Ci vuole coraggio!

PAROLE ROSSE  di Roberto Placido

Tra i tanti motivi delle evidenti difficoltà della Sinistra nel nostro paese, oltre ai programmi, in alcuni casi quasi liberisti, al distacco dai propri riferimenti sociali, alla mancanza di leadership, né carismatiche e spesso nemmeno considerate in quanto tali, elemento non secondario è l’incapacità di usare dei nomi e dei simboli che siano riconosciuti e riconoscibili.

Così dopo avere esaurita tutta la botanica tra querce, garofani, rose, ulivi, e disconoscendo i tradizionali nomi e simboli della sinistra siamo arrivati agli ultimi simboli e nomi. L’elenco dei nomi sono talmente tanti che di molti se n’è persa, fortunatamente, anche la memoria ma che denotano la mancanza di sintesi e di unità a sinistra. Prevalgono litigiosità e personalismi che fanno da contraltare ai risultati spesso modesti se non fallimentari. Per sinteticità mi soffermo su uno degli ultimi filoni che in questo momento esprime anche importanti uomini e donne del governo Conte 2. Dalla fuoriuscita dal PD, era il lontano febbraio 2017, nasceva Articolo Uno – MDP ( Movimento Democratico e Progressista). Alla domanda su come si faceva a scegliere un nome del genere mi risposero con un ragionamento non sintetizzabile se non che graficamente su una scheda elettorale Articolo Uno si distingueva bene. Avrei dovuto capire che era un infausto presagio, nonostante l’entusiasmo che , inizialmente, in molti aveva creato, Articolo Uno non si è praticamente mai presentato da nessuna parte, non è mai diventato un partito e mai lo diventerà. Così in un crescendo rossiniano tra la fine del 2017 e l’inizio del 2018, Articolo Uno-MDP con Sinistra Italiana, nata quasi clandestinamente dalle ceneri di SeL (Sinistra Ecologia Libertà) e Possibile, il movimentino di Pippo Civati ex “socio” di Matteo Renzi e fuoriuscito anche lui dal PD, un precursore, danno vita a Liberi e Uguali (LeU). Simbolo, graficamente presentabile ma nome incredibile. La mente degli italiani andò subito al ricordo di un famoso shampoo….. liberi e belli… magari!, per non dire altro. Alla domanda, ma come si fa a chiamare un partito così?! Quelli del PD sono piddini, di Forza Italia, forzisti, della Lega, leghisti e così via quelli di LeU, cosa sono leuini?! In un convegno nazionale ricordai che, oltre alle cose scritte sopra, in Piemonte la Leu, è la lepre, sic!! Così nonostante le scelte, nella stesura del programma e delle liste, a dir poco discutibili, alle elezioni politiche LeU prende poco più del 3% e comunque oltre un milione di voti con un drappello di dodici deputati e cinque senatori. Un fallimento che porta alla, prematura, scomparsa della stessa formazione che sopravvive, per mera necessità, come gruppo parlamentare. In Piemonte si da così vita alla Lista di LUV (Liberi Uguali Verdi) che nel disastroso risultato del candidato Presidente, uscente, Chiamparino e di tutto il centrosinistra con il 2,43% e solo per lo 0,15% riesce ad eleggere un consigliere, Marco Grimaldi. Più recentemente, altro disastroso risultato, in Umbria con un simbolo impresentabile, mi chiedo a chi li fanno fare e come li scelgono, ed un nome all’altezza del simbolo, Umbria Civica Verde e Sociale, raggranella un modestissimo 2,1%. Così il prossimo gennaio nelle elezioni regionali dell’Emilia Romagna, che avranno ricadute anche sugli equilibri nazionali, si presenterà la lista “Coraggiosa”. Emilia Romagna Coraggiosa Ecologista Progressista. I riferimenti della lista sono l’ex Presidente della Regione Vasco Errani, l’ex parlamentare europea, la giovane e simpatica, Elly Schlein. Simbolo a parte, uno studente dello IED (Istituto Europeo di Design) avrebbe fatto meglio, mi domando come si fa a chiamare una lista elettorale Coraggiosa?! Il primo pensiero va ad una nave della Costa Crociere, come Costa Fascinosa, Favolosa, Luminosa e così di seguito. Per pensare e presentare dei nomi e dei simboli così ci vuole proprio coraggio. Se la sinistra avesse lo stesso coraggio nel riappropriarsi dei propri simboli, della propria storia, dei riferimenti sociali, adeguandoli naturalmente al terzo millennio, si presenterebbe con maggiori strumenti ad affrontare una destra sovranista, rozza e pericolosa.

 

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