“Non facciamo morire due volte il carabiniere”

Riceviamo e pubblichiamo

È uno spettacolo raccapricciante quello messo in scena dalla politica e dai social network.

È anche, purtroppo, lo spaccato più autentico dei veleni che scorrono nella nostra società. Il vice brigadiere dei Carabinieri Mario Cerciello Rega è stato ucciso da due balordi di nazionalità americana. Alla sua famiglia e alla Benemerita ogni italiano perbene deve il proprio cordoglio e il ringraziamento affettuoso. Alla vedova di Mario lo Stato deve fornire la tutela legale, concedere un riconoscimento stabile e a vita per il sacrificio cui è stato costretto il suo giovane consorte. Questo dovrebbe accadere in un Paese civile, mettendo da parte polemiche e strumentalizzazioni che immiseriscono una tragedia umana. Siamo diventati un Paese “eccessivo”. Penso alle reazioni di violenza, di cinismo e insieme di imbecillità, come quella dell’insegnante che esulta per “uno in meno”. Penso alle scritte alla manifestazione No-Tav di ieri. Penso anche alla foto del giovane arrestato e con gli occhi bendati. Come pure alle fake news sull’identità dei due aggressori come nigeriani. Un Paese eccessivo e squilibrato: i codici disciplinano ogni fattispecie di “eccesso di difesa” ma poco o nulla dicono sull’ “eccesso di offesa”. Un milite delle Forze dell’Ordine può difendersi solo in condizioni estreme quando, come nel caso del povero vice brigadiere, difendersi è diventato impossibile. Assistiamo a un imbarbarimento della vita sociale e la politica, anziché farsi argine al degrado, pensa di sfruttarlo per lucrare altri voti. Non è questo il modo migliore per onorare la memoria di Mario Cerciello Rega. È il modo per farlo morire due volte.

 Osvaldo Napoli, direttivo di Forza Italia alla Camera

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