Mai stato socialista ma preferisco Craxi ai politici di oggi

La Storia di Bettino Craxi è la storia del Partito Socialista Italiano. È anche storia della Sinistra italiana ed in particolare del tentativo da parte riformista di prendersi l’egemonia della sinistra stessa. Egemonia direi soprattutto culturale

 

Lo strumento, il riequilibrio elettorale e dei rapporti di forza tra Psi e Pci. Uno dei passaggi fondamentali fu il 41° Congresso nazionale del Psi che si tenne a Torino alla fine del marzo 1978.

Nel 1976 Bettino divenne segretario di un partito ai minimi storici. Schiacciato da 39% della DC e dal 34% del PCI. Schiacciato anche dalla proposta del compromesso storico e dall’ incontro tra due grandi della politica italiana: Aldo Moro ed Enrico Berlinguer. A Torino Bettino Craxi riprende quota dimostrando, almeno a parole, di non essere secondo a nessuno. Al Palasport ci sono tutti. Persino il professore Norberto Bobbio, icona del laicismo del pensiero politico. Ed Enrico Berlinguer, con il governo di unità nazionale perde quota ed appeal dopo anni di irresistibile ascesa. Psi e PCI di fatto non sono andati mai d’ accordo sia sulle questioni nazionali, sia internazionali. Apprezzamenti dei dirigenti comunisti ci furono dopo i fatti di Sigonella. Bettino Craxi Presidente del consiglio fece circondare dai Carabinieri i Marines americani che bloccarono un aereo italiano in territorio italiano. Atto che , secondo molti esponenti socialisti, fu preludio a Tangentopoli. I mandanti furono i servizi segreti e gli esecutori materiali i magistrati milanesi. Probabili congetture, fatte da un politico come Craxi che si era
allargato troppo. Aveva un caratteraccio e non si faceva intimorire. Fu l’ unico che non si piegò al vento inquisitore e ne pagò le conseguenze fino in fondo. Dopo la morte di Berlinguer era passata molta acqua sotto i ponti del riformismo. Ora il Pds voleva aderire alla Internazionale socialista europea. Doveva essere d’ accordo il Partito socialista italiano. Arrivò l’ok di Bettino Craxi. Chiedeva in cambio a Occhetto e D’Alema un appoggio al suo discorso in Parlamento dopo tangentopoli. Ma non arrivò nessun appoggio e Craxi rimase isolato.

Tutto sommato isolato anche nel suo partito. I magistrati milanesi vincevano su tutti fronti. Anni in cui il Ministro socialista Formica parlò di una corte socialista fatta di nani e ballerine. Non penso che si riferisse al suo entourage. La Ganga, Martelli, De Michelis politici di prim’ordine. Nel sindacato Giorgio Benvenuto e Ottaviano del Turco. Probabilmente si riferiva ad una certa permeabilità del partito verso persone che erano lì solo per fare affari. Tanto in un modo o nell’altro il Psi era al governo sia nazionale che locale. Sia DC che PCI ne avevano bisogno. Il tutto non lo assolve dai suoi errori. Giudicarlo solo per i suoi errori e limiti è però ingeneroso e sbagliato. A Torino i socialisti riprendevano in mano il loro destino. Non cosa di poco conto. Sarà la Storia nel dargli o meno ragione, ma  loro erano fuori tempo massimo. Sinteticamente:  il Psi craxiano non
sfondò elettoralmente. Si arrivò fino al 14% ma non era  sufficiente per essere l’alternativa alla DC. Nel 1989 Achille Occhetto alla Bolognina anticipò tutti  e propose di cambiare il nome al PCI. Nel mentre era caduto il muro di Berlino ed il comunismo nelle sue varie forme crollava sotto il peso della storia e del fallimento della forma di governo dei paesi dell’Est. E su
ciò aveva ragione il riformista Craxi: democrazia e comunismo erano e sono un ossimoro. So perfettamente che mi sto attirando critiche da molti dei vecchi amici di 40 anni fa. Ma è una verità incontrovertibile,  almeno per il sottoscritto. Mi si obbietta che i comunisti italiani sono sempre stati un’ altra cosa. Verissimo, come è vero che hanno difeso in molti momenti questa nostra fragile democrazia. Dalla Resistenza in avanti sono stati dalla parte giusta.

 

Ma cambiando nome hanno seppur indirettamente ammesso che i socialisti italiani tutti i torti non li avevano. In ultimo: molti sanno che non c’ era un bel rapporto tra Bettino Craxi ed Enrico Berlinguer. Pesavano questioni anche di diversi caratteri. Probabilmente quando Berlinguer ( inascoltato) poneva la questione morale pensava anche ai socialisti. Ciò non ha impedito un confronto tra i due uomini sul futuro del paese. I cosiddetti miglioristi capitanati da Giorgio Napolitano tentarono di essere ponte tra socialisti (dunque Craxi) ed i comunisti riformatori. Poi arrivò tangentopoli e tutto saltò passando dalla prima alla seconda repubblica. Anche qui un accusa a Craxi, quella di aver sponsorizzato Berlusconi. Accusa troppo ideologica per essere vera. Anzi, il figlio Bobo respinge tale  accusa proprio partendo dal carattere del padre molto arrabbiato per l’ esilio ad Hammamet. Io che non sono mai stato socialista preferisco Bettino Craxi a molti attuali ed evanescenti politici. Non è solo una nostalgia della prima repubblica. E una constatazione dei fatti di allora e di oggi.

 

Patrizio Tosetto

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