Di Pier Frando Quaglieni / L’associazione radicale “A d e l a i d e A g l i e t t a” annuncia per stasera una festa per il martedì grasso nella sua sede torinese, malgrado il divieto di ogni tipo di riunione stabilito da un’ ordinanza ministeriale e regionale. Essere trasgressivi può anche essere comprensibile, ma di fronte ad un’emergenza così drammatica come quella del Coronavirus non dovrebbe essere consentito a nessuno violare le norme poste a tutela della salute e della incolumità delle persone
Magari si tratterà di pochissimi partecipanti, anche se gli annunci su Facebook fanno pensare assai diversamente: almeno nelle intenzioni, si aspettano un’affluenza molto partecipata. In contemporanea i promotori della campagna per il No al referendum sul taglio del numero dei parlamentari previsto il 29 marzo ( tra cui c’è anche la presenza dei radicali italiani di cui la “A g l i e t t a” e’ una filiazione torinese) si appellano al Presidente della Repubblica per un rinvio del referendum perché non sono garantite, a causa della medesima ordinanza, in almeno tre regioni italiane, le condizioni per un regolare svolgimento della campagna elettorale, essendo vietato ogni tipo di riunione. Forse i promotori sono troppo rigoristi, se consideriamo i pochi giorni di divieto, ma forse sono anche realisti perché il divieto appare destinato a prolungarsi nel tempo.
Sta di fatto che i radicali torinesi dell’associazione “A g l ie t t a” devono mettersi d’accordo con se’ stessi perché non possono trasgredire le norme e richiamarsi alle medesime per chiedere un rinvio del referendum. In ogni caso, ci pare di pessimo gusto festeggiare il martedì grasso in tempi tanto calamitosi come quelli che viviamo da alcuni giorni. Pannella che non ha mai amato questi radicali subalpini (che non volle alla festa per i suoi 80 anni) sarebbe ironicamente interdetto di fronte a certi atteggiamenti un po’ troppo – è il caso di dirlo – gianduieschi.
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