Ci sono capitato per caso, in Largo Brescia e via Alessandria, Via Aosta e via Bologna. Tanta polizia, Carabinieri e vigili urbani. Curiosità vuole che parcheggi l’auto e indaghi. Sgombero dell’ asilo occupato da anarchici ed antagonisti dal lontano 1995. Ci sono voluti 24 anni per ripristinare la legalità . Meglio tardi che mai. Ad un chilometro il centro della Barriera di Milano e a 500 metri Porta Palazzo. Non ci vuole tanto per capire che non c’ è stata integrazione tra gli occupanti ed il quartiere. Anni fa ci fu una notturna manifestazione dei residenti contro questi fenomeni di degrado. Gli anarcoidi occupanti parlano di rivolta e di rivoluzione. Lasciamo stare la rivoluzione. Non sanno neppure l’etimologia della parola. Rimaniamo su rivolta. Contro chi e per chi? Gli anarcoidi non hanno dubbi: gli oppressi dal capitale. Chi sono gli oppressi? I poveri in generale. Che la povertà stia vertiginosamente aumentando é indubbio. Aumenta la popolazione. Ma non mi pare che si combatta mettendo le bombe come strumento di riequilibrio della distribuzione della ricchezza. Gli anarcoidi arrestati sono accusati di aver messo o spedito bombe. Passano da essere anarcoidi a semplici delinquenti. Ed il quartiere respira. Tutte quelle camionette sono rincuoranti. Con i due estremi: sul tetto gli ultimi ed isolati contestatori. Dall’ altro lato i residenti contenti. Ed ovviamente io sto con questi ultimi. Poi nessuno riuscirà a convincermi che spinellarsi è un atto di rivolta e che sporcare è dissacrante. Entrambi sono semplicemente stupidi atti. Cominciamo nel chiamare le cose come sono. E più che ribellione, qui si tratta di persone che vogliono fare ciò che vogliono. Non anarchici ma anarcoidi, appunto. Ultima riflessione. Quasi 25 anni, un quarto di secolo. Innanzitutto perché come si sa il pesce puzza dalla testa, tutto deve essere buttato e nulla può essere salvato. Secondo: le innumerevoli azioni di dialogo delle passate amministrazioni hanno sortito effetti positivi. Terzo (purtroppo) l’attuale governo é più incline alla repressione. Quarto, l’ incancrenirsi della situazione ha portato a queste radicali scelte repressive. Quinto, lo Stato democratico si deve difendere da chi delinque. Sesto (ultimo ma non per importanza) il ritardo di una vecchia classe politica di sinistra contraria di per sè alla repressione. Poche storie: contro chi delinque c’ è solo la punizione ed in certi casi la galera. Non penso di essere diventato un reazionario. Penso che una democrazia si nutra anche del rispetto delle regole. Con la mia solita raccomandazione alla sinistra sbrindellata, speculare a questi anarcoidi. Non è importante capirne la loro ideologia, per il semplice fatto che non c’ è ideologia. C’ è solo crimine e come tale deve essere trattato. Verso le 12 mi allontanavo con il cuore più leggero ringraziando in cuor mio le forze dell’ ordine e la magistratura che ha coordinato la giusta azione da parte dello Stato.
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