L’isola del libro

Rubrica settimanale sulle novità librarie. A cura di Laura Goria

Isabelle Allende “Lungo petalo di mare” -Feltrinelli- euro 19,50

Cominciamo subito col dire che Isabelle Allende è una donna simpaticissima e autoironica, come ha dimostrato al pubblico, affascinato dalla sua verve, quando ha presentato il libro alla Nuvola Lavazza di Torino. Brillante il modo di raccontare pagine importanti della sua vita. Da come, all’alba delle sue 77 primavere, ha sferrato un attacco frontale all’assiduo ammiratore che la corteggiava, inanellando così il suo terzo matrimonio pochi anni fa. Perché oltre a non dimostrare assolutamente la sua età (ha sottolineato che però gli è costato mucho dinero), è fermamente convinta che ci si può sempre e ancora innamorare come a 18 anni; solo, si ha meno tempo da perdere.

Poi ha raccontato l’ incontro con il grande Pablo Neruda: lei era una giovane giornalista e lui si rifiutò di concederle un’intervista dicendo che inventava troppo per il mestiere che faceva e che avrebbe dovuto invece dedicarsi alla narrativa. Quindi un grazie anche al poeta se la vita ci ha regalato gli splendidi romanzi dell’Allende.

Chiusa la parentesi biografica passiamo al “Lungo petalo di mare”. E’ la bellissima e travagliata storia del medico Victor Dalmau, scappato dalla guerra civile spagnola nel 1939, grazie all’aiuto di Pablo Neruda che noleggiò il piroscafo Winnipeg e portò più di 2000 repubblicani -in fuga dal regime franchista- in Cile. Esuli che ricominciarono daccapo per rifarsi una vita. A bordo della nave ci sono Victor e la giovane pianista Roser Bruguera i cui destini si uniscono indissolubilmente nel paese che è un “lungo petalo di mare e neve” . Tra amori passionali, matrimonio di facciata e poi unione profonda; attraversando pagine storiche durissime come il golpe che nel 1973 fece cadere il presidente cileno Salvador Allende e consegnò il paese alla lunga e spietata dittatura dei colonnelli e alla morte di migliaia di desaparecidos. Vi anticipo solo che anche Victor, diventato cardiologo di fama, finirà tragicamente impigliato nella rete di interrogatori, torture e   prigionia. Poi un nuovo esilio in Venezuela e altre pagine magnifiche che vi aspettano.

Per questo romanzo -con echi che richiamano il capolavoro assoluto della Allende “La casa degli spiriti”, del 1982, da cui l’omonimo film con Jeremy Irons- si è ispirata alla vita vera dell’esule Victor Pey che conobbe in Venezuela. Lo incontrò 40 anni fa e solo ora si è decisa a raccontare la sua storia. Lui è morto – a 103 anni e lucidissimo fino alla fine- 6 giorni prima che lei potesse mandargli il manoscritto.

E ancora una volta questa somma scrittrice di lingua spagnola più letta al mondo (22 romanzi, tradotti in 35 lingue e 67milioni di copie vendute) ha imbastito una storia che non è solo quella di un grande amore, ma anche di rifugiati politici, esilio, migrazioni e ricerca di identità. Tutte cose che lei ha vissuto sulla sua pelle; è infatti la nipote del presidente socialista Salvador Allende destituito da Pinochet e fu costretta all’esilio. Un tema più che mai attuale .

 

Sandra Petrignani   “Lessico femminile” -Laterza-   euro 18,00

Questo è un affascinante mosaico di scrittrici e scrittura al femminile, a spasso nei secoli e a più latitudini del globo. La giornalista e scrittrice Sandra Petrignani è bravissima nel ricostruire i tasselli di vita di grandi autrici e vi consiglio anche i suoi precedenti “La scrittrice abita qui” (2002, libro di viaggio nelle case-museo di grandi scrittrici del 900), “Marguerite” (2014, dedicato alla Duras) e “La corsara. Ritratto di Natalia Ginzburg” (2018).

In “Lessico femminile”   rilegge pagine di grandi autrici del passato –dalla Bronte alla Woolf- e contemporanee – dalla Ernaux a Joyce Carol Oates- mettendole a confronto, scandagliando i temi a loro più cari e sottolineando la loro sensibilità e il loro sguardo sulla vita, squisitamente geniale e femminile.

E’ un libro che   possiamo prendere come guida per scoprire o riscoprire, pagine magnifiche di capolavori; ma ci conduce anche nelle pieghe più intime del pensiero e delle vite delle scrittrici. Ogni capitolo è   dedicato ad un tema condiviso da molte di loro. Per esempio, c’è l’importanza e il modo di intendere la casa -tempio di vita e nido ordinato- come quella della baronessa Karen Blixen che lasciata alle spalle la fallimentare piantagione di caffè in Africa tornò a scrivere nella sua avita dimora in Danimarca. C’è l‘importanza di avere “una stanza tutta per se” caldeggiata da Virginia Woolf e le tante case al centro dei suoi romanzi e della sua esistenza. Per arrivare all’affascinante ”La grande casa” di Nicole Krauss (del 2010).   Poi tra gli altri temi gli amori e i loro percorsi, le relazioni pericolose come il colpo di fulmine per il marito Ted Hughes che cambiò la vita della poetessa suicida Sylvia Plath. O ancora quelli di coppie famose, spesso molto competitive e a volte fallimentari come Flaubert e Louise Colet, Scott e Zelda Fitzgerald, Sartre e de Beauvoir, o Lillian Hellman e Dashiell Hammett… E tra gli altri spaccati al femminile anche i rapporti complessi tra madri e figli e pagine bellissime dedicate alla solitudine di geniali autrici, al loro modo di affrontare la materialità o l’effimero delle cose.

 

Annie Ernaux “L’evento”   – L’Orma editore – euro   15,00

La Ernaux è una delle scrittrici francesi più seguite perché ha saputo reinventare un personalissimo modo di raccontare la sua vita, trasformandola in specchio che riflette anche indagine sociale ed esistenziale. L’evento che racconta è urticante e drammatico. E’ la narrazione dell’aborto clandestino procuratosi quando era giovane studentessa di lettere, incinta e disperata. Erano gli anni 60, in piena epoca gollista, quando interrompere una gravidanza indesiderata era illegale, difficile e altamente rischioso. E’ la discesa agli inferi della 23enne che vuole a tutti i costi liberarsi del feto e si schianta contro un muro di ostacoli, solitudine, doppia moralità. I suoi genitori non devono sapere, il padre del bambino se ne lava le mani e l’unica ad aiutarla sarà una compagna di scuola –ironia della sorte- molto borghese e cattolica convinta. E’ il racconto struggente di vergogna, sensi di colpa, ginecologi che fanno finta di non capire, tentativi falliti di risolvere da sola il problema infilzandosi con un ferro da calza. Ma il bimbo che nessuno vuole è tenacemente ancorato alle pareti uterine.

La soluzione del problema è nelle mani di una squallida “fabbricante d’angeli” che lucra sulle sventure di sprovvedute fanciulle. La protagonista si ritrova così in una misera stanza adibita per la bisogna, con il ventre invaso da sonde e il pericolo incombente di una setticemia. Straziante la scena in cui “nei bagni dello studentato avevo partorito allo stesso tempo una vita e   una morte” quando con l’aiuto della compagna taglia il cordone ombelicale che la legava al feto di tre mesi… che le scivola tra le gambe e lei getta nella tazza del water. Pagine difficili anche da leggere, immaginiamoci da scrivere affondando la penna nel proprio drammatico passato. La Ernaux ancora una volta è riuscita a mettere in parole “..un’esperienza umana totale, della vita e della morte, del tempo, della morale e del divieto, della legge, un’esperienza vissuta dall’inizio alla fine attraverso il corpo”.

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