In una partita dal risultato speculare del primo e del secondo tempo (vinti entrambi per 43 – 42 dalla FIAT Torino per un risultato finale di 86 – 84 sempre con bomba di Trento allo scadere…) l’emblema della passione dell’Auxilium è il presidente Forni che, pur con un piede rotto e con le stampelle, corre letteralmente verso il campo per chiedere la revisione dell’ultimo tiro vincente di “Jamilone” Wilson al fine di capire se fosse da due o da tre punti
Si può discutere su tante cose, su errori, sia di ingenuità che di gestione tecnica, ma su una cosa non ci si può neanche “permettere” di discutere: la generosità di chi ha permesso a Torino del basket di esistere fino ad ora, con sacrifici personali e non solo. I risultati dovrebbero essere il premio di tanta passione, ma non sempre lo sport distribuisce proporzionalmente a quanto si dà, ma ieri sera, almeno un sorriso questa squadra, ai suoi veri tifosi, lo ha regalato. In settimana, ci sono stati i complimenti di una gestione “illuminata” di Brescia da parte del presidente federale come esempio da seguire…(e misconoscere il mistero degli illuminati con Brescia è un’eresia esoterica…almeno ai più sembra così) e Trento indicata come potenziale protagonista delle final eight della coppa Italia, e le due squadre sono una a pari punti con Torino e l’altra ultima in classifica; delle due, l’una: o gli altri si vedono meglio di quanto non siano o noi ci vediamo troppo brutti! E’ una delle prime gare che la FIAT Torino ha potuto disputare con molti giocatori (ma non tutti) a disposizione e con una settimana intera di allenamenti, con una squadra che, come noi, doveva assolutamente vincere. Non proprio la situazione migliore, come si può intuire. Eppure, nonostante l’evidente tensione, si è vinto lo stesso. C’è chi dice (a ragione) che Torino non ha ancora un bel gioco in attacco e lacune in difesa: ebbene, se questo è vero, a vedere il bicchiere mezzo pieno (da tifoso, forse, e quindi non tanto lucido…) proprio per questo sono ottimista: se giocando male si vince, beh, allora il futuro, pur se con partenza ritardata, potrebbe solo essere migliore. I playoff e la retrocessione sono due punti sopra o due punti sotto, la classifica è la più corta degli ultimi anni e tutte le ansie e le speranze sono legittime e legittimabili. Però solo il futuro darà la risposta. Ma la partita contro Trento, giocata con un Moore febbricitante, con un Hobson appena arrivato ma già protagonista e “trascinatore” (splendidi due super assist, di 5 totali più 8 rimbalzi, da intenditori con un no look in mezzo all’area ed un tutto campo a due mani per schiacciata di Wilson), Mc Adoo finalmente in campo, segnalandolo anche per una grande deviazione finale sull’ultimo tiro libero sbagliato da Delfino per recuperare palla, e a tratti forse nel suo vero ruolo da “4”, la rinascita di Wilson, la rinnovata gioventù e leadership di Carlos Delfino e le prove solide di Jaiteh e Cusin (pur se con qualche errore nei passaggi) danno una immagine potenzialmente migliore di quella che potrà essere in futuro la nuova FIAT Torino. E Brown? Discuterlo è da folli e incompetenti del basket. Si può dire che dovrà ancora scoprire il basket europeo ed italiano in particolare, ma vederlo in piedi ad urlare e a spronare la squadra come è difficile vedere un allenatore fare, dovrebbe rincuorare tutti che l’età è solo un fattore mentale. Il momento della FIAT è incredibile: ne sa sicuramente qualcosa chi deve ogni partita riaggiornare il video di ingresso con la squadra rappresentata sempre con nuovi giocatori o come chi deve sempre chiedere alla Robe di Kappa un nuovo corredo ogni settimana per un nuovo giocatore. Ma lo sforzo economico e sociale per dare un futuro al basket a Torino non deve passare sotto traccia. Come tanti anni fa, potremmo dire, chi è senza peccato scagli la prima pietra…e chi parla per contestare senza ragione o ne ha una propria, e in quanto tale non è discutibile…, oppure parla perché il suo “non essere” sportivo lo rende parte di quel grande numero di persone che appartengono al gruppo “iotifocontro”, che di solito ha sempre molte amare soddisfazioni, ma che con la salute mentale poco ha a che fare. “Avanti Torino!” recitava una maglietta omaggiata tempo fa a tutti i tifosi, e mai come oggi torna di moda: per tutti coloro la cui voglia di esultare supera quella di sperare che altri non vincano, la parola d’ordine è una sola, tutti insieme per l’Auxilium, perché questa … è … Torino!
Paolo Michieletto
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