“Oggi, nella seduta congiunta delle Commissioni Trasporti e Lavori pubblici della Camera, durante l’esame del disegno di legge di conversione del decreto legge “Disposizioni urgenti per la città di Genova”, abbiamo assistito ad un fatto curioso
É stato presentato all’ultimo minuto e, poi, approvato da parte della maggioranza, un emendamento (il n. 1.100) che limita le attività che il Commissario per la ricostruzione, ossia il sindaco di Genova, deve affidare ad operatori economici che non abbiamo partecipazioni in società concessionarie autostradali” ha dichiarato l’onorevole Davide Gariglio (Pd) “In origine era, infatti, previsto che dovessero essere affidati a società diverse da Autostrade per l’Italia i lavori di ricostruzione del ponte, nonché le opere “propedeutiche e connesse”. Poi, con l’emendamento n.1.100, é stata soppressa la parola “propedeutiche”. In questo modo, si affida ad Autostrade per l’Italia il compito di abbattere il ponte, opera propedeutica per la ricostruzione” ha proseguito il deputato piemontese del Partito Democratico. “Non scandalizza la scelta in sé, che può essere dettata da ragioni di urgenza, ma é evidente che, mentre a parole ci si abbandona ad invettive contro le società autostradali, sotto banco si tratta con loro e ci si scambiano favori. Pochi minuti dopo, la maggioranza ha respinto un emendamento (il n. 1.35 di LEU) che prevedeva che, in caso di omesso versamento da parte di Autostrade delle somme necessarie per la ricostruzione del ponte, si potesse procedere alla revoca della concessione. É la doppia morale di Cinquestelle e Lega. Duri nei toni, morbidi nei comportamenti di governo” ha spiegato Davide Gariglio. “All’insegna di questa doppia morale vi é anche un’altra scelta di oggi: quella di respingere gli emendamenti di PD e di tutti gli altri gruppi dell’opposizione per impedire al Commissario di Governo di poter derogare alle norme antimafia – ha concluso l’onorevole Gariglio – Infatti, per la prima volta, col decreto Genova si consente di poter non rispettare tutta la normativa antimafia, fatto al quale il presidente dell’Autorità anticorruzione Cantone ha chiesto di porre rimedio. Proprio il sottosegretario Vito Crimi, che, in passato, ha sempre cavalcato le battaglie antimafia, oggi, seduto sui banchi del Governo, é stato risolutamente contrario ad inserire il rispetto del Codice antimafia tra gli obblighi del Commissario per la ricostruzione. Ma, si sa, con i grillini al Governo e con Salvini Ministro dell’Interno, la mafia non é più un problema”.
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