Quel viaggio di 80 anni fa da Ginevra a Kabul

Il lungo straordinario viaggio è iniziato con una vettura anni Trenta, ottanta anni fa. Era il 6 giugno 1939: due donne giornaliste, scrittrici e fotografe, partivano da Ginevra in auto dirette a Kabul.

Con le loro macchine fotografiche e una cinepresa. Un lunghissimo avventuroso itinerario documentato con due libri, filmati e centinaia di fotografie. Alcune di queste si possono vedere nella sala Athenaeum del Rettorato di via Po 17 a Torino fino al 13 dicembre (dal lunedì al venerdì ore 14-18). Le fotografe sono Ella Maillart e Annemarie Schwarzenbach, già famose per aver scritto in quegli anni inchieste in vari Paesi. Ma questa volta dovevano realizzare servizi fotografici per importanti quotidiani e riviste. E c’è di più perchè il loro viaggio vuole essere anche una fuga spirituale da un’Europa che si stava avvicinando a passo veloce verso un’altra catastrofica guerra mondiale. Scriverà la Maillart: “volevamo andare in luoghi dove la parola divino avesse ancora un senso”. Le foto scattate sono almeno trecento insieme a un filmato su popoli e luoghi visitati utilizzando una pellicola che l’Agfa aveva dato alle due fotografe da sperimentare. Ciò che risalta è un mondo che in gran parte non esiste più, un Afghanistan arcaico, attraversato da tribù nomadi e capi tribali che accolgono le due donne con ospitalità.

Ella Maillart e Annemarie Schwarzenbach documentano il tramonto del mondo antico con le sue tradizioni immutabili da centinaia di anni e l’arrivo della modernità fatta di modesti autocarri, dighe in costruzione, vecchie auto e fabbriche nascenti. Tradizioni che finiscono per far risaltare la stessa condizione miserevole in cui vivevano le donne che peraltro ancora oggi resta un problema irrisolto. Le fotografie, su licenza della Biblioteca Svizzera di Berna, sono riprodotte in grandi pannelli che illustrano anche le figure delle due viaggiatrici con le loro storie personali. In sala vengono proiettati i filmati originali della cineteca Rts, Radio Television Suisse. Per l’Italia si tratta di una prima assoluta mentre le due protagoniste del viaggio sono state negli anni riscoperte con eventi e documentari in Svizzera e in Germania.

Filippo Re

La mostra, organizzata dal Centro Federico Peirone di studi sull’islam, intitolato alla memoria di Federico Peirone, docente universitario a Torino, eminente arabista e sacerdote, è visitabile fino al 13 dicembre al Rettorato di via Po 17, dal lunedì al venerdì ore 14-18.

Leggi qui le ultime notizie: IL TORINESE

Lascia un commento

Your email address will not be published.

Articolo Precedente

La Regione per il rilancio di Stupinigi

Articolo Successivo

Sciopero dei mezzi pubblici venerdì 22 novembre

Recenti:

IL METEO E' OFFERTO DA

Auto Crocetta