SABATO 14 LUGLIO – San Secondo di Pinerolo (Torino)
Lui è Pietro Maroè. E’ un giovane friulano di Collalto di Tarcento. Ha ventiquattro anni, un diploma da perito agrotecnico e oggi studia Ingegneria. E’ anche istruttore di treeclimbing e, anni fa, con alcuni amici – “arbonauti” ha fondato SuPerAlberi, un gruppo che si occupa di studiare, misurare e curare gli alberi monumentali. Meglio, tutti gli alberi – monumentali e non – che, per un verso o per l’ altro, abbiano bisogno del loro intervento e della loro assistenza. Dalle gigantesche piante dell’Australia a quelle meno imponenti ma non meno vitali e preziose che abitano i nostri giardini “addomesticati”. Amore senza fine, quello di Pietro per gli alberi. Sbocciato ai tempi del biberon e trasmessogli dal padre Andrea, di mestiere agronomo. In pratica, sugli alberi Pietro da sempre ci vive. “Li cura. Li ascolta – ha scritto di lui, Concita De Gregorio – Ha i palmi delle mani del colore della loro corteccia. Racconta che ci è salito prima di cominciare a parlare: suo padre lo ha portato su in spalla, nello zaino, il primo dei suoi ricordi”. E Pietro: “Sono sceso dagli alberi e ho imparato a camminare”. Con le piante e con i rami ci parla e loro parlano a lui. Lo giura. Parole, sussurri, bisbigli, racconti. Avventure. Mestiere. Tutto questo troviamo nelle 198 pagine che compongono il libro scritto da Pietro, per i tipi di “Rizzoli”, in omaggio alle verdi creature, regine di tutti i boschi del mondo.
Titolo, “La timidezza delle chiome”, il libro verrà presentato, per la prima volta in Piemonte, dalla Fondazione Cosso al Castello di Miradolo (San Secondo di Pinerolo, via Cardonata 2), sabato 14 luglio, a partire dalle ore 17. A ingresso libero e presente l’autore, l’incontro si inserisce nella programmazione estiva del progetto “Invito al Parco” e prevede anche una passeggiata nell’ottocentesco Parco dell’antica dimora guidata dallo stesso Pietro Maroè e da Daniele Pecollo, dottore forestale-ambientale. Sarà una passeggiata improntata alla conoscenza dell’ambiente, ma anche a una migliore conoscenza di noi stessi, poiché le piante, ci insegna Pietro, possono suggerirci – se ben ascoltate e comprese – una misura nuova per il nostro tempo: “Le piante sono lente, molto lente per la rapidità delle nostre vite. E mentre noi, impazienti del mondo di sotto, siamo incapaci di pensare con la misura dei secoli, loro ci vedono passare, ci guardano e sanno”. Senza clamori. Con gentilezza. E timidezza. Ecco il perché del titolo: “Hai mai visto nei boschi – spiega ancora Maroè – quella lama di luce che passa tra una chioma e un’altra, quando alzi la testa? La chioma dell’albero cresce, ma sa, sente, dove cresce l’altra e non si azzarda a toccarla. E’ timida. Quando l’altra chioma è vicina, smette di crescere nella sua direzione. Non la invade, non la tocca”. Questione di rispetto. Anche questo possono raccontarci – e insegnarci – i nostri secolari amici alberi. Per info e prenotazioni: tel. 0121/502761 – prenotazioni@fondazionecosso.it
Gianni Milani
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