Teste coronate e gossip nel libro di Caprarica

Grande attesa per il nuovo fiocco rosa… o… azzurro, in primavera, con l’arrivo dell’erede di Meghan Markle e del principe Harry. Intanto, la neo sposina e primipara attempata (37 anni) sembra avere un po’ sparigliato le carte a corte. Si sono rincorsi rumors sui contrasti tra l’inarrestabile Hurricane Meghan (nonostante il pancione che lievita) e Kate, dissapori vari tra William ed Harry e la preparazione di un nuovo nido a Frogmore cottage. Insomma il gossip impera. Ma per capire seriamente cosa sta accadendo a palazzo e cosa potrebbe riservare il futuro, abbiamo chiesto a chi di faccende regali sa parecchio, specie di quelle anglosassoni E’ il giornalista Antonio Caprarica, volto noto con 30 anni di reportage televisivi dall’estero, una lunga corrispondenza anche da Londra. Da leggere è il suo ultimo suo libro, “Royal Baby” (Sperling & Kupfer), in cui sottolinea il paradosso che molte società decidano di affidare il loro futuro a una guida frutto di una sorta di lotteria genetica. Lei sostiene che di solito gli eredi designati sono degli alieni disadattati, convinti della loro superiorità ed ossequiati in modo servile tanto che faticano spesso a venire a patti con il mondo reale, rivelandosi per lo più estranei alle emozioni, ai sentimenti e alle passioni dei loro sudditi.

I principi Carlo, William ed Harry rientrano in questa definizione?

«Carlo si, ed è il primo degli alieni a dover fare i conti con la modernità. William ed Harry invece sono i primi E. T. extraterrestri sbarcati sulla terra. Merito di Diana che li ha cresciuti fuori dalla gabbia dorata della reggia, instaurando un classico rapporto tra madre e figli, fatto di comprensione ed affetto. Certo, appartengono sempre ad un mondo privilegiato; ma sono in grado di comprendere la vita delle persone normali. Per Harry il ricordo più dolce della madre è stata la visita a Disneyland».

Cosa c’è di vero per quanto riguarda Meghan Markle e i problemi con la Royal family?

«Sono chiacchiere e pettegolezzi del Daily Mail. Inconsistenti e superficiali. Come l’idea che Meghan sia la “nipotina” preferita di Elisabetta. In realtà ha un apparato di promozione Internet che non ha nulla da invidiare a quello di Matteo Salvini e sospetto che molte di queste voci non nascano in modo casuale, ma qualcuno ci lavori sopra. Lei e Kate sono, in modo evidente, due ragazze diversissime, con interessi e prospettive differenti; ma questo non toglie che abbiano un rapporto assolutamente civile tra loro».

Perché Harry e Meghan cambiano casa e vanno a Frogmore cottage?

«Kensington Palace è come una specie di residence, ma tutti i membri di peso della famiglia reale hanno anche un cottage dalle parti di Windsor o Sandrigham. William e Kathe vivono parte dell’anno nella tenuta di Sandringham, dove la regina gli ha concesso una delle più belle tra le varie residenze. Quelli che con understatement gli inglesi chiamano “cottage” in realtà sono “villette” di 50 stanze. Frogmore è una di queste, ed era molto amata dalla Regina Madre e da EdoardoVIII. Harry e Meghan mettono su casa in un posto che sia loro, ma non è che si separino da William. Kensington non ha le 900 stanze di Buckinghman Palace, ma grosso modo la metà, però è pur sempre una reggia dove non ci si incontra mai. Lì i duchi di Kent hanno un appartamento di una decina di stanze; Margaret ne aveva 21, poi passate a William. Quindi il fatto che i Sussex vadano in una residenza tutta loro è in linea con le tradizionali attribuzioni della Regina».

E’vero che Meghan per il matrimonio voleva una tiara diversa da quella concessa dalla regina e ne avrebbero discusso?

«E’ assolutamente inconcepibile. La stanza del tesoro di Elisabetta non è aperta neanche ai familiari più intimi; è lei che con gesto generoso e autonomo offre una tiara. Sono pettegolezzi del Daily Mail secondo il quale, nella celebrazione ufficiale per l’armistizio della guerra del 15-18, Kate sarebbe stata gelosa degli orecchini di Meghan perché le sarebbero stati offerti direttamente dalla Regina. Sono un mare di chiacchiere. Il pubblico britannico consuma le vite dei reali come gli animali dello zoo fanno con il cibo. E’ questo il rapporto tra reali e tabloid. La mamma di Lady Elizabeth Bowes- Lyon, di famiglia ducale, guardò con evidente disgusto la proposta di matrimonio del futuro re Giorgio VI e disse alla figlia “..Non capisco perché tu voglia trasformarti in fieno quotidiano per il pettegolezzo dei tabloid britannici..”».

Lei che idea si è fatto di Meghan Markle?

«Era una ragazza senza radici, né storia, né famiglia, che si è inventata come attrice femminista, combattente delle parità e sostenitrice della liberazione di genere. E’ già un personaggio, entrato nella soap opera reale come il “personaggio Megan”: finta, non finta? Direi più che altro auto costruita. Quello che doveva fare l’ha già fatto e raggiunto. Non avrà mai la responsabilità di regnare e sarà solo un bel personaggio di contorno».

Pronostici sul suo futuro?

«E’ presto per dire se sarà all’altezza del ruolo. Potrà fare innamorare di sé gli inglesi, ma dubito che possa superare il livello di popolarità già raggiunto. Dal punto a cui è arrivata può solo declinare. Credo che corrispondano a verità le testimonianze che la dipingono alquanto dispotica e capricciosa. Pensiamo al suo matrimonio, dov’era palpabile e visibile il fastidio della Regina, di Kate, Camilla e di tutte le donne di casa reale. Una ragazza capace di imporre quel genere di cerimonia nuziale è chiaramente molto determinata. Mi azzarderei a dire che in questo momento ha totalmente in pugno Harry. Però deve stare molto attenta perché temo che tenda ad esagerare nell’interpretazione della soap opera. Non c’è dubbio che lo stia facendo con naturalezza, perché lei è quella parte. Ma stanno emergendo i lati negativi del suo carattere: un po’dispotici, fanatici e la sua tendenza hollywoodiana. Mi auguro che siccome è una ragazza che conosce bene la realtà, sappia ben valutare il suo matrimonio e farlo durare».

E Kate?

«Per gli inglesi la monarchia è un’istituzione molto seria. Mentre Meghan al massimo sarà duchessa di Sussex, Kate è la futura regina. Una ragazza della buona borghesia britannica, dal punto di vista anagrafico è una creatura del “Thatcherismo. I suoi genitori sono un prodotto di quell’epoca. Non erano nessuno e si sono arricchiti usando intelligenza, iniziativa e imprenditorialità. Sarà una tipica sovrana inglese e il pilastro della famiglia reale. Gli altri sono personaggi molto sottili, a cominciare da William».

Nel suo libro sostiene che la regina Vittoria ed Albert, Elisabetta e Filippo sono due esempi di coppie che volevano presentare ai sudditi un volto più moderno ed hanno investito sulla formazione più democratica dei loro rampolli; ma in entrambi i casi l’esperimento sarebbe fallito, perché?

«E’ il paradosso della monarchia nell’era democratica. Essere moderni vuol dire convincere i sudditi che la famiglia reale è come le altre. Difficile però mantenere questa finzione di normalità quando un bambino di 5 anni il primo giorno di scuola è assalito da fotografi e giornalisti che corrompono i bidelli per conoscere ogni sua stupidaggine. O il barbiere di Harrods che tagliava i capelli a Carlo e ai suoi compagni, poi vendeva ai tabloid le marachelle che faceva o subiva il principe. Altra contraddizione è: se trattiamo questi rampolli come ragazzi qualunque e, anziché tenerli protetti nella reggia, li mettiamo con i coetanei, cosa fanno quelli quando si trovano compagno di scuola un principino di 7- 8 anni destinato un giorno a regnare su di loro? Si portano avanti, utilizzano il vantaggio del momento e lo massacrano. Esattamente quello che è capitato a Carlo. Il privilegio di nascita è già qualcosa che di per sé rende impossibile la normalità e destinato a rovinare la vita».

Privilegio di nascita e un’ educazione sbagliata …. disastro assicurato?

«Il punto focale del mio libro è: cosa assicura ad un essere umano uno sviluppo equilibrato? Nascere in un ambiente familiare protetto dove l’affetto viene dato e ricevuto. Nel caso dei Reali, fino a metà del 900, era prevista la separazione nettissima tra genitori e figli. La Regina Elisabetta ama moltissimo i suoi, ma li ha educati com’era in uso nell’800. Li vedeva mezz’ora al giorno dopo il breakfast e quando andava bene gli dava la buonanotte. Questo ha prodotto ragazzi estremamente insicuri come Carlo, aggressivi ed arroganti come Andrea, timidi e riservati come Edward».

Ma è così anche per i figli di William e Kate…e per i futuri rampolli d Meghan e Harry?

«No è già radicalmente diverso. Non so se Meghan li porterà a cantare in un coro Gospel. Certo è che Kate sta educando i suoi come figli di una normale famiglia borghese, con tanto affetto e vicinanza, i bambini sono sempre accanto a loro. Finalmente non c’è più quella separatezza che fin’ora ha distinto le infanzie reali e questo dovrebbe produrre dei principini più capaci di comprendere le emozioni dei loro sudditi».

Dunque cambiati i tempi anche per i privilegiati…in cosa soprattutto?

«Carlo è l’ultimo esponente di bambino regale, i suoi nipoti sono figli di personaggi pop. La trasformazione radicale dell’era di William ed Harry è che, mentre una volta erano le celebrità a cercare la legittimazione del trono, adesso è il trono a trasformasi in un covo di superstar. Anche i loro figli sono già protetti da questo ruolo: per loro sarà più facile inserirsi nel mondo che venera questo tipo di fama, che è oggi l’unica sorta di regalità. Mi chiedo solo se riusciranno mai a regnare».

Meglio essere l’erede al trono come William o una seconda, terza o quarta scelta?

«Non c’è dubbio che i cadetti siano più fortunati, perché disgiunti dalla prospettiva del trono e della corona, sono più liberi e godono comunque di uno status sociale-economico privilegiato. Basti pensare ad Harry. Dalla madre ha ricevuto un piccolo capitale di 24 milioni di sterline con cui campare tranquillamente per due vite, anche spendendo bene. Può rispondere ai moti del cuore con maggiore libertà, frequentare chi gli pare e piace. Può sposare un’attricetta afroamericana, discendente di schiavi, senza che qualcuno obbietti nulla; anzi viene accolto dal tripudio generale perche è una nuova prova di apertura della monarchia. Dubito fortemente che il fratello maggiore sarebbe stato autorizzato a sposare una ragazza con antenati di colore. Una cosa è ritrovarsi un principino abbronzato lontano dal trono, un’altra è vederlo con la corona. Due cose molto diverse».

C’è differenza nel nascere a corte tra maschi e femmine?

«Le ultime generazioni di Windsor sono state abbondanti di maschi, scarse di femmine. L’esempio più a portata di mano è quello di Anna, famosa per essere stata un maschiaccio. Grandi differenze rispetto ai comportamenti dei fratelli non ne vedo. Ha avuto una giovinezza scapestrata e a Londra la chiamavano “Hot pants”, mutande bollenti, nomignolo che si era guadagnata sul campo. Pur avendo concepito una figlia con la guardia del corpo, oggi è molto stimata per l’eccellente lavoro che svolge con le molte organizzazioni benefiche che presiede ed è ligia ai suoi doveri istituzionali. Diciamo che con l’esempio di Elisabetta, le donne a corte tendono a comportamenti più sensati e dignitosi di quelli dei maschi».

Lei aveva predetto che sarebbe arrivato un terzogenito di William e Kate. Come ha fatto? E per Meghan e Harry quanti eredi prevede?

«Al matrimonio di Harry non c’ero, però a quello di William sono stato testimone oculare ed ho potuto osservare che avevano tagliato tre fette di torta nuziale e con discrezione le avevano messe da parte. Semplicemente ho tenuto conto dell’antica tradizione britannica secondo la quale gli sposi tagliano e conservano tante fette quanti sono i figli che vogliono avere».

Sottolinea che a volte si rivelano regnanti migliori quelli che per nascita non erano destinati al trono, come la regina Vittoria, Elisabetta e suo padre Giorgio VI… come se lo spiega?

«In modo molto semplice. Direi che è una regola generale almeno della corona inglese. Le uniche sovrane degne di nota degli ultimi 2 secoli sono state 2 donne che non avevano la corona nel loro futuro, lo stesso per re GiorgioVI. Non erano destinati al trono e non sono stati educati seguendo un rigido protocollo, col peso della responsabilità che ne consegue. Sono esseri umani più normali, equilibrati e capaci di comprendere i bisogni del popolo. Vittoria ha addirittura dovuto fare i conti con la penuria: rimasta orfana del padre, morto pochi mesi dopo la sua nascita, gli zii odiavano lei e la madre vedova e gliene fecero passare di tutti i colori. Elisabetta è cresciuta in una famiglia piena d’amore, il padre Giorgio VI era così unito alla famiglia che avevano l’abitudine di chiamarsi “we four” noi 4».

Lei ha conosciuto Carlo, che tipo di re sarà?

«E’ un uomo molto intelligente e pieno di idee innovative. Vuole smettere il ruolo medievale della monarchia, lasciare Buckingham Palace e trasformarlo in una specie di   museo-residenza ufficiale governativa. Capisce che oggi la corona va asciugata. Però la sua popolarità non è eccelsa, la gente spesso lo avverte lontano   e distaccato. La vicenda matrimoniale con Diana l’ha danneggiato più che mai e per regnare dovrà contare moltissimo sull’aiuto del figlio maggiore e soprattutto su Kate. E’ lei quella popolare, madre dei 3 principini, la donna del popolo arrivata sul trono, il massimo dell’ascensore locale. Da notare che oggi non c’è una futura regina che abbia natali principeschi. Sono tutte commoners che portano nelle istituzioni la loro sensibilità, i legami tipici delle famiglie borghesi, con pregi e difetti».

Nel libro parla anche di altre teste coronate dei paesi scandinavi ….

«Sopravvivono con difficoltà e da tempo hanno abdicato a quel ruolo cerimoniale a cui invece resta ancorata la monarchia britannica. Sono le famose monarchie in bicicletta e pacca sulla spalla che invece gli inglesi non vorrebbero. Però mi chiedo quanto i regni scandinavi possano durare. Quello che fin’ora le ha salvate è stato il loro apporto come simbolo della resistenza nazionale nella 2° Guerra Mondiale, per cui intorno a loro c’è stato un consenso nazionale straordinario. Ma le nuove generazioni stanno già perdendo memoria di questo e non so quanto resteranno attaccati alla monarchia».

In definitiva perché resistono ancora le monarchie?

«In Occidente resistono -nonostante la meritocrazia- perché offrono uno spettacolo insuperabile e sono la miglior soap opera del pianeta. Ogni matrimonio reale è una puntata della telenovela. C’è una necessità narrativa che fa parte dei nostri archetipi, la favola. Poi in Inghilterra è molto forte l’amore per Elisabetta che è la matriarca nazionale, la mamma di tutti. Con Carlo qualche problema si porrà. Ma nel mondo esistono tante altre monarchie. Quelle mediorientali e del Golfo: patrimoniali, dispotiche, assolutiste, un problema politico. Quelle orientali dove la monarchia ha ancora un sostrato divino, convinti che sia una reliquia da preservare a tutti i costi. Ero a Bangkok quando morì re Bhumibol e ricordo lo spettacolo enorme del suo baldacchino, apoteosi di essenza divina. In Giappone il Tenno, l’imperatore è il 128esimo discendente della dea del Sole, e sono davvero convinti che sia una reliquia divina da preservare a tutti i costi».

 

Laura Goria

 

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