Maggio 2019- Pagina 41

DEBITI INGESTIBILI: COME DIALOGARE LEGALMENTE CON BANCHE E STATO

Quando nacque quella che, in gergo, viene chiamata ‘Legge salva-suicidi’, l’Italia era reduce da una serie di imperdonabili perdite umane, dovute primariamente all’impossibilità, da parte di liberi cittadini ed altrettanti rispettabili imprese, di far fronte all’accumulo incontrollato di posizioni debitorie che solo un miracolo avrebbe potuto dirimere e risolvere

Oggi la Legge 3/2012, altresì nota anche come ‘il fallimento del privato’, sta sempre più trovando larga applicazione presso i Tribunali italiani quale strumento privilegiato per restituire soggetti in difficoltà a livello dignitoso di una vita normale. Facendo pace con il passato, e murando definitivamente la porta che ancora collegava ad esso. Tra i primissimi, in Italia, ad aver attuato con successo le disposizioni legislative in materia vi sono i professionisti di ‘SDL Centrostudi SPA’: un’azienda che vanta, caso unico del nostro Paese, un pool di avvocati, commercialisti, periti ed esperti aziendali e fiscali a vario titolo, in grado di fornire nel complesso un’assistenza globale, a 360 gradi, per le problematiche che afferiscono la gestione economica dei conti correnti e patrimoniali di privati e imprese. In oltre 7 anni di onorato lavoro sul campo, il marchio bresciano fondato dal valente Serafino Di Loreto, già in passato stimato avvocato e docente universitario, ha recuperato un maltolto pari a oltre 250 milioni di euro ingiustamente sottratti ai legittimi proprietari (il popolo italiano) da banche e Fisco ingiusti. Peraltro, sono in aumento i tribunali italiani che – comprendendo lo stato di crisi involontaria in cui versano moltissimi soggetti che mai, diversamente potrebbero risorgere dalle ceneri dei maxidebiti – tramite opportune procedure di legge previste proprio dalla 3/2012 consentono uno stralcio totale delle posizioni pendenti: con tagli anche di notevole rilievo, pari anche all’80% dei crediti dovuti. Restituendo così, di fatto, la vita, il sorriso e la dignità di un futuro degno di tal nome a quanti più connazionali possibili.

Destra alle prese con polemiche e inchieste mentre il Pd incomincia la lunga marcia

Campagna elettorale in Piemonte. Continua il confronto tra Matteo Salvini e Sergio Chiamparino. Ogni tanto alza il ditino  Alberto Cirio aspettando che il Berlusca gli dia manforte con una Forza Italia sempre più nel pallone. Il Cavaliere non molla mai, ma arriva la tegola dalla magistratura che picchia duro tra Lombardia e Piemonte.  Tra Milano, Varese, Novara, Asti ,Torino diversi arresti e alcune richieste di carcerazione per esponenti azzurri. Non che Matteo (Salvini) Fregoli in arte Rambo, con la magistratura stia meglio.  Il caso Siri sta lievitando con Banca d’Italia e procura di Milano perplessi su dove arrivino i soldi per l’ acquisto di uno stabile in provincia di Milano.  Per la prima volta nei sondaggi i leghisti perdono un punto. Ovviamente tutto virtuale.   Il Fregoli candidato in tutte le circoscrizioni ha  due certezze.  Farà il pieno delle preferenze e sicuramente nel Parlamento europeo non ci metterà piede. Anche per lui il giorno è fatto di 24 ore. Ma non crolla, titanico.  Caratteraccio che non ama essere contraddetto. Ma decisamente leale con chi non lo tradisce e Siri ne è un caso emblematico. Persino Giorgetti dice: decide Lui. Come è lui che ha scelto una casa editrice fascista. Vero, non vuol dire che Rambo sia fascista ma è altrettanto vero che se l’ ha scelta un motivo ci sarà.  No? Vaneggio? Non mi pare proprio. Non penso che voglia sdoganare i fascisti. Penso che più prosaicamente cerchi anche i loro voti. E arriviamo al Salone del Libro. Chi ha firmato il contratto con la casa Editrice di CasaPound non ha fatto una gallata.  Qui libertà di stampa o qualità dei libri pubblicati non c’ entra nulla. Il cuore del problema sono le dichiarazioni dell’editore che sostiene che il male dell’ Italia è l’antifascismo.  Testuali parole. Viene immediatamente in mente la famosa frase di Antonio Gramsci davanti al tribunale Speciale. Voi fascisti porterete l’ Italia alla rovina.  Toccherà a noi ricostruirla.  Parole profetiche. E nella ricostruzione non  c’ erano solo i comunisti ma tutti i democratici. Con buona pace di chi sostiene la sola contrapposizione tra fascisti e comunisti. Continuano le menzogne e la non opportunità dell’ aver invitato chi disprezza la democrazia che gli permette di dire le proprie stupidaggini. Le dimissioni sono state (a mio modestissimo parere) opportune.  Una forma di protesta come l’ andare in massa al Salone del Libro per rimarcare la Costruzione Italiana basata sull’ antifascismo è tra le più belle del mondo.  Del resto al referendum Salvini e suoi sodali votarono NO come molti comunisti  hanno fatto. E ben vengano le manifestazioni di contestazione democratica e dunque non violenta.
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Nel mentre Chiampa ed Appendino denunciano penalmente.  Mi pare ovvio che non si possa affittare a chi facendo apologia di fascismo compie un reato. Scatto d orgoglio della Sindaca giudicata pubblicamente imbarazzante dai sui sodali pentastellati.  Almeno da una parte. E più si vede e si sente  Chiara meno si vede e si sente il suo vicesindaco Montanari. Oramai è chiaro che non sono complementari, bensì alternativi. E il fuoco amico é una costante della politica italiana. Un po’ tutti sbrindellati.  Tutti ma non i leghisti, comunque incasinati dalle indagini che arrivano dalla Lombardia. Magari non direttamente, per ora riguardano in particolare  politici di Forza Italia.  Per ora complicanze di carattere politico. Si rafforza sicuramente in Piemonte il voto disgiunto e Chiampa gongola. Sa perfettamente che se vincesse il suo ruolo di leader nazionale si rafforzerebbe.  Intanto Bertola “vedo gente…faccio cose”. Insomma tante frecce nel suo arco non le ha. I lavori Tav continuano . Il commissario governativo per il Terzo Valico non è stato nominato. Lo sblocca cantieri una bufala tremenda. Sui vaccini come prima. Le mense di Torino nel marasma totale e sulla viabilità lasciamo perdere.  Gli rimangono i soliti no come inceneritore o Città della Salute. Nulla di nuovo sotto il sole. I candidati del Pd sono concentrati nel gioco perverso delle preferenze. Una sola preferenza e per le  candidate le cose si complicano. Tranne per la Canalis, forte della sua componente e di nuove entrate come i pugliesi di Barriera di Milano. Salizzoni e Gallo hanno buone possibilità di  essere eletti. Con il geniale chirurgo che ha sancito il superamento di una certa sinistra sbrindellata.  Rifondazione nell’oblio più totale. Grimaldi e Accossato che si giocano ai dadi l’ unico posto in Consiglio. E Roberto Placido vende cara la pelle a Rivoli, dove sarà determinante per il ballottaggio. Anche a Biella è previsto il ballottaggio tra Corradino della Lega e Gentile ex Forza Italia con liste locali e civiche. Persa Biella il Pd non governerà alcun comune capoluogo in Piemonte. La Lunga Marcia del PD  per ritornare in auge è cominciata. nel segno dell’incertezza.
Patrizio Tosetto

Gioco d’azzardo, Grimaldi (LUV): "Non si torna indietro" 

 Il rapporto pubblicato dall’Istituto Eurispes sul gioco pubblico e le dipendenze in Piemonte riporta dati che sono stati all’origine della decisione della Regione di legiferare con urgenza su questa materia. 
  
Secondo l’Istituto Superiore di Sanità gli italiani che giocano sono circa 18 milioni e mezzo, ovvero il 36,4% della popolazione (43,7% uomini, 29,8% donne); di questi, 13.453.000 rientrano nella categoria del giocatore “sociale”, ovvero saltuario. I giocatori stimati a “basso rischio” sono il 4,1% (2 milioni circa), i giocatori a “rischio moderato” rappresentano il 2,8% (1 milione e 400mila), quelli “problematici” sono il 3%, ovvero circa un milione e mezzo. Tra i giocatori problematici la fascia 50-64enni è la più rappresentata con il 35,5%. 
  
Altri aspetti andrebbero sottolineati, per comprendere la gravità della situazione che ha condotto alla legge. Dai 3,9 miliardi di euro spesi in Piemonte nel 2010 per lotterie, scommesse e pronostici, si è passati a oltre 5,3 miliardi nel 2015. Solo a Torino, sono presenti 1590 locali al cui interno sono installate circa 6/7000 macchine da gioco. 
  
Soprattutto, la crisi economica ha aggravato il fenomeno, mettendo a rischio un numero di persone sempre più elevato, tra cui molti minori, e ha indotto le famiglie a tagliare le spese per cibo, viaggi, addirittura a rinunciare ai farmaci. 
  
Al contrario, il gioco d’azzardo legale ha mantenuto quasi stabile il suo giro d’affari. Per non parlare degli affari illegali. Riciclaggio di denaro sporco, usura, estorsione, imposizione sul territorio sono le attività dalle quali la criminalità trae grandi profitti grazie all’azzardo. Le mafie ritengono il gioco d’azzardo un business altamente redditizio. Le numerose indagini di Polizia e Magistratura hanno messo in evidenza la capacità delle organizzazioni criminali di operare su tutto il territorio nazionale, con un interesse prevalente per il gioco online e per il settore degli apparecchi da intrattenimento, le cosiddette “macchinette”. 
  
Per questi motivi era necessario intervenire, come è stato fatto, dapprima aumentando l’Irap agli esercizi commerciali che ospitano slot machine e video lottery, poi vietando la collocazione di apparecchi vicino a luoghi sensibili come scuole, luoghi di culto e ospedali, infine introducendo il divieto a qualsiasi attività pubblicitaria relativa all’apertura delle sale da gioco e all’installazione degli apparecchi. 
  
“Abbiamo sempre difeso il lavoro e non ci sottrarremo dalla ricerca di soluzioni per i distributori e i manutentori che si trovano in difficoltà, ma l’allarmismo sulla chiusura di migliaia di bar ed esercizi non è giustificato” – dichiara Marco Grimaldi (LUV), relatore di maggioranza della legge regionale per regolamentare il gioco d’azzardo. – “Da sempre abbiamo detto che, se necessario, avremmo aperto un tavolo di crisi, ma questo va fatto basandosi su numeri reali. E non si può non tenere conto del fattore culturale degli interventi, che hanno lo scopo di tutelare chi è più vulnerabile”. 
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CHIESA DI SCIENTOLOGY:  APPUNTAMENTI PER CELEBRARE IL "LIBRO UNO"

La Chiesa di Scientology festeggia il 69°
anniversario di “Dianetics, la Forza del Pensiero sul Corpo“, saggio di L. Ron Hubbard pubblicato per la prima volta il 9 maggio 1950. Il libro ben presto si diffuse in tutto il mondo e oggi è tradotto in 50 lingue con oltre 22 milioni di copie in circolazione. 
“Lo chiamiamo ‘Libro Uno’ – spiega Gloria Perotto della Chiesa di Scientology di Torino – perché partendo da questo primo libro fondamentale il Sig. Hubbard approfondì le sue ricerche e scoperte sul senso profondo dell’esistenza, sulla natura dello spirito, sul complesso gioco della vita, dando forma alla religione di Scientology negli anni successivi.”
Per l’occasione è stata allestita una sala proiezioni nella sede di via Villar, 2 dove tutti i giorni dalle 10.00 alle 22.00 con ingresso libero viene proiettato il docu-film ” La Storia del Libro Uno: Dianetics“. Sabato 11 maggio alle 20.30 sempre in via Villar, 2 nella cappella della Chiesa di Scientology si svolgerà invece un incontro celebrativo con testimonianze di chi ha messo in pratica la saggezza descritta nelle 500 pagine dell’opera.

"Farmacia" illegale di viagra on line

Una sorta   di  vetrina virtuale dove pubblicizzare e vendere farmaci, in particolare i cosiddetti stimolatori per prestazioni sessuali, quella scoperta nei giorni scorsi dalla Guardia di Finanza di Torino

 

Dopo una serie di accertamenti, i Baschi Verdi del Gruppo Pronto Impiego del capoluogo hanno individuato in un sessantenne pensionato torinese il fornitore di Viagra, Viagra, Rosa, destinato ad un pubblico femminile e Kamagra, tutti prodotti importati illecitamente dal Kenya e venduti fino a 50 euro a compressa a decine di clienti in tutta Italia. Nel corso delle perquisizioni a casa dell’uomo sono state rinvenute centinaia di compresse pronte per essere spedite, nonché tutta la documentazione relativa alle precedenti vendite con l’indicazione dei clienti i quali, nei prossimi giorni, saranno sentiti dalla Guardia di Finanza, atteso che, per l’approvvigionamento lecito di questa tipologia di prodotti, è necessaria una prescrizione sotto stretto controllo medico. I farmaci importati illegalmente dal continente Africano e di conseguenza non sottoposti a controlli medici, sono stati cautelati. È bene ricordare che le interazioni del sildenafil, principio attivo conosciuto soprattutto col nome commerciale di Viagra, può innescare, come tutti i farmaci, reazioni allergiche di varia entità e scatenare una lunga serie di effetti indesiderati; nella maggior parte di casi sono di breve intensità e durata, ma non mancano importanti controindicazioni. L’uomo ora dovrà rispondere all‘Autorità Giudiziaria di frode in commercio, esercizio abusivo della professione medica/farmacista, vendita abusiva di farmaci e contrabbando. Rischia sino a 5 anni di reclusione.

Servizio di controllo antidroga nelle stazioni di Porta Nuova e Porta Susa

Il 10 dicembre scorso personale del Compartimento Polfer di Torino, durante specifici servizi antidroga disposti all’interno delle stazioni di Torino Porta Nuova e Porta Susa, nonché a bordo dei treni sulle tratte maggiormente a rischio per tale fenomeno delittuoso, individuava presso la stazione Torino Porta Nuova, tre cittadini nigeriani provenienti dalla Francia che, alla discesa dal treno, avvedendosi della presenza di personale Polfer impegnato nello specifico servizio, cercavano di dileguarsi tra i viaggiatori; tale gesto attirava l’attenzione degli operanti che prontamente fermavano i soggetti, sottoponendoli ad accurati controlli. In tale circostanza, nello zaino di uno dei fermati il Personale del Settore Operativo di Porta Nuova rinveniva e sequestrava 52 ovuli di eroina, mentre gli altri due stranieri sul momento risultavano negativi al controllo. Tuttavia supponendo che, per eludere i controlli, i soggetti fermati potessero aver ingerito degli ovuli contenenti sostanza stupefacente, gli Agenti congiuntamente alla Squadra di Polizia Giudiziaria, li sottoponevano ad ulteriore accertamento medico-sanitario, il cui esito permetteva di riscontrare per tutti e tre i suddetti, l’ingestione di oltre 200 ovuli, per complessivi 2,5 Kg di eroina. Tutti i fermati venivano, pertanto, tratti in arresto per il reato di importazione illegale di droga e ristretti presso la Casa Circondariale “Lorusso e Cutugno”. L’8 aprile, al termine dell’iter processuale, il Tribunale di Torino ha pronunciato sentenza di condanna a carico dei tre nigeriani, condannandoli ad anni 2 e 8 mesi di reclusione e alla multa di 12.000,00 Euro.

Rapina in farmacia, inseguimento dei carabinieri

Rapina l’incasso di una farmacia nel centro di Torino. Romeno arrestato dai Carabinieri dopo un inseguimento a piedi
 
Volto coperto con il cappuccio della felpa per eludere le telecamere di sorveglianza, guanti calzati per non lasciare impronte e armato di pistola scavalca il bancone della farmacia Bernardi di via Duchessa Jolanda e urla contro le dottoresse e i clienti terrorizzati di alzare le mani e non fare alcuna resistenza. Sotto la minaccia dell’arma, che punta con disinvoltura contro le commesse, si fa prima sbloccare la cassa, si impossessa rapidamente dell’incasso giornaliero pari a poco più di 800 euro e alla fine si dà a repentina fuga a piedi. Azione da manuale del crimine, ma una gazzella del nucleo radiomobile dei carabinieri, impegnata nel consueto controllo del territorio in quella zona, lo vede correre a gambe levate e con il volto coperto nella vicina via Groppello. I militari, insospettiti dalla furiosa corsa dell’uomo, lo inseguono e poco dopo riescono a bloccarlo. A seguito di accurata perquisizione gli trovano ancora indosso un pericoloso revolver modificato e perfettamente funzionante, contenente nel tamburo 3 cartucce inesplose e 2 bossoli, molte banconote di vario taglio pari a 835 euro provento della rapina e un paio di guanti in lattice. Nel frattempo la centrale operativa del comando provinciale carabinieri di Torino informa la pattuglia operante della rapina appena consumata nella vicina farmacia. Ulteriori accertamenti, eseguiti anche con il supporto della sezione investigazione scientifica del Reparto Operativo, consentono di documentare che il fermato nascondeva persino un cambio d’abito completo e alcune tute da imbianchino in un cassonetto all’angolo della strada. Erano i suoi abiti da scena che verosimilmente utilizzava per camuffarsi prima delle rapine. Sono così scattate le manette per l’autore del colpo, un romeno di 26 anni, in Italia senza fissa dimora, che dovrà ora rispondere di rapina a mano armata e detenzione e porto illegale di arma clandestina. Le indagini dei carabinieri non si fermano, ma proseguono per verificare se l’arrestato si sia reso protagonista di altri gravi episodi delittuosi.

Eugenio Bolley: il gioco dell’arte e della montagna

La storia di Eugenio Bolley è la storia di un artista anticonvenzionale e generoso che sogna in grande. Nato nel 1935 a Gap, in Francia, lavora a Torino come dirigente industriale sino al 1973, quando decide di trasferirsi a Bardonecchia. Tra le montagne della Valle di Susa adotta uno stile di vita rigoroso, scandito dai tempi della natura, dalla lettura della Bibbia e dal lavoro artistico. Bolley realizza sculture, dipinti, disegni e litografie sin dagli anni Cinquanta del Novecento. Nelle sue opere colorate, l’artista descrive il mondo che lo circonda con la fantasia e l’ingenuità proprie dei bambini.  Stupore e meraviglia rappresentano il denominatore comune degli oltre 1300 lavori che portano la sua firma. Si tratta di opere che Bolley sogna di vendere con l’obiettivo di destinare la totalità dei ricavi a iniziative di solidarietà. L’ambizioso progetto di Bolley ha incontrato il sostegno di Reale Mutua. La compagnia assicurativa ha decido di offrire all’artista l’aiuto necessario affinché il suo sogno possa completamente compiersi. Per tale ragione, dopo aver fortemente voluto la pubblicazione di un volume monografico dedicato all’artista, Reale Mutua ha deciso di organizzare una mostra.  «Reale Foundation ha proposto al Museo della Montagna di esporre le opere dell’artista — spiega il direttore generale di Reale Mutua, Luca Filippone — per compiere un ulteriore passo verso la realizzazione del sogno di Bolley». La mostra, intitolata «Eugenio Bolley: il gioco dell’arte e della montagna – opere 1950-2019», verrà inaugurata alle 18.30 di questo pomeriggio e sarà visitabile sino al prossimo 23 giugno. Nelle sale del Museo della Montagna saranno esposti circa 80 lavori dell’artista. Già nel 2006 il museo aveva dedicato alle opere di Bolley una mostra al Forte di Exilles, dimostrando di apprezzare l’attenzione dell’artista nei confronti della salvaguardia dell’ambiente e della sicurezza in montagna. «Accogliamo ora con piacere le opere di Eugenio Bolley — dichiara Daniela Berta, direttore del Museo della Montagna — e condividiamo con Reale Mutua lo scopo benefico dell’iniziativa». In effetti, al termine della mostra si terrà un’asta benefica a favore di Dynamo Camp Onlus. L’associazione gestisce l’unica struttura italiana di terapia ricreativa, nata per regalare a bambini affetti da malattie gravi o croniche momenti di divertimento, socializzazione e spensieratezza. Alla Onlus verrano consegnati i ricavi derivanti dalla vendita delle creazioni di Bolley, artista outsider dal cuore grande.  
 
Giulia Amedeo

Qui Alessandro Magno sconfisse Dario

FOCUS INTERNAZIONALE / STORIA di Filippo Re

Un team di archeologi italiani ha scoperto il mitico luogo in cui oltre 2300 anni fa Alessandro Magno sconfisse Dario, il re persiano. Chi ha visto anni fa il film kolossal “Alexander” di Oliver Stone ricorda certamente Colin Farrell nei panni di Alessandro Magno e Raz Degan in quelli di Dario III di Persia mentre si affrontano nella battaglia decisiva di Gaugamela, il 1 ottobre del 331 avanti Cristo. La potente cavalleria del re persiano con i famosi e veloci carri da combattimento si scontrò duramente contro le Falangi del Macedone, numericamente molto inferiori, mentre 15 elefanti da combattimento furono schierati a protezione di Dario e dei suoi generali da eventuali incursioni nemiche. Quel giorno il re persiano, sconfitto, perse l’Impero mentre Alessandro divenne Magno. Per secoli si è cercato il luogo della battaglia senza trovarlo con precisione. Oggi invece si sa che quella vasta area desertica, pianeggiante e terribilmente polverosa in cui avvenne il leggendario scontro tra 40.000 fanti macedoni e 400.000 persiani si trova tra il fiume Tigri e i monti Zagros, nell’Iraq nord-orientale. È stata identificata da un’equipe di archeologi dell’Università di Udine con il sostegno del Ministero degli Esteri il cui lavoro è stato assai complicato, reso difficile non solo dalle scarse fonti storiche disponibili ma dalla presenza dei miliziani dell’Isis. L’area in questione infatti si trova a poca distanza dalle rovine dell’antica Ninive, l’odierna Mosul, che fino a due anni fa era la “capitale” irachena del sedicente Stato islamico. Ora gli studiosi italiani hanno scoperto che il villaggio agricolo di Tel Gomel era chiamato dagli assiri Gammagara o Gamgamara, poi ribattezzato Gaugamela dagli storici greci. Non solo ma in paese sono stati trovati alcuni rilievi rocciosi in onore di Alessandro. Pertanto, non ad Erbil nel Kurdistan iracheno come si pensava inizialmente ma nella piana attorno al villaggio di Gaugamela avvenne il gigantesco urto tra l’esercito macedone e la cavalleria persiana. La terra di Ninive si trasformò in un immenso cimitero con 1200 morti macedoni e oltre 50.000 persiani. In questo angolo del Medio Oriente i soldati greci videro per la prima volta enormi elefanti corazzati, pronti a battersi contro cavalli e giavellotti, rimanendo impressionati e stupefatti del loro impiego in guerra. Alessandro li incontrò per la prima volta proprio a Gaugamela ma si trattava solo di 15 pachidermi. Ne vide molti di più alcuni anni dopo nella battaglia del fiume Idaspe (326 a. C). Nel tentativo di invadere l’India il conquistatore macedone si scontrò con il re indiano Poro che schierò ben 200 elefanti in prima linea e questa volta, diversamente da quel che accadde a Gaugamela, i macedoni subirono una spaventosa carica di elefanti, alti come torri d’assedio, che terrorizzarono i soldati di Alessandro schiacciandone un gran numero. Nonostante le alte perdite di combattenti e del suo amato cavallo Bucefalo colpito da una lancia scagliata dalla sommità di un elefante, lo scontro fu vinto da Alessandro che risparmiò la vita all’eroico re Poro e ai suoi 200 poderosi animali, tutti sopravvissuti alla battaglia.

Guglielmo al tramonto in piazza Maria Teresa

guglielmo pepeImmagine d’altri tempi, grazie anche alla luce calda e morbida del tramonto. Ritrae il monumento dedicato al patriota e generale Guglielmo Pepe. E’ stata scattata in una delle più suggestive ed eleganti “location” di Torino, piazza Maria Teresa, da Silvia Tortello.