Il piano industriale dell’ Auxilium Basket Torino è stato presentato da Massimo Feira con il presidente Forni, coadiuvati da Terzolo, ex patron presente per amore del Basket. Obiettivo minimo: trovare in quattro giorni un milione di euro. Strumento: la sottoscrizione di quote di 10 mila euro attraverso l’ azionariato diffuso. Nutriamo molte perplessità, anche se magari saremo smentiti dai fatti e ce lo auguriamo. Non vogliamo insegnare ai gatti ad arrampicarsi, ma questo piano industriale sembrerebbe fare acqua da tutte le parti. Mi spiego: generalmente il piano industriale si sottopone al cda e ai soci. Si definiscono gli obiettivi per il rilancio produttivo, si predispone un piano di investimenti, un piano di capitalizzazione destinato ad investimenti produttivi. Se le perdite superano il capitale netto i soci sono tenuti a ripianarle. Nel piano industriale in questione si parte dai costi e si copre con delle entrate ipotetiche. O non abbiamo capito o qualcosa non funziona. Poi il tutto è calibrato su due anni, dando per scontato che la squadra non retroceda. Inoltre, nella voce uscite non sono previste cifre accantonate per i contenziosi con giocatori o fornitori. Sembrano cifre messe lì un po’ per caso. Domanda finale: l’azionariato diffuso nello sport, in Italia funziona? Che io sappia non ci sono casi concreti. Bisogna andare in Spagna ed in particolare a Barcellona per trovarli. Con una tradizione quasi centenaria. Torino farebbe da apripista. Proporre di sottoscrivere 10 mila euro con la possibilità di perderli nel giro di sei mesi solo per amore del Basket mi sembra un po’ troppo. E raggiungere un milione di euro in questo modo è molto ardimentoso. Inoltre (più o meno) abbiamo capito quanto ha tirato fuori il presidente Forni. Non sappiamo se l’amministratore delegato Feira abbia sottoscritto cifre a fondo perduto per la società. Ma fare appello alla passione sportiva è sempre cosa bella e nobile, qualcosa di simile alla passione politica. Nel PCI si usava molto ripianare i conti sempre deficitari con delle campagne straordinarie di sottoscrizione: sottoscrizione per la stampa comunista, prestiti garantiti da quote formali per costruire case del Popolo. Tutti ma proprio tutti i sottoscrittori sapevano che erano soldi a fondo perduto, iniziavano i dirigenti per dare il buon esempio. Mi sembra che nel caso dell’Auxilium ci sia la passione dei tifosi ma sia necessario l’ esempio dei dirigenti. Del resto se si è arrivati a questo punto un motivo ci sarà. Ingeneroso appellarsi al destino cinico e baro. Tanti, fin troppi errori. Errori non fatti direttamente dai tifosi, ma dalla dirigenza che ora si appella ai tifosi per salvare la situazione sportiva ed economica.Vedo un futuro difficile.
Patrizio Tosetto
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