Una borsa con alcuni oggetti “di prima necessità” contenenti biancheria intima, asciugamani, pantofole, prodotti per l’igiene personale, destinati alle donne che hanno denunciato di aver subito violenze e per le quali sarebbe troppo pericoloso il ritorno a casa
Si tratta dell’iniziativa presentata a Palazzo Lascaris il 25 giugno e promossa dal Soroptimist International – Club di Torino con il patrocinio della Consulta femminile del Consiglio regionale. Il kit, destinato alla dotazione delle stanze di ascolto protetto del progetto “Una stanza tutta per sé” già realizzate dal Club di Torino del Soroptimist International d’Italia anche con il sostegno della Consulta femminile, viene consegnato nel 2018 in via sperimentale al Nucleo di prossimità della Polizia municipale di Torino, situato in via Bologna 74. I kit saranno custoditi nella “stanza” allestita presso la loro sede e gli addetti potranno consegnarli al momento dell’accompagnamento della donna nella struttura di accoglienza, sia essa temporanea o definitiva.
“Denunciare una violenza è un atto coraggioso che deve assolutamente essere sostenuto il più possibile. Offrire alle vittime un luogo protetto, in cui rifugiarsi per iniziare un percorso verso la libertà e il riscatto credo sia un momento importante. Sono ancora troppo poche le donne che denunciano le violenze subite, appena il 10% circa, e per questo è necessario creare le situazioni più idonee a spingere alla denuncia e parallelamente lavorare per creare una “cultura” della dignità, del rispetto, della condanna alla violenza di genere, perché la violenza è un fatto trasversale, che non conosce età né ceto sociale, e che va combattuta a partire dal piano culturale”, ha dichiarato Angela Motta, vicepresidente del Consiglio regionale del Piemonte delegata alla Consulta femminile.
È intervenuta anche l’assessora alle Pari opportunità, Monica Cerutti, che ha sottolineato l’importanza di un progetto che si integra attivamente con quanto già esiste, dai centri antiviolenza alle case rifugio, e che testimonia il lavoro comune svolto dalle istituzioni con la società civile affinché si riesca ad arrivare capillarmente a chi ha bisogno di questi servizi.
“Tra le criticità rilevate dal monitoraggio di “Piemonte in rete contro la violenza” è emersa la necessità di un kit di prima emergenza da consegnare alle donne vittime di violenza quando si presentano alle Forze dell’ordine per denunciare l’aggressore”, ha affermato Cinzia Pecchio, presidente della Consulta femminile regionale. “Si tratta di poche, ma utili cose, con cui Soroptimist Club International insieme con la Consulta femminile regionale, ha voluto far sentire alle donne la vicinanza di chi, in qualche modo, pensa a loro, limitatamente, se ne prende un po’ cura e vuole incoraggiarle a denunciare e a non sentirsi sole. In via sperimentale i primi kit vengono forniti all’ufficio di prossimità della Polizia municipale di Torino, ma crediamo, dopo la verifica del test, di fornirne altri negli “snodi” della rete a cui pensiamo che le donne possano far riferimento per comunicare i propri disagi familiari”.
Il kit rappresenta la prosecuzione di un percorso che, come ha ricordato Angiola Maria Moschetti presidente Soroptimist International – Club di Torino, fu avviato alla fine del 2013 quando, raccogliendo le osservazioni del Comando dei Carabinieri di Torino quanto a carenza di luoghi idonei alla denuncia per le vittime di violenza, il Soroptimist decise di avviare il progetto “Una stanza tutta per sé” sostenuto anche dalla Consulta femminile regionale. Sono così state realizzate le prime “stanze tutte per sé”, ambienti accoglienti e discreti in grado di accogliere le vittime nel delicato momento della denuncia degli atti di violenza subiti e all’interno dei quali lavora personale delle Forze dell’ordine con una formazione specifica per assistere chi fa denuncia e per valutare il grado di rischio che la vittima sta correndo. È poi seguita una seconda parte del progetto con “Una stanza tutta per sé…subito”, che ha visto collaborare anche l’associazione “Donne nel turismo” per l’accoglienza temporanea delle vittime di violenza presso una struttura ricettiva per due notti, in caso sia accertata la necessità di una sicura e provvisoria accoglienza d’emergenza, in attesa di una sistemazione definitiva con la presa in carico da parte dei Servizi sociali o del Tribunale.
Nel reparto della Polizia di prossimità esiste una specializzazione in merito alla tutela delle fasce “deboli” della popolazione, dai minori agli anziani, alle donne vittime di violenza, come ha ricordato Giovanni Acerbo, dirigente del servizio reparti specialistici della Polizia municipale, segnalando come nel 2017 su 81 casi di maltrattamenti denunciati al nucleo di Torino 50 sia stati per violenza di genere.
Leggi qui le ultime notizie: IL TORINESE