A volte è proprio vero che le cose accadono per caso. Così avviene che, entrando in un bar a Casale Monferrato per prendere un caffè, si trovi tutto lo ‘stato maggiore’ di Piemonte e Valle d’Aosta di Forza Nuova
Sono reduci dalla commemorazione dei Martiri delle Foibe, davanti alla lapide che le ricorda vicino all’ospedale Santo Spirito, contestatissima dall’Anpi e da altre realtà che hanno organizzato nelle stesse ore una manifestazione antifascista.
L’occasione è dunque ghiotta per scambiare quattro chiacchiere con il coordinatore regionale piemontese di Forza Nuova, Luigi Cortese, che sono diventate un’intervista vera e propria
Cortese qual è la vostra consistenza sul piano amministrativo in Piemonte ?
Abbiamo otto consiglieri, dei quali uno in un centro di medie dimensioni, gli altri in piccoli e piccolissimi comuni.
Spesso vi accusano di essere fascisti o, quanto meno, di richiamarvi al fascismo ….
Siamo un partito politico nazionalista che riprende alcuni aspetti sociali del fascismo, ma fa politica oggi, con lo sguardo al futuro e non al passato.
Dicono anche che siete violenti nella vostra politica. Cosa risponde ?
Ad oggi non vi è nessuna condanna per violenza.
Come valuta la reazione che ha prodotto l’annuncio della vostra presenza a Casale Monferrato ?
La reazione è stata assolutamente spropositata perché la nostra non voleva essere una presenza politica ma di commemorazione. Queste reazioni dimostrano che la sinistra italiana non ha fatto ancora i conti con il passato.
Oggi chi è e che cosa è la destra ?
La destra oggi è un agglomerato borghese che ha perso la sua identità, i vati movimenti e partiti sono stati colonizzati da vecchi democristiani in cerca di poltrone, per questo noi chiamiamo fuori da questo assembramento.
Ma che rapporto c’è con l’Mfn di Gariglio e Casa Pound ?
Il primo non si sente più, Casa Pound ha lasciato la lotta politica per tornare alle sue origini come associazione culturale, decisione che rispettiamo.
Quali sono le vostre priorità, nel concreto, sia sul piano nazionale che su quello regionale ?
Sul piano nazionale i nostri otto punti del 1997 sono ancora quelli e molti di questi sono oggi cavalcati da Salvini e Meloni. A livello regionale noi ci battiamo sul sociale e la nostra politica è sempre improntata verso il benessere collettivo dei piemontesi e degli italiani.
Massimo Iaretti
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