Matrimonio Re Umberto I con Margherita di Savoia

La storia dei Savoia, la dinastia più longeva di tutte le casate europee

Rubrica a cura di Somewhere Tour & Events

Ma quale fu il segreto che permise ai Savoia di trasformarsi da semplici “conti” nei futuri Re d’Italia? Forse più di uno, ma sicuramente furono in grado di creare un utile stato cuscinetto a ridosso dei valichi alpini, che divideva le grandi potenze europee dell’epoca. Gli storici rilevano spesso l’indole guerrafondaia della dinastia sabauda, che non per nulla potrà vantare nel 1700 una delle migliori accademie militari d’Europa. Tuttavia, l’esercito sabaudo era l’esercito di uno stato povero e non poteva certo competere, sul piano militare, con le corone di Francia, di Spagna o d’Austria.

Sarà nell’abile politica delle alleanze che il ruolo del piccolo e povero stato sabaudo sarà cruciale, arrivando addirittura a capovolgere gli esiti delle grandi guerre che attraversavano l’Europa tra il ‘600 e il ‘700. E, il miglior modo di fare le alleanze, allora come oggi, è quello dei matrimoni. I Savoia avevano la capacità di imparentare la loro numerosa prole attraverso matrimoni strategici con gli eredi di tutte le più importanti casate dell’epoca. E non per nulla, le Madame dei Savoia saranno in grado di condurre una propria politica e di governare anche a lungo come reggenti, contribuendo a stabilizzare gli instabili equilibri dell’epoca.

La storia dei Savoia comincia con la Contessa Adelaide

Questa lunga storia, non a caso, incomincia da un matrimonio con una donna straordinaria: la Contessa AdelaideSiamo alla fine del X secolo e, prima di questo matrimonio, i Conti di Savoia non si erano affacciati al di qua delle Alpi. Adelaide si sposa con Oddone, figlio del Conte Umberto di Biancamano, a sua volta figlio di un mitico Beroldo della casa Sassone, capostipite della casata cui sarà assegnata una contea che faceva perno sull’attuale Savoia. La Marca della Contessa Adelaide, invece, tagliava trasversalmente il Piemonte da Ivrea fino ad Albenga, sul mare, tenendo dentro anche i valichi alpini e quindi l’accesso alla Val di Susa. Così i Savoia iniziano ad interessarsi ai territori subalpini. Ma sarà una strada lunga: Adelaide, che morirà centenaria nel 1091, dopo essere sopravvissuta a 3 mariti e 3 figli, lascerà lo stato in un vuoto politico che durerà a lungo. 

I Conti di Savoia, insieme ai Principi d’Acaja, ramo collaterale della famiglia, li ritroviamo già verso la fine del ‘200 e poi con l’epoca degli Amedei tra il ‘300 e il ‘400. Tra tutti, ci piace ricordare Amedeo VI, il Conte Verde, che fu personaggio davvero cruciale. Oggi vi aspetta proprio davanti al municipio, nel monumento commissionato da Carlo Alberto a Pelagio Palagi nel 1830, forse posto lì per ricordare che fu il primo Signore di Torino non solo a riconoscere le leggi comunali, ma a riordinarle tutte in un codice coerente che verrà incatenato a una delle colonne dell’ingresso del Palazzo di Città. 

Da Conti a Duchi, con Amedeo VIII Duca di Savoia

Il passaggio da Conti a Duchi i Savoia lo fecero con un personaggio davvero originale: Amedeo VIII, che nel XV secolo si autonominò Duca ed anche Papa! Ma è solo con il Duca Emanuele Filiberto, che deciderà di spostare da Chambery a Torino la capitale del ducato sabaudo, che si apre la stagione moderna della dinastia. Siamo negli anni ‘60 del ‘500, gli anni in cui nasce per volere del Duca la Cittadella di Torino, fortezza militare all’avanguardia per l’epoca e che segna il passaggio verso Torino Capitale. E proprio con Emanuele Filiberto prima e poi con suo figlio Carlo Emanuele I, i successori e le madame reali Cristina Di Francia e Giovanna Battista di Savoia Nemours che Torino incomincia ad assumere l’aspetto che ancora oggi ammiriamo in tante vie del centro storico.

Oltre alla politica dei matrimoni è il momento della politica d’immagine: il territorio diventa rappresentazione del potere e, per stare alla pari con le grandi case europee dell’epoca, Torino si dota di una nuova urbanistica e di una Corona di palazzi (la corona di delizie) utile a far apparire molto più ricco e potente di quanto non fosse, lo stato dei Savoia. Con Carlo Emanuele I nascerà anche quel gusto per il collezionismo che porterà alla raccolta di oggetti d’arte e archeologici, di codici miniati e di armi che sono all’origine del grande polo museale torinese di oggi. Questo patrimonio fa parte integrante della politica d’immagine, rappresentata plasticamente e pittoricamente nei fregi e nelle decorazioni delle varie anticamere della Sala del Trono a Palazzo Reale, vere e proprie immagini utili a impressionare diplomatici e ambasciatori degli stati limitrofi.

Torino metropoli europea grazie ad architetti e urbanisti scelti dai Savoia

Tra il ‘600 e il ‘700 Torino diventa una metropoli europea: cambia volto anche grazie alla capacità dei Savoia di individuare architetti e urbanisti del livello di Guarini e di Juvarra. È la Torino della Madame Reali e soprattutto di Vittorio Amedeo II, personaggio chiave, che si inserisce nella guerra di successione al trono di Spagna – scoppiata nel 1701, cambiando segretamente alleanza e passando da quella francospagnola (a cui era cooptato) a quella Austriaca, grazie alla parentela col principe Eugenio di Savoia Soissons della casa d’Austria. Sono gli anni dell’Assedio e della Battaglia di Torino (1706) in cui le truppe austropiemontesi batteranno il nemico franco-spagnolo. In cambio dell’alleanza con l’Austria, a Utrecht nel 1713, i Savoia acquisiranno così la corona di Re di Sicilia.

Il XVIII secolo si chiude con la Rivoluzione Francese e per i Savoia è l’ora dell’Esilio. Torneranno nel 1815 tentando la difficile e antistorica operazione della restaurazione. Ma i tempi sono cambiati: a Vittorio Emanuele I succederà Carlo Felice che non avendo eredi passerà il potere al ramo dei Savoia Carignano, nella persona di Carlo Alberto. Il Sovrano dovrà gestire il difficile momento di transizione tra l’ancièn régime, ormai sulla via del tramonto, e le richieste popolari. È lui a concedere lo Statuto e ad aderire al progetto delle guerre di indipendenza anche se, tra mille ripensamenti, sarà lui a riplasmare ancora una volta la città, lo stesso Palazzo Reale e ad aprire al pubblico le collezioni riservate un tempo a studiosi o personaggi illustri. Suo figlio Vittorio Emanuele II al termine del complicato periodo delle guerre d’indipendenza si ritroverà così ad essere Re d’Italia. Non saranno anni facili, quelli della monarchia parlamentare, su cui ancora tanti capitoli rimangono aperti, ma certo il XX secolo segnerà la fine del millenario regno dei Savoia. Dopo le vicende del Fascismo e della II Guerra Mondiale, i Savoia verranno esiliati e nascerà la Repubblica Italiana.

 

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