Come mettere in rete i siti Unesco

Il Dipartimento di Architettura e Design del Politecnico di Torino ha condotto la ricerca “Man and Biosphere e Heritage” sui siti Unesco del Piemonte, finalizzata alla realizzazione di un distretto regionale che li metta a sistema, faciliti la connessione e lo scambio di esperienze tra loro e con altri siti Unesco europe, e contribuisca allo sviluppo economico sostenibile ed integrato dei territori che li ospitano.

 

Il progetto si inserisce tra le attività previste dal protocollo d’intesa sottoscritto nel 2015 con il Consiglio regionale del Piemonte attraverso la Consulta europea con l’obiettivo di collaborare per realizzare una blue economy attraverso l’applicazione del design sistemico al territorio e alle realtà produttive della nostra regione.

Lo studio dimostra infatti che, mettendo a sistema i siti Unesco (le aree protette del Lago Maggiore, quelle del Po Torinese, il Parco del Monviso, i paesaggi vitivinicoli di Langhe-Roero e Monferrato, le Residenze Reali Sabaude, i Sacri Monti del Piemonte e i Siti palafitticoli preistorici dell’arco alpino) sarà possibile una riduzione degli sprechi, grazie anche al riutilizzo di risorse che prima erano considerate scarti: un modello che potrebbe diventare di riferimento per altri sistemi territoriali europei.

Un modello produttivo di sviluppo sostenibile vede la compresenza armonica di espressioni culturali collettive, settori economico-industriali e valorizzazione del patrimonio culturale e naturale locale: questi tre fattori sono il fulcro di una progettazione strategica in grado di andare oltre l’innovazione di prodotto e servizio fine a sé stessa, sviluppando temi ad ampio raggio su cui convergono necessariamente molteplici saperi e diversi attori locali.

“Dallo studio è tempo di passare ad una fase concreta, attraverso  un complesso lavoro di analisi territoriale che tracci le linee di una proposta operativa – ha detto il vicepresidente del Consiglio Franco Graglia -. Seguendo le linee guida emerse dalla ricerca si potrà avviare la condivisione dei contenuti tra i Siti Unesco e le amministrazioni territoriali, così da realizzare il distretto  piemontese”.

“I diversi siti UNESCO – ha spiegato il professor Luigi Bistagnino, fondatore della Systemic Approach Foundation –  assieme ai territori circonvicini, dovranno sviluppare un approccio culturale e un modo di agire in cui si considerino le attività non come punto unico di riferimento ma come snodo di relazioni in modo da formare uno scambio positivo di conoscenza, di intenti in un rapporto di flussi reciproci che fluiscano da un sistema ad un altro senza scarti considerando le risorse come materia in continua trasformazione e patrimonio comune”.

Per Silvia Barbero, coordinatrice scientifica del progetto e docente del Dipartimento di Architettura e Design: “Questa ricerca si propone di fornire uno strumento di politica e amministrazione territoriale per la realizzazione di un distretto sistemico e fluido dei siti UNESCO piemontesi, fornendo i metodi e gli strumenti necessari per la sua realizzazione e ci si aspetta di trovare le risorse per l’esecuzione del progetto nel prossimo futuro”.

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