Intervista al dottor Claudio Castello / L’Italia si è trovata a vivere, in questi ultimi giorni, quasi in una sorta di escalation numerica e mediatica, una situazione analoga a quella che ha vissuto la Cina, trovandosi anch’essa di fronte ad un nuovo virus, il Coronavirus
È emersa, però, una differenza fondamentale tra i due Paesi, che consiste nel fatto che la Cina ha esitato nel comunicare al mondo l’esistenza di questo virus, mentre l’Italia ha messo, da subito, a disposizione gli dati in modo immediato, avviando uno screening capillare ed approfondito, e facendo emergere rapidamente numero e localizzazione dei contagi. È stata, così, in poco tempo individuata la puntata dell’ iceberg dell’ infezione e si sono potuti attuare i sistemi di prevenzione atti a prevenire il diffondersi del contagio.
Parliamo della situazione attuale con il dottor Claudio Castello, Responsabile medico presso l’Ospedale Valdese di Torino, Specialista in Ostetricia e Ginecologia.
“L’ emergenza virus sta mettendo a dura prova la nostra capacità di sangue freddo. Siamo, infatti, di fronte ad un virus del quale apprezziamo una variante genetica mai descritta prima e, quindi, di fatto, difficilmente valutabile negli effetti sull’uomo. Tuttavia i dati sembrano ormai orientati su due tematiche note: alta virulenza e bassa mortalità, il che significa che ci ammaleremo in tanti ( a volte senza neppure accorgercene) e, di conseguenza, moriremo percentualmente in pochi.
Conseguentemente più saranno alti i numeri degli ammalati, così, di concerto, si elevera’ anche quello dei morti. Queste sono le uniche verità disponibili. Ora non ci resta che invitare tutti alla massima collaborazione ed al rispetto delle norme igieniche basilari. Teniamoci distanti dalle parole dei media, spesso frammentarie ed alcune volte irresponsabili. Facciamo, invece, tutto il possibile per proteggere noi stessi e gli altri, perché ignorare che siamo tanti ed in un ambito geografico ad alta densità certo non aiuta. Il tutto senza panico, ma con grande senso di responsabilità”.
Mara Martellotta
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