A NIZZA MONFERRATO /
Il museo è sottoposto alle limitazioni previste dal decreto del presidente del Consiglio dei ministri relativo all’emergenza sanitaria. Per le visite future seguire gli aggiornamenti legati all’evolversi della situazione
E’ un gesto quotidiano, semplice, pratico e comodo. Aprire una bustina di zucchero per versarla nel caffè o nel cappuccino, è una consuetudine che tutti, o quasi, escludendo i signori che amano bere amaro, effettuano ogni giorno con grande disinvoltura, senza riflettere e probabilmente senza pensare che dietro a questo gesto c’è una lunga tradizione che è iniziata negli anni ’70, come ricorda Beppe Pero, con una martellata ben assestata alla macchina confezionatrice.
Questo piccolo oggetto così utile, affidabile e dall’indiscussa praticità è il motivo di orgoglio di una famiglia speciale, il protagonista di un progetto visionario che ha trasformato un semplice negozio di alimentari in una fortunata azienda che fattura 40 milioni di euro l’anno con oltre 30 tonnellate di zucchero lavorate, una delle maggiori nel settore in Italia e al primo posto come importatore nazionale di zuccheri grezzi di canna direttamente dai paesi di origine.
Tutta l’affezione messa in questa attività, il sentimento e l’impegno che l’hanno portata al successo e all’ affermazione, grazie a decenni di lavoro e di ricerca della qualità con un occhio particolare e sensibile alla innovazione, è stato sapientemente concentrato in un museo: Sug@R(T) , l’unico al mondo dedicato a queste bustine, il solo che fa cultura con lo zucchero e gli zuccheri, raccontati con il linguaggio della scienza, della storia, dell’arte e del packaging design.
Nato con l’intento di raccontare la lavorazione dello zucchero e narrare la storia della famiglia Pero, il museo rappresenta anche uno strumento didattico che, attraverso differenti percorsi organizzati, rivela curiosità legate al mondo del collezionismo delle bustine di zucchero che non sono da considerarsi meramente dei contenitori, ma anche efficaci mezzi di comunicazione con una precisa valenza culturale. Le bustine catalogate ed esposte nella galleria sono ben 350 mila tra cui quella ritenuta più preziosa e quotata, la Lorenzo Lotto del valore ci 350 euro.
Non tutti sanno che il collezionismo delle bustine di zucchero coinvolge moltissimi appassionati di tutto il globo ed è oggetto di veri e propri raduni. L’interesse per questi minuscoli pezzi da collezione è nato nel ‘900 ed è tornato molto in voga recentemente grazie alla varietà e alla creatività delle serie realizzate, dalle monotematiche alle limitate.
L’ingresso a Sug@R(T) è gratuito, le visite vengono diversificate in base all’interesse e alla tipologia degli ospiti: scolaresche, gruppi, collezionisti, club internazionali. E’ una esperienza unica e interessante che fa rivivere il produttivo e glorioso passato dell’industria italiana e un attuale e florido orgoglio della nostra economia.
Maria La Barbera
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