animo. Emoziona, appunto. E’ così quando si presenta all’improvviso un amore che, come tutti i sentimenti che meritano attenzione e rispetto, non conosce vincoli d’età e distanze.
E’ così quando s’avverte nell’aria il profumo della primavera, della stagione dei risvegli, o quando uno sguardo, una parola, un solo pensiero assumono la forza dirompente di un temporale estivo. Una delle più grandi attrici italiane, Monica Vitti, parlando un giorno del significato della poesia, disse che per lei era “una grazia, una possibilità di staccarsi un po’ dalla terra e sognare,volare,usare le parole come speranze,come occhi nuovi per reinventare quello che vediamo”. In un mondo che tende a chiudersi, dove spesso gli animi si inaridiscono e i pregiudizi prosperano, dove la comunicazione si riduce a pochi caratteri battuti sulla tastiera di un cellulare c’è più che mai bisogno di sconfinare, viaggiare con il cuore, aprire le finestre della mente e andare oltre. Le emozioni contano e sono preziose perché si muovono, non stanno mai ferme. L’amore stesso è movimento e supera gli ostacoli al contrario del suo opposto, quell’odio che è di per se stesso l’ostacolo più grande in tutto. C’è bisogno del conforto delle parole e c’è chi scaccia le paure, accende i desideri cercando nelle parole il conforto necessario. Il senso e la bellezza della poesia sono racchiuse in questo. C’è bisogno di poesia in questo mondo complicato perché attraverso la poesia ognuno può ricercare e trovare il proprio, personalissimo medicamento dell’anima.
Marco Travaglini