Più che una vera e propria partita è sembrato ai più che l’incontro tra le due squadre sia stato a livello di energia come quello di una partita giocata a “intensità limitata”. Torino arrivava da una settimana che potremmo definire complessa, ad essere buoni, tra situazione societaria ancora in divenire e difficoltà economiche da risolvere. I giocatori, di cui alcuni infortunati o reduci da problemi che non ha loro permesso di entrare in campo, hanno giocato in maniera sicuramente confusa sia mentale che tecnica.
Impossibile dare un giudizio “sportivo” sui giocatori e della partita in generale. E’ stata un’assenza costante di emozioni durante tutta la durata della gara con alcuni tratti di gioco alternati a lunghe pause imbarazzanti.Purtroppo la stagione sembra volgere al termine in maniera mesta e deludente. Probabilmente, sul campo, visti i risultati delle altre squadre, la salvezza si è quasi guadagnata. Di sicuro l’esperienza di questi due anni ci segnala che uno dei problemi fondamentali delle ultime due annate risiede anche in una non buona (ad essere generosi) gestione del rapporto con i giocatori che hanno condotto ad un eloquente rapporto vittorie sconfitte di 3-12 l’altr’anno e 4-11 al momento quest’anno con la gestione del povero Galbiati, il quale probabilmente avrà ancora bisogno di tempo per imparare qualcosa, non tanto forse dal punto di vista tecnico ma di sicuro nel rapporto con i giocatori che non sempre riescono ad essere in sintonia con la gestione tecnica. E’ anche vero che è sempre subentrato in corsa, ma i risultati, tranne l’episodio storico della Coppa Italia, sono “matematici”.In ogni caso, i giocatori, l’allenatore, anzi gli allenatori, la dirigenza e tutti coloro che all’interno della società a prezzo di sacrifici a vario “titolo” vivono e hanno vissuto e forse vivranno una situazione non facile, sono pieni di “giustificazioni”, anche se ai più non sembrano mai sufficienti. Ma si sa, il pubblico è “bestia feroce” e domarlo non è possibile, semmai solo blandirlo ed esaltarlo; è anche vero però che è solo perché esiste il pubblico che lo sport-spettacolo esiste. Ci si aspetta quindi una risposta adeguata da parte dei protagonisti in maniera da esaudire la giusta voglia di vedere impegno e spettacolo da parte di chi assiste al gioco. Ai giocatori e a tutti i protagonisti attivi auguriamo solo il meglio affinché le loro prestazioni vengano adeguatamente compensate, però, anche per loro stessi, auspichiamo che giochino comunque al meglio in quanto è anche la loro vetrina…e il prodotto lo compri se appare di qualità, e se la qualità si vede e non si immagina, potrebbe anche valere di più. Sarà una settimana importante: speriamo che il mondo intorno al basket torinese sappia reagire al meglio per poter permettere a me e a tutti gli altri di “lamentarsi” del basket di serie A di Torino anche il prossimo anno… e sarà sempre meglio di dover tifare “contro” qualcuno guardando le partite degli altri in TV.
Paolo Michieletto
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