In memoria di Dante Di Nanni

Caro Direttore,  scrivo per testimoniare quanto mi disse mia madre, che era presente, sulla fine di Dante Di Nanni.
Sono figlio di un partigiano, decorato con Croce di Guerra, per meriti partigiani.
Mia madre, Effeta Albanese in Acchiardi, mi ha raccontato, perché era presente, come si svolsero i fatti che portarono alla fine di Dante Di Nanni: tutto vero sulla resistenza del partigiano contro fascisti e tedeschi. Vero che lo trovarono nella canna della pattumiera, ma, quando lo trovarono, Dante Di Nanni era già morto: si era sparato, per non cadere nelle mani degli aguzzini, che certamente lo avrebbero torturato, per farlo parlare. Una ultima annotazione: mentre i fascisti lo spostarono con i loro scarponi, i tedeschi gli resero il saluto militare.
Questo e tanti episodi durante l’occupazione fascista e nazista di Torino fu testimone mia madre, come moltissime altre situazioni, spensierate e drammatiche, vissute e raccontate a me.
Una memoria, a tutti coloro che sacrificarono la loro vita, per una Italia libera e democtatica.
Un saluto cordiale.
dott. Tommaso Acchiardi
Presidente GAU (Gruppo Assistenza Ustionati)
Presidente OCTOPUS (Org. Confederata tra Onlus Pazienti Ustionati)
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