Promenade Le Corbusier

Cap Martin – I sentieri non sono mai solamente delle vie di comunicazione, sono quasi sempre dei collegamenti tra mondi e modi di essere spesso opposti

A Cap Martin La Promenade dedicata a Le Corbusier è infatti sempre stata ( come si può intuire dall’antico nome: Chemin des Douaniers) la via di contatto tra due mondi, quello del glamour del Principato di Monaco e quello estremamente riservato degli abitanti di Roquebrune Cap Martin. Il sentiero Le Corbusier fu realizzato nel 1791 e collega l’estremità Sud di Cap Martin al Principato di Monaco. Attraversa scorci mozzafiato e vegetazione rigogliosa (frutto degli allestimenti dei giardini delle ville, realizzate ai primi del Novecento, prospicienti il percorso), fino a giungere all’attuale confine tra Roquebrune e Il Principato, fiancheggiando le luminescenti spiagge “du Buse” e “du Golfe Blue”. Le Corbusier (Charles-Edouard Jeanneret-Gris) vi aveva realizzato il suo buen retiro, non a caso chiamato “Le Cabanon”: una semplice costruzione in cui la sola concessione all’estro é rappresentata dai colori delle pareti interne, che sono in assonanza con le tinte che la luce assume illuminandole alle diverse ore del giorno. Per una delle più celebri archistar dei suoi tempi “Le Cabanon” rappresentava la sintesi estrema di ciò che realmente contava: la luce (nella miriade di sfumature che aveva sempre cercato di esaltare nelle sue realizzazioni) e una vista inarrivabile sull’allora piccola perla del golfo del Principato. Non gli occorreva altro. Spesso l’essenziale é tutto.

I due “mondi” collegati da La Promenade sono apparentemente antitetici.

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Per i monegaschi che lo apprezzano, il sentiero é quasi un obbligo legato allo stile di vita. Chi parte da Montecarlo per percorrerlo lo fa per mantenersi in forma prima di uno degli innumerevoli appuntamenti mondani monegaschi o addirittura lo usa come “riscaldamento” prima di un incontro di tennis al Country Club, che é proprio all’inizio del sentiero dal lato di Montecarlo. Gli abitanti di Cap Martin che la mattina percorrono il sentiero di corsa o passeggiando lo fanno con spirito differente (almeno in parte); hanno in mente di tornare a curare le loro case e i loro giardini (per chi é riuscito a salvarli dalle nuove costruzioni) e, soprattutto, di preservare la loro provenzalitá, fatta di piccoli mercati, ristrutturazioni di casette secolari e poche ma, molto intense, altre attività. Soprattutto alla mattina i due “mondi” si incrociano e si sfiorano lungo i saliscendi e le innumerevoli gradinate del sentiero. Si salutano cordialmente, anche forse paghi, ogni anno, di incrociare il proprio “complementare”. Il sentiero ha le sue regole e i suoi punti di riferimento, ognuno declinato a seconda dello spirito con cui si percorre.

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Chi lo conosce sa che ogni punto notevole deve essere superato in un preciso istante, altrimenti vuol dire che non si é in forma o più semplicemente che il Tempo (che sicuramente non é uno sportivo) non vuole restare troppo indietro rispetto alle nostre passioni. Anche se si tratta di svago occorre un minimo di disciplina per rispettare i tempi. I continui cambiamenti di pendenza e le viste di una bellezza inarrivabile nella loro essenzialità (soprattutto in primavera e in inverno quando il mare e il mistral sembrano essere gli unici compagni) indurrebbero a cambiamenti di ritmo che vanificherebbero gli sforzi degli appassionati delle prestazioni. Non sempre é però così. A volte i due “mondi” riconoscono che si possono fare degli strappi alle regole (in fondo le regole sono fatte per essere infrante) e decidono che un bagno tra le anse ricavate tra le rocce possa essere un altro piacevole modo di “salutarsi”.

Enrico Bertuccio

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