“Clinica legale”: Università e Comune insieme

DALL’UFFICIO STAMPA DI PALAZZO CIVICO – Come funziona realmente il diritto, in contesti veri, concreti? Con il metodo clinico-legale si vuole insegnare il diritto affrontando casi reali. Già consolidato all’estero, in Italia il metodo si sta diffondendo in questi anni, in particolare a Torino, dove, presso il Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università degli studi di Torino, sono attive “Cliniche legali” che si occupano di detenuti ed ex detenuti, rifugiati e migranti, persone senza fissa dimora, persone con disabilità e vittime della tratta. Strutturate come corsi universitari, le Cliniche torinesi forniscono nozioni approfondite di diritto, ma, allo stesso tempo, promuovono giustizia sociale e favoriscono l’accesso concreto ai diritti e alla giustizia, con un approccio interdisciplinare.Nella seduta  delle Commissioni Legalità, Quarta e Diritti e Pari opportunità, presieduta da Carlotta Tevere, sono intervenuti docenti e studenti della Clinica legale per le vittime di tratta.Partita in maniera pionieristica nel 2015-2016 dallo stimolo di un gruppo di studenti e docenti – ha spiegato la docente Cecilia Blengino – la Clinica legale anti tratta è entrata a regime lo scorso anno e coinvolge ora dieci studenti, che lavorano a coppie in otto enti, tra cui il Comune di Torino, nell’ambito del progetto regionale “Anello forte”, senza alcun costo per gli enti coinvolti. Sinora gli studenti hanno incontrato 19 vittime di tratta e stanno definendo 6 memorie legali, di cui non si conosce ancora l’esito.“L’Università – ha affermato la professoressa Blengino – vuole perseguire in maniera attiva la terza missione: ovvero la restituzione dei saperi al territorio. Assumendo contemporaneamente compiti di didattica, ricerca e anche di impegno civile”.La clinica legale torinese – ha chiarito l’avvocato Alessandra D’Angelo – collabora con otto associazioni che si occupano delle vittime di tratta su tutto il territorio piemontese e con la Procura della Repubblica. Vengono organizzati colloqui con presunte vittime di tratta, sempre alla presenza di un mediatore culturale, per capire se possano usufruire della protezione internazionale prevista. Viene ricostruita la storia della vittima e viene quindi preparata una memoria legale. Alle associazioni vengono forniti anche pareri legali per approfondire le tematiche della tratta.Secondo i dati 2016 dell’OIM (Organizzazione Internazionale per le Migrazioni) – ha detto l’avv. D’Angelo – delle 11mila donne nigeriane sbarcate in Sicilia dalla Libia, l’80% è vittima di tratta.L’obiettivo della Clinica per i prossimi anni è quello di mettere a sistema tutte le collaborazioni avviate, in primo luogo con l’Ufficio Stranieri del Comune di Torino.Stella Spatafora e Luca Rondi, due degli studenti universitari coinvolti nel progetto, hanno raccontato in Commissione la propria esperienza, evidenziando le difficoltà iniziali nel mettere in pratica le nozioni teoriche imparate a Giurisprudenza, ma anche le soddisfazioni nel costruire un rapporto di fiducia con ragazze vittime della tratta, alle quali sono poi riuscite a fornire assistenza legale. “È stato un lavoro difficile – hanno detto – che però ci ha permesso di sperimentare sul campo quanto imparato sui libri, scoprendo e superando criticità emerse in concreto, non prevedibili sulla carta”.“Sin dalle prime sedute – ha dichiarato la presidente della Commissione Legalità Carlotta Tevere – abbiamo voluto approfondire il tema della tratta degli essere umani e continueremo a tenere il faro puntato su questo vergognoso fenomeno criminale”.“L’encomiabile lavoro svolto dai dipendenti dell’Ufficio Stranieri del Comune di Torino e dagli uomini e dalle donne della Polizia Municipale distaccati in Procura, unitamente all’impegno di operatori e operatrici coinvolti, – ha concluso Tevere – è prezioso e continueremo a sostenerli nell’affrontare le difficoltà oggettive in cui operano ogni giorno. Per contrastare il fenomeno della tratta è inoltre fondamentale mantenere e rafforzare la rete e le sinergie create tra i diversi enti e associazioni coinvolti”.Al dibattito in Commissione, oltre alla presidente Tevere, sono intervenuti i consiglieri Canalis, Grippo, Artesio, Ferrero e Tresso e il commissario Fabrizio Lotito dalla sezione Tratta e sfruttamento della prostituzione della Polizia Municipale di Torino, struttura di eccellenza attiva in città dal 2011.

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