“Scrittori in uniforme” è un’espressione di Max Eastman, citato nel libro di Victor Serge “Memorie di un rivoluzionario” il quale aggiunge:
La messa in uniforme degli scrittori russi richiese anni interi e la libertà creativa sparì nello stesso tempo che la libertà di opinione, a cui è necessariamente congiunta.
Lo sviluppo tragico della Rivoluzione d’Ottobre finì con la repressione nel sangue del pensiero, o questo a sua volta finì nella sua totale sottomissione al totalitarismo comunista.
In un suo articolo, Augusto Grandi evoca Ferruccio De Bortoli, e più precisamente, di fronte all’appello di quest’ultimo per una nuova classe dirigente colta e formata, fa notare come lo Stesso continui a difendere la stessa oligarchia di cui fa parte.
Questo è il problema che affligge la cultura e l’informazione nel nostro Paese: un apparato di controllo in mano alla sinistra la quale, dopo aver devastato la scuola di ogni ordine e grado, aver infiltrato i suoi uomini in tutte le istituzioni artistiche ed editoriali, aver innalzato un cordone di censura nei confronti di ogni opera e voce dissenziente, ora si erge a protettrice di quella libertà e di quella cultura che ha allegramente distrutto…
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