Spaccio via Whatsapp, sgominata famiglia di pusher: 20 arresti

Consegnavano a domicilio stupefacenti pretendendo un sovrapprezzo per le
spese di carburante in base alla distanza chilometrica da percorrere. Le
ordinazioni avvenivano per telefono, whatsapp e facebook, con un
linguaggio in codice. Questo è il modus operandi ideato da un intero nucleo
familiare (marito, moglie, figlio) del torinese, con la complicità di 20
persone, nei cui confronti i carabinieri del comando provinciale di Torino
stanno eseguendo altrettanti provvedimenti di custodia cautelare in carcere.
L’operazione ha consentito di interrompere un’attività di spaccio di
cocaina, marijuana ed hashish nel capoluogo piemontese e nelle province di
Biella, Cuneo e Verbania. I carabinieri della compagnia di Moncalieri, in
particolare hanno documentato oltre 400 cessioni di dosi e segnalato alle
prefetture competenti 150 assuntori.
AGGIORNAMENTO
Droga a domicilio con sovrapprezzo chilometrico, carabinieri arrestano 22 persone
Torino, 3 ottobre Consegnavano stupefacenti a domicilio facendosi pagare anche le spese per il carburante. Le ordinazioni avvenivano  tramite telefono, Whatsapp e Facebook con un linguaggio in codice. Il sistema era stato ideato e realizzato da un intero nucleo familiare composto da padre madre e figlio, di Orbassano. E’ quanto emerso nel corso di un’indagine dei carabinieri della Compagnia di Moncalieri che hanno individuato e arrestato una banda di spacciatori italiani che vendeva cocaina, marijuana e hashish in provincia di Torino, Biella, Cuneo e Verbania.
Questa mattina, nelle province di Torino, Biella, Cuneo e Verbania, i carabinieri hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal G.I.P. del Tribunale di Torino, su richiesta della locale Procura della Repubblica, nei confronti di 22 indagati per concorso in detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti.
I clienti ordinavano la droga soprattutto tramite Whatsapp e Facebook e occasionalmente, come scrive il GIP nell’ordinanza, con telefoni cellulari ma con un linguaggio in codice: pizza, pantaloni, gambe, amici e camicie.
I clienti pagavano un sovrapprezzo per le consegne che avvenivano a domicilio (anche a Biella, Cuneo e Verbania). Il nucleo familiare si avvaleva della sostegno di una ventina di “collaboratori” per vendere le dosi a più di 150 clienti. Sono state documentate cica 400 cessioni di stupefacenti.
Le indagini sono incominciate nel 2018 quando un minorenne era stato denunciato dai carabinieri per aver spacciato hashish ad alcuni coetanei in un fast food di Beinasco. I successivi accertamenti dei carabinieri della Stazione di Beinasco hanno permesso di individuare una rete di piccoli spacciatori che con il tempo è riuscita ad acquisire il controllo del mercato della droga a Orbassano, Beinasco e di alcune zone di Torino. La droga era importata dall’Albania. Nel corso delle indagini sono stati individuati 28 pusher, tra denunce e arresti, sequestrati oltre 16 kg di stupefacenti, tra cocaina, hashish e marjuana. Sono state eseguite decine di perquisizioni a Torino, Biella, Cuneo e Verbania, nei confronti di altrettanti soggetti ritenuti contigui al gruppo criminale.
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