Quando i finanziamenti servivano anche per fare politica

Antonio Gramsci diceva che la verità è rivoluzionaria. Rivoluzionaria perché dirompente e ,  almeno per i suoi tempi, eversiva e di rottura. Ricerca di verità nei fatti quotidiani e ricerca della verità nei fatti storici

Il Professore Alberto Barbero ammonisce : difficile se non impossibile per uno storico interpretare un passato prossimo.

Soprattutto in Italia non c’è una memoria
condivisa e poi le fonti di informazione sono tante e contraddittorie tra loro. Risulta problematico
trovare in questo ginepraio quella verità tanto agognata. La Storia della prima Repubblica è
Storia recentissima. Terreno ideale per cimentarsi nella difficile arte di ricercare la verità. Altro
nemico della verità è l’ ideologia. Tutte le ideologie da qualsiasi parte arrivino. Le ideologie si
nutrono di dogmi. Verità a prescindere. Il postulato sta nella negazione della ricerca della verità.
Sono passati quasi 28 anni all’ inizio di Mani pulite. E ad ogni anno ritornano le polemiche di allora. Tangentopoli
spazzò via il sistema dei partiti di allora. Nessuno sopravvisse tranne la Lega che dopo aver
fatto vedere i cappi in Parlamento finì con Unberto Bossi , reo confesso condannato nel
processo Enimont.


Processo famoso per la bava alla bocca di Forlani e la tracotanza di Bettino Craxi.
Sempre per dovere di cronaca tutti i partiti furono condannati tranne il PCI.
Il finanziamento non regolare ( come amava dire Bettino Craxi) era vecchia storia. Finanziamenti
anche di potenze straniere. Così Giuseppe Saragat organizzò la scissione di palazzo Barberini
inventandosi i socialdemocratici italiani con i soldi dell Ambasciata Usa. Il Psi fino al 1956
prese i rubli russi. Dopo le rilevazioni dei crimini di Stalin da parte di Krusciov, Pietro Nenni
oltre a restituire il premio Stalin acconsentì e accettò i dollari.
Chi mantenne una certa linearità furono la DC con i dollari ed il PCI con i rubli. Per la verità le valigette
erano piene di dollari e non di rubli difficilmente convertibili.
Almeno per il PCI durò fino a metà degli anni 70. Magnificamente descritto da Gianni Cervetti nel
libro L’oro di Mosca, poi si decise che di quei rubli non ne aveva più bisogno. Il PCI doveva e voleva
essere indipendente dai sovietici. Enrico Berlinguer non doveva essere convinto.
Nel 1972 sovietici tentarono di assassinarlo, la colpa di non pensarla esattamente come
loro.


Vecchio vizio, dai tempi delle purghe staliniane. Anche gli Usa non erano da meno e passavano il
loro tempo ad organizzare colpi di Stato in nome della paura del comunismo, come ad esempio
in Cile. Diffuso il metodo dell’ assassinio politico. Non è una novità che morale ed etica non sono
mai andati d’accordo con la politica. E in questo caso il PCI non accetta più i rubli anche per
motivi etici. C’era un piccolo ostacolo ancora da superare : convincere Luigi Longo, Presidente
e fondatore del Partito, Ordinovista capo indiscusso nella guerra civile spagnola e
nella Resistenza. Il Compagno Gallo e tutti i comunisti si alzavano in piedi in segno di rispetto. Da
tempo era malato e non faceva più vita di partito e viveva ad Albano nelle colline romane.
Enrico Berlinguer diede il compito di informarlo ad un alto dirigente che di malavoglia dovette
accettare. Non era paura ma rispetto per il rivoluzionario di professione Gallo. All’ incontro il
dirigente la prese alla lontana timoroso di una risposta negativa di Luigi Longo.

 


Accadde esattamente l l’opposto. Longo dopo averlo ascoltato assentì  senza la benché minima
riserva . Era un rivoluzionario, non un ottuso. Grandezza del personaggio , grandezza della Storia.
Con la Esse maiuscola. Grandi verità, non dimentichiamoci. Il raffronto con l’ oggi è istintivo.
La grandezza di allora con la pochezza del presente. Ora sulla graticola c’ è Matteo Salvini con
i rubli ma non per questioni ideologiche. Sembra che sia solo una questione di forniture di gas
o di petrolio. Poi la vicenda dei 49 milioni di euro restituibili in 89 anni. Prima la vicenda della
Fondazione romana della Margherita. Il partito non esisteva più ma la fondazione continuava nel
ricevere dei finanziamenti dallo Stato e spendeva i soldi per il presidente e non per la politica.
Con un impressione: prima i finanziamenti irregolari servivano a  fare anche politica. Ora
servono solo a far vivere i politici che ne usufruiscono.

 

Patrizio Tosetto

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