Cortina di ferro: chiese e religioni in Europa dell’est prima e dopo

Sabato 19 ottobre  si è tenuto, presso il Polo del 900, un importantissimo convegno dal titolo: “Il ruolo delle religioni e delle Chiese, prima e dopo il 1989: l’Europa Orientale tra dissenso e ricostruzione democratica”.

Il simposio, promosso dalla Fondazione Carlo DonatCattin e dal centro culturale Piergiorgio Frassati, ha voluto mettere al centro della riflessione – a 30 anni dalla caduta del muro di Berlino – quale ruolo abbiano ricoperto la fede e le Chiese nella storia e nei grandi mutamenti sviluppatisi, dal dopo guerra in poi,nell’Europa Orientale.

La giornata di studi si è avvalsa di esperti di primissimo piano, quali i professori Don Ermis Segatti, Marco Ventura, Massimiliano Signifredi, Saverio Mastrangolo,Ignazio Venzano e Giampiero Leo.

Le relazioni, estremamente approfondite, hanno toccato momenti cruciali della storia. Fra questi, il prof. Segattiha ricordato quello che negli anni 30, in Unione Sovietica, fu definito dal PCUS il “piano quinquennale per la scomparsa definitiva della religione, e di come solo la terribile aggressione nazista costrinse Stalin, in nome della “grande guerra patriottica”, a modificare radicalmente questi piani. Si è poi parlato a lungo del ruolo fondamentale di Papa Giovanni Paolo II, nel riuscire a riaccendere una speranza di libertà che sembrava una follia. A questo proposito sono state illuminanti la relazione del prof. Signifredi su “Il caso Polonia”, e la testimonianza – racconto di Giampiero Leo, intitolata: Solidarnosc, il dissenso e i cattolici nell’esperienza italiana, Piemontese e Torinese in particolare. Infatti come è descritto egregiamente nel libro di Cristina Jaworska “Solidali con Solidarnosc”, edizione Franco Angeli Torino e il Piemonte svolsero un’azione di punta nella campagna di sostegno al sindacato libero polacco ed alla stessa popolazione, stremata dalla repressione del regime. Dal Piemonte partirono aiuti di ogni tipo, coordinati soprattutto da due organizzazioni  (comunque in piena sintonia fra di loro): le centrali sindacali – CISL in primis, e i movimenti cattolici, organizzati nel Comitato amici della Polonia(composto da personalità cattoliche della più varia provenienza e in particolare – come riporta la prof.ssa Jaworka a pag. 91 del libro succitato – di Comunione e Liberazione che, dietro l’impulso del fondatore del Movimento, don Luigi Giussani, aveva fatto della battaglia e dell’esperienza di Solidarnosc, un esempio di come potesse rinascere e incidere nella fede e nella vita,una autentica identità e concezione “cattolico popolare”).

Queste realtà produssero non solo consistenti spedizionidi aiuti concreti (cibo, medicinali, vestiario ecc.) ma anche coraggiose iniziative politiche. Fra queste, oltre convegni e manifestazioni, particolare importanza ebbe la concessione della cittadinanza onoraria di Torino a Lech Walesa. La proposta fu avanzata proprio dal Comitato amici della Polonia, insieme al Centro culturale Piergiorgio Frassati, e portata e sostenuta nel Consiglio Comunale di Torino, dall’allora giovanissimo consigliere comunale della D.C. Giampiero Leo. Infatti Leo era considerato da Solidarnosc il principale interlocutore politico locale dell’area cattolica e di quella moderata, mentre sul fronte della sinistra erano attivissimi Giorgio Ardito e Giuliano Ferrara.

Non a caso dopo la conquista della libertà in Polonia, il Presidente della Repubblica Bronislaw Komorowkiassegnò a Giampiero Leo e a Don Fredo Olivero (distaccato a tempo pienoe oltre, presso la CISL per sostenere i lavoratori polacchi): la “Medaglia di Gratitudine di Solidarnosc, alla quale per Leo si affiancò successivamente il conferimento addirittura della Gran Croce della Repubblica Polacca.

La giornata di lavori di sabato 19, ricchissima di contenuti, ha costituito però anche l’occasione per Gianfranco Morgando, Michele Rosboch e il moderatore – conduttore Luca Rolandi, per affermare che tutte le riflessioni svolte non debbano limitarsi ad essere consegnate alla storia, bensì costituire un fortissimo stimolo per una ripresa di iniziativa quantomeno culturale e sociale, se non anche politica – del mondo cattolico in generale e italiano in particolare.

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